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morte alle siepi, evviva i teloni di tessuto plastico !
- Subject: morte alle siepi, evviva i teloni di tessuto plastico !
- From: "GORINI" <enricogorini at libero.it>
- Date: Tue, 11 Jul 2006 17:09:11 +0200
Cari amici di peacelink.
Sono molto colpito da un fenomeno di grave
insensibilità ambientale ed estetica che si è diffuso negli ultimi anni nel
silenzio generale. Parlo per la mia terra (Rimini e Romagna), ma credo che
riguardi tutti.
Si tratta dei teloni verdi fatti di tessuto
plastico, utilizzati come schermatura a ridosso delle recinzioni che delimitano
abitazioni, campi, stabilimenti, villette, giardini, frutteti
...
Conosco un agricoltore che ha rovinato il paesaggio
di un tratto di ciclabile lungofluviale (da cui si godeva un panorama
eccezionale sulla Valmarecchia), schermando un campo di cereali, "perchè tanto
il telone gli costava molto poco".
Un tempo, e bene o male fino a pochi anni
fa, i limiti di proprietà erano segnati o con normali recinzioni (che bene
o male consentivano di intravedere un pezzetto di mondo), o, se c'era necessità
di chiudersi dagli sguardi dei passanti, con belle siepi, pergolati, rampicanti,
intracciature legnose o arbustive ecc.
In giro per il mondo, nelle campagne e anche nelle
città, ci si imbatte in una serie infinita di tipologie, ognuna radicata
sulla cultura e sulla natura locale, e caratteristica di ciascuna terra e
contrada. Io ho in mente le romantiche siepi delle isole Britanniche, i
muretti a secco dell'Irlanda e di molte zone d'Italia, manutenute integralmente
anche per molti secoli consecutivi, e le siepi a bosso di molte
regioni.
Il fatto è che siepi e muretti, oltre ad avere un
importante valore estetico-paesaggistico, hanno un elevato valore ecologico in
quanto contribuiscono, più di quanto non si creda, alla micro-biodiversità
locale (dalla nidificazione di piccoli uccelli, al nutrimento di una serie di
piccoli animali, al valore intrinseco botanico e pedologico).
I teloni di tessuto plastico non hanno alcun
valore, se non quello di impedire lo sguardo, ma anche qui il valore è relativo
in quanto la leggerezza del tessuto da una parte non ostruisce
completamente la vista, dall'altra, come è sotto gli occhi di tutti, prelude a
tagli, rotture, laceramenti e sbrecciature, che aggiungono bruttura a
bruttura. Probabilmente il proprietario se ne infischia perchè,
nella nostra cultura, ciò che riguarda il paesaggio non merita le attenzioni del
privato. Inoltre tenere una siepe è faticoso perchè, dopo
l'impianto, occorre periodicamente ridurla a mano (poi magari si va a
fare palestra per esercitare le braccia allo sforzo fisico - però volete
mettere, piuttosto che fare la fatica di brandire i forbicioni?).
Forse i teloni sono preferiti perchè anallergici, mentre le siepi hanno (persino) le spine, ma
mi risulta che i bambini di oggi, a forza di plastica, siano molto più
allergosensibili, rispetto a quando si andava a raccogliere le prugnole
ferendosi le mani. Anche i rovi spinosi hanno pregi: se non altro, fanno
le more. Davvero preferiamo la plastica ?
La campagna italiana, la nostra stessa cultura e le
nostre tradizioni agricole, meritano qualcosa di meglio che lo scempio
legalizzato.
La mia proposta è quella di vietare tout
court la posa di tali orribili teloni. Lo ritengo tecnicamente e
politicamente possibile, però solo con legge ordinaria statale (art.117 c.2
lett.s della Costituzione).
Toglierli di mezzo, significa riconoscere il valore
del paesaggio italiano (le campagne, ma anche l'ambiente urbano) e dare
ricchezza a tutti noi. Pensiamoci.
Enrico Gorini
Rimini
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