Re:I: [noisiamochiesa] Splendido Raniero La Valle...



Dico la mia rispondendo alla provocazione di Amalia Navoni. So bene che le esperienze di movimento dei due anni passati sono in crisi, ma l' appello di La Valle va raccolto con urgenza. Alla questione della disgregazionje dell' assetto istituzionale sono legati temi come la sanità, e la scuola, su cui sono in atto  conflitti e movimenti da mesi.
Sollecitiamo un manifesto comune degli intellettuali più illustri che aderiscono a tutte le sigle per l'obbiettivo : salvare la costituzione significa salvare diritti comuni per tutti. Inziative locali potrebbero accomapgnarsi con una raccolta di firme. Vi è  una scadenza che può servire da momento simbolico: il 25 aprile, come simbolo non solo della liberazione, ma dell' unità naziona, ma andrebbe  preparata da oggi. Un saluto. e no alle alchimie, per favore.
 Umberto Brancia



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Date      : Thu, 3 Mar 2005 09:14:27 -0000
Subject : I: [noisiamochiesa] Splendido Raniero La Valle...

> Che si fa?
> Amalia navoni
> 
> -----Messaggio originale-----
> Da: angelocifatte at fastwebnet.it [mailto:angelocifatte at fastwebnet.it] 
> Inviato: mercoledì 2 marzo 2005 15.22
> A: Fori-sociali; L' Europa che vogliamo; Lilliput GE; Lista primarie;
> Main list ds ligure; Megachipliguria; NoisiamoChiesa; Opposizione
> civile; Parlamentino; Per la Margherita; Rete dei Cittadini per l'Ulivo
> Oggetto: [noisiamochiesa] Splendido Raniero La Valle...
> 
> 
> Alla nostra Repubblica restano 15 ore
> di Raniero La Valle
> 
>       La Repubblica ha quindici ore. Tante sono infatti quelle che i 
> capigruppo del Senato hanno assegnato al dibattito e al voto sulla nuova
> 
> Costituzione, dopo di che, l'8 marzo, essa dovrà essere approvata, per 
> volere della maggioranza, senza alcun emendamento, nell'identico testo 
> trasmesso dalla Camera.
>       Dunque l'8 marzo dovrebbe essere concepita la nuova Repubblica,
> per
> 
> atto congiunto della Camera e del Senato. Poi ci vorranno tre mesi per
> la
> 
> seconda lettura, e già l'8 giugno la nuova Costituzione, interamente 
> riscritta nella seconda parte e di fatto svuotata e lasciata sguarnita
> nella
> 
> prima, potrebbe essere varata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, per
> 
> entrare in vigore entro l'anno, come ha detto il ministro Urso sabato
> scorso
> 
> agli imprenditori. A meno che il referendum popolare, all'ultimo momento
> 
> utile, non la cancelli.
>       Così stando le cose l'8 marzo l'Italia, salvo questa condizione 
> risolutiva che sta nelle mani del popolo sovrano, potenzialmente cesserà
> di 
> essere una Repubblica parlamentare di democrazia rappresentativa, per
> essere
> 
> ridisegnata nelle forme di un regime del Primo Ministro, come i 
> costituzionalisti fascisti definivano il regime instaurato da Mussolini
> a
> 
> partire dal 1924. Il Parlamento sarà espropriato dei suoi poteri,
> essendo
> 
> reciso il rapporto di fiducia da cui oggi dipende la legittimità del 
> governo, e sarà privato della sua funzione rappresentativa, che sarà
> tutta
> 
> concentrata nel Primo Ministro che da solo dovrà in se stesso mediare ed
> 
> esprimere l'intero pluralismo sociale.
>       L'ideologia è quella dell'investitura elettorale che, senza il
> filtro
> 
> della scelta del Presidente della Repubblica (ridotto a un ruolo
> liturgico)
> 
> e della fiducia parlamentare, direttamente abilita il Primo Ministro a 
> governare e ne garantisce l'inamovibilità. Ma il mandato popolare, 
> enfatizzato per quanto riguarda il Primo Ministro, non conta nulla per i
> 
> parlamentari, che in ogni momento egli può mandare a casa, sciogliendo
> la
> 
> Camera, sotto la sua "esclusiva responsabilità", quando essa non goda
> più
> la 
> sua fiducia o per qualsiasi altro motivo di utilità politica. E quando
> fosse
> 
> la maggioranza a non avere più fiducia nel suo Primo Ministro, non
> potrebbe
> 
> mandare a casa lui senza andare a casa anche lei, con tutta la Camera
> che
> 
> sarebbe automaticamente sciolta, salvo che la stessa maggioranza tutta 
> intera e senza ribaltoni per infiltrazioni del nemico, riuscisse a
> nominarne
> 
> un altro.
>       Il Parlamento subisce una doppia disintegrazione. La prima sta
> nella
> 
> divisione tra Senato e Camera, avviati verso due destini istituzionali 
> diversi; il Senato perde la sua funzione politica e legislativa
> generale,
> 
> non si occupa del governo ma delle regioni, e deve muoversi in un
> groviglio
> 
> di competenze così complicato, tra Stato e regioni, tra Camera e Senato,
> 
> commissioni bicamerali e comitati paritetici, col solito Primo Ministro
> che
> 
> gli può togliere una legge in esame e passarla alla Camera, che sarà 
> impossibile uscirne, così che ben più che dirsi Senato "federale",
> dovrebbe
> 
> chiamarsi Senato degli sfasci.
>       La seconda disintegrazione avviene all'interno della Camera, per
> la
> 
> divisione anche istituzionale tra maggioranza e opposizione, che vengono
> a 
> costituire due corpi o corporazioni separati, con diversi statuti e
> diversi
> 
> poteri, che vengono distinti perfino nel nome, che per la maggioranza e
> il
> 
> governo vengono definiti come "prerogative", e per le opposizioni
> "diritti";
> 
> ma tali diritti si riducono sostanzialmente a un diritto di tribuna,
> parlare
> 
> ma non contare, come quegli invasati che liberamente possono parlare
> allo
> 
> "speaker's corner" su una panchina dello Hide Park. Tanto non contano i 
> parlamentari delle opposizioni che, se presi da un raptus di buonismo 
> votassero contro una mozione di sfiducia al governo, il loro voto non 
> sarebbe contato nella formazione della maggioranza della Camera, che 
> dovrebbe essere costituita dai soli deputati della coalizione che ha
> vinto
> 
> le elezioni, né tanto meno potrebbero concorrere alla indicazione di un 
> altro Primo Ministro. A questo punto non c'è alcun bisogno che i
> deputati
> 
> delle opposizioni siedano nella stessa aula, perché né gli uffici li
> contano
> 
> nel computo dei voti né i deputati della maggioranza hanno alcun motivo 
> ragionevole per starli ad ascoltare. Possono benissimo andarsene a
> parlare
> 
> altrove: l'Aventino è istituzionalizzato e sta in Costituzione. Sicché 
> formata da questi due corpi o "Stati" separati, la Camera ben potrà
> dirsi
> la 
> Camera delle corporazioni.
>       Non aggiungiamo altro sulla neutralizzazione degli altri poteri
> dello
> 
> Stato, per dire solo che tutta l'operazione è anticostituzionale perché,
> 
> come ha magistralmente mostrato Luigi Ferrajoli su "il manifesto", il
> potere
> 
> di revisione previsto nell'attuale Carta è un potere costituito ma non 
> costituente (non si può fare un'altra Costituzione) e ci sono principi 
> fondamentali, compreso quello di rappresentanza che, come ha affermato
> la
> 
> Corte, non sono suscettibili di revisione costituzionale. E c'è una
> domanda
> 
> inquietante: perché Berlusconi scrive e licenzia una Carta che dà al
> Primo
> 
> Ministro tutti i poteri e toglie all'opposizione ogni potere, quando ci
> sono
> 
> delle elezioni in cui potrebbe perdere la maggioranza? Nessuno fa un
> regime
> 
> per gli altri (tanto più se dice che porteranno povertà terrore e
> morte);
> 
> chi ha fatto un regime lo ha fatto sempre per sé. Come Berlusconi pensa
> di
> 
> essersi assicurato contro questo rischio?
>       Il peggio è che tutto questo avviene senza che nessuno lo sappia o
> 
> mostri di allarmarsi; tutto il processo di sovvertimento costituzionale
> si
> è 
> svolto in questi mesi senza che alcuna notizia ne trapelasse sui mezzi
> di
> 
> informazione, e quando se ne è fatto cenno si è sempre e semplicemente
> fatto
> 
> intendere che si trattasse di una riformetta di Bossi, di devolution e
> di
> 
> federalismo.
>       Ne discendono alcune questioni di vitale importanza.
>       La prima è: come usare queste quindici ore che mancano. Non col 
> silenzio. Questo è il classico caso delle metaforiche barricate in 
> Parlamento. E su che cosa farle se non sulla liquidazione della
> Repubblica?
> 
> Ma se il centrosinistra sceglie la linea morbida, per una ragione
> tattica,
> 
> perché tanto c'è il referendum ed è meglio affrettare i tempi per
> giungervi
> 
> prima delle elezioni, si tratta di una scelta sbagliata, prima di tutto 
> perché ognuno deve fare la sua parte nel momento in cui gli tocca, e
> secondo
> 
> perché senza una battaglia in Parlamento, da cui emerga una leadership
> anche
> 
> per la prova referendaria, sarà molto più difficile una mobilitazione 
> popolare. Il referendum, con questi mezzi di informazione, con questa 
> televisione, con questi partiti rarefatti, e anche con questa Chiesa 
> distratta da altre cose, si può perdere, mentre se si arriva fin lì,
> quella
> 
> è l'ultima spiaggia per la difesa delle libertà costituzionali. Dio non 
> gioca a dadi, diceva Einstein. Tanto meno si può giocare la Repubblica
> su
> un 
> ultimo azzardo.
>       La seconda cosa è che, a mio parere, anche nel congresso di 
> Rifondazione la questione della difesa della Costituzione della
> Liberazione
> 
> non può essere un tema tra gli altri, ma quello pregiudiziale a tutto il
> 
> resto. Si tratta infatti di salvare le condizioni dell'agibilità
> politica,
> e 
> le possibilità stesse di un lavoro riscattato e recuperato come diritto.
> 
> Senza democrazia e senza eguaglianza non c'è neanche lavoro, e non si va
> 
> "verso un mondo nuovo". Lo stesso è a dirsi della fabbrica del programma
> di 
> Prodi a Bologna. C'è il rischio di suonare la musica del programma
> sognato
> e 
> del mondo futuro sul Titanic che affonda.
>       La terza cosa è che il popolo sovrano non può aspettare per 
> organizzarsi di essere chiamato alle urne, ma fin da ora deve costituire
> 
> dovunque comitati per il no nel referendum costituzionale. Altro che 
> girotondi! Per questo non ci sono solo quindici ore, prima che la falla
> sia
> 
> aperta, ma ci sono alcuni mesi prima che le acque travolgano le ultime 
> difese. L'importante è non farsi chiudere a chiave, impotenti, nei ponti
> di 
> terza classe.
>       Infine c'è la questione dell'8 marzo. Mi sembra uno sfregio che
> alle
> 
> donne, per la loro festa, si regali proprio la demolizione della 
> Costituzione del '47, che in Italia è stata l'inizio anche della loro 
> libertà, della orgogliosa possibilità di esercizio della loro
> differenza.
> I 
> nuovi poteri sono disegnati come "maschi", nella solita loro pretesa di 
> onnipotenza, insindacabilità e impunibilità; come tali patetici, anche
> se
> 
> assai pericolosi. Ma qui le donne hanno qualcosa da difendere non solo
> per
> 
> loro, ma per tutti. L'8 marzo è stato scelto dagli strateghi della
> destra
> 
> per il voto del Senato anche contando sul fatto che tutta l'attenzione, 
> femminile e maschile, sia quel giorno rivolta altrove, secondo il rito. 
> Sommessamente propongo alle donne, ai loro movimenti, e anche agli
> uomini
> 
> con loro solidali, che quest'anno la festa delle donne si trasformi in
> una
> 
> grande manifestazione di volontà politica e di impegno militante per
> salvare
> 
> la Costituzione.
>       1 marzo 2005
> 
> *******************************
> Angelo Cifatte
> Ufficio Tel. 010 5573779
> Casa Tel./Fax 010 5701274
> Cell. 333 4891234 
> 
> 
> 
> 
> Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, manda una mail
> all'indirizzo: 
> noisiamochiesa-unsubscribe at yahoogroups.com
> 
>  
> Link utili di Yahoo! Gruppi  
> 
> <*> Per andare all'homepage del gruppo vai alla pagina:
>     http://it.groups.yahoo.com/group/noisiamochiesa/
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> <*> Per annullare l'iscrizione al gruppo scrivi a:
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> 
> <*> L'utilizzo da parte tua di Yahoo! Gruppi è soggetto alle:
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