rassegna stampa: ortofrutta, la crisi? Non coinvolge la quarta gamma



Il tempo è tiranno e quindi sempre più nella famiglia mononucleare si
pasteggia a insalatina prelavata, macedonia preconfezionata e via di
seguito. Ebbene nel bel mezzo della crisi che colpisce l'intero settore
dell'ortofrutta mettendo in ginocchio i contadini dei più famosi distretti
produttivi (Vittoria, in Sicilia - Lusia e Chioggia in Veneto per
esempio,)con la conseguente prospettiva che la nostra campagna diventi un
deserto di fabbrichette oltrettutto vuote, si scopre che se la materia prima
non vale un centesimo l'etto, il trasformato, in un bel "packaging" con
pubblicizzata "brand", pronto all'uso vale uno o due euro l'etto!
Si verifica così che si forza la natura stessa del cibo (fresco, con un suo
equilibrio tra durata e proprietà nutrizionali ottimali definite in natura)
fino ad allungarne indefinitivamente, se possibile, il tempo di vita e farlo
assomigliare sempre più ad una qualunque merce in cui il momento della
produzione è svalorizzato e schiacciato a favore della
trasformazione/distribuzione/marketing. Questo processo iniquo nei confronti
dei contadini produttori, che non vedono pagato il loro lavoro, produce
iniquità anche per i cittadini che consumano un cibo a prezzi astronomici,
infinitamente più alti del valore intrinseco ai processi di trasformazione
e, al di là delle chiacchere del marketing, anche con parecchi problemi di
sicurezza alimentare poichè la quarta gamma (sopratutto le insalatine)stà in
piedi, nel 90% dei casi, con l'aggiunta di ritardanti e conservanti, che nel
tempo si accumulano nell'organismo con effetti negativi per la salute.
Che dire di questa innovazione tecnologica applicata all'alimentazione?
Bisognerebbe quantomeno adoperare cautela prima di venderla come toccasana
ai problemi del settore quantomeno perchè sul campo si verifica che l'ascesa
verticale del tasso di crescita della 4 gamma non ha fermato il precipitare
oltre ogni soglia assorbibile e tollerabile delle produzioni contadine sul
campo. Ed infine ...il cibo non è merce!
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Tratto da "Terra e Vita" n. 8 - 18/2/2005

La crisi? Non coinvolge la quarta gamma (ortaggi selezionati, lavati,
tagliati, asciugati e confezionati, pronti per essere consumati.
I consumi nel 2004 sono aumentati del 28%. E cresceranno anche nel 2005.
Questo prodotto ortofrutticolo non gode soltanto di un ottimo momento di
mercato. Permette anche di realizzare agevolmente la tracciabilità e di
avvantaggiarsi dell’impiego dei marchi.
Ampi margini di crescita, anche nel 2005. La quarta gamma schiaccia sull’
acceleratore, dopo un 2004 decisamente sugli scudi. I numeri emersi a
Vegetalia parlano chiaro e sono tutti all’insegna dell’ottimismo. Nel corso
dell’anno scorso, infatti, sono state consumate ben 42.600 tonnellate di
frutta e verdura pronte al consumo, per un valore pari a 375 milioni di
euro. In termini percentuali, il 28% in più rispetto al 2003.
Il biglietto da visita di questo particolare prodotto ortofrutticolo
(ortaggi selezionati, lavati, tagliati, asciugati e confezionati, pronti per
essere consumati) è dunque lusinghiero. Soprattutto se si pensa che il
comparto dell’ortofrutta non gode affatto di buona salute.
E dopo il boom del 2004, per l’anno in corso ci si attende un altro balzo in
avanti. A prevederlo è Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative:
«È difficile fornire dati certi sul trend, ma senza fare azzardi prevediamo
almeno una ventina di punti percentuali in più rispetto all’anno scorso».
Avanti tutta, dunque. Anche perché gli spazi sul mercato sono decisamente
ampi. «Esiste ancora un 60% dei consumatori – ha detto ancora Bruni a
Vegetalia – che non fa uso di prodotti di quarta gamma». Tutti potenziali
clienti. Basterà superare la barriera di diffidenza che in molti casi,
almeno secondo quanto sostengono le ricerche di mercato, riguardano sospetti
e dubbi legati alla freschezza, all’igiene, alla salubrità, alla pulizia e
alla provenienza dei prodotti. Il margine di crescita, tuttavia, è enorme.

SICUREZZA
La IV gamma inoltre, secondo Bruni, «permette di rendere efficace la
tracciabilità e di operare importanti strategie di marca: data la natura dei
prodotti che vengono commercializzati già lavati, tagliati e confezionati è
molto più semplice fornire in etichetta tutte le informazioni relative al
prodotto, così da assicurare al consumatore maggiori garanzie sulla scelta
di consumo». Sicurezza alimentare e nuovi packaging, poi, garantiscono
secondo Bruni ulteriori margini di crescita, «in grado di fidelizzare i
clienti».
Le ragioni del successo di questo prodotto ortofrutticolo vanno individuate,
come sottolinea Umberto Galassini della Bonduelle, l’industria francese
leader del settore, «nella elevata qualità della materia prima, nella
sicurezza alimentare garantita, nella bontà del prodotto e soprattutto nel
risparmio di tempo assicurato dai prodotti già lavati e tagliati rispetto
alla prima gamma». E secondo Sebastiano Porretta, presidente dell’
Associazione italiana di tecnologia alimentare, «la IV gamma è trendy,
proprio perché ha indovinato le esigenze di mercato e la necessità di un
consumatore che ha sempre meno tempo».
Anche la geografia dei consumi, su base nazionale, supporta la tesi di
Porretta. L’impennata del 28% dei consumi nell’arco del 2004, infatti, non è
assolutamente omogenea. I picchi di consumo maggiore sono individuati in
quelle aree della Penisola dove il tempo per cucinare è minore. E la
tradizione delle verdure preparate in casa ha dovuto cedere il passo alla
praticità di trovare tutto già pronto. Il trend dei consumi ha infatti
registrato un +44% al Nord, mentre un più modesto 15% (ma comunque
significativo) al Sud. La zona centrale dell’Italia, invece, si colloca in
mezzo, con una crescita del 30 per cento.

QUALI ORTAGGI
«La parte assolutamente prevalente degli acquisti – rivela ancora Bruni – è
costituita da insalate miste, che rappresentano il 41% della spesa dei
prodotti considerati, seguono le insalate tenere con il 37%, le verdure da
cuocere e le insalate monotipo entrambe con il 7% e infine gli ortaggi
cotti, lessati».
«Ultimamente si stanno sperimentando nuovi prodotti ortofrutticoli –
sottolinea l’agronomo Antonio Ambrosio – che per il mercato italiano
significano peperoni, cipolle a rondelle, patate a spicchi, sorgino, erbe
aromatiche, mantenendo il focus sulle verdure». Ogni Paese, inoltre, ha una
propria predilezione. «Nel Regno Unito, ad esempio, a fianco di insalate
semplici e miste e delle carote hanno conquistato una nicchia di mercato i
cavoli e i crauti, mentre la Francia è molto più legata alla tradizione e l’
88% del mercato delle verdure di IV gamma è dato ancora da lattughe e
insalate miste. Altro caso è quello di Germania e Belgio: la Germania è
leader per quanto concerne il consumo di insalate e di verdure fresche in
lattina, mentre i consumatori in Belgio ricercano insistentemente i cavoli,
le carote e le cipolle, a fianco ovviamente dell’insalata».

E i prezzi calano
Quattro italiani su dieci acquistano dunque prodotti di IV gamma.
Rivolgendosi per lo più alla grande distribuzione. «L’80-90% delle
confezioni di ortofrutta pronte al consumo – ricorda Bruni – si trova sugli
scaffali della gdo e dei supermercati, mentre il restante dieci per cento è
venduto direttamente dai fruttivendoli». La maggior parte di quanti si
servono dei confezionati (60%), ne fa un uso almeno settimanale, mentre il
25% consuma IV gamma solamente una volta al mese. «Il restante 15%, invece,
ne fa un uso ancora più raro». Il 6% degli italiani, però, consuma
esclusivamente prodotti di IV gamma.
L’introduzione dei brend, dei marchi, nel settore della IV gamma è
relativamente recente. A spiegarlo è ancora Galassini. «Solo nel 2000 –
dice – in Italia la IV gamma era caratterizzata esclusivamente da produttori
locali: Bonduelle è stata la prima marca ad apparire sul mercato italiano,
fino ad allora caratterizzato per lo più da brend inventati o da Cirio, ma
solo come seconda marca». Situazione completamente diversa nel 2003: «Si
diffondono i brend dei grandi gruppi, come Carrefour ed Esselunga. Per
questi marchi “ufficiali” il mercato passa dal 27% della fine del 2000 al
55% del 2003-2004».
Il 2003 è l’anno in cui si assiste anche ad una crescita maggiore del volume
delle vendite. «Più 14 per cento – continua Galassini – mentre inferiore è
la crescita a volume, con qualche boom dovuto a fattori esterni, come il
caldo e l’aumento dei prezzi sul fresco: così, ad esempio, il mese di
settembre 2003 ha registrato una crescita del 50% sullo stesso mese del
2002, con riferimento all’insalata».
Sempre sul fronte dei prezzi, il mese di dicembre 2004 ha registrato una
tendenza inversa sull’andamento dell’intero anno: «I dati Nielsen che
abbiamo a disposizione individuano una flessione del 3,5% su consumo e
distribuzione nonostante l’aumento delle promozioni ai consumatori».
Nel 2004 i consumi sono aumentati del 28%. E cresceranno anche nel 2005.
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Anche la frutta
L’impiego della frutta nella quarta gamma è in forte espansione, anche se i
numeri non sono così forti come in altre realtà (Regno Unito e Stati Uniti,
in forte fermento). «Le possibilità per ampliare i margini di mercato sono
enormi – ha detto a Vegetalia Enrico Casadei del Gruppo Sipo – proprio in
virtù del fatto che la frutta risponde in pieno alla logica dell’elevato
contenuto di servizio che la IV gamma in sé riassume».
La finalità – prosegue Casadei – è quella di rendere accessibile il consumo
di specie di frutta che altrimenti avrebbero difficile edibilità, ampliando
magari in uno spazio temporale maggiore il consumo di tipologie
merceologiche che sul fresco hanno una durata limitata. La scommessa dei
produttori italiani, infatti, è quella di andare oltre il tradizionale
consumo di frutta in IV gamma, concentrato principalmente nei mesi
primaverili ed estivi. Il confezionamento di frutta pronta all’uso riguarda
sia prodotti singoli (ananas, cocco, melone, kiwi ed anguria) che i
cosiddetti “misti”. «Varietà esotiche come mango, papaia ed ananas
affiancano frutta mediterranea come melone, mela, arancia, uva, kiwi e pesca
nettarina».
Il mercato italiano, secondo gli ultimi dati, vede in prima posizione il
consumo di ananas (33%), seguito da cocco (22%), misto mediterraneo (20%),
misto esotico (11%) e melone (4%). Ma mentre nella nostra Penisola il
consumo di frutta di IV gamma è incentrata principalmente come “fine pasto”,
in altri Paesi la tendenza è quella di acquistare la frutta come snack
(Regno Unito) o come sostitutivo del pasto (negli Stati Uniti, evidentemente
dopo la campagna di comunicazione massiccia contro l’obesità…).
Attenzione, però, al processo produttivo. «Durante ogni fase della
lavorazione della frutta – ammonisce Casadei – è necessario mantenere
inalterata la catena del freddo ed operare tutti gli accorgimenti necessari
per la sanitizzazione degli alimenti, come il lavaggio della frutta e degli
strumenti di taglio. Si deve lavorare praticamente in un ambiente asettico,
altrimenti è molto facile accelerare i processi di deterioramento». (M.B.)

Il fattore “A”
“A” come assortimento. È quarta gamma sia la vaschetta monoprodotto, sia
quella contenente mix di insalate, più o meno diversamente colorate, quella
con insalate più carote, quella con i funghi... Per non parlare delle
caratteristiche della confezione, da quelle formato famiglia, a quelle per
single, a quelle monodose per un veloce pranzo fuori casa, a quelle dotate
di forchettina o di salsine, a quelle dotate di apertura easy peel... Tutto
questo non può che sostenere il successo di mercato della quarta gamma,
perchè se da una parte le opzioni produttive sono numerose, dall’altra sono
anche alla portata della medesima azienda produttrice, la quale dunque può
avvantaggiarsi della marcia in più della flessibilità e dell’innovazione.
Ognuna delle circa venti aziende italiane specializzate nella produzione e
nella lavorazione della quarta gamma può fornire illuminanti esempi di
quanto può diventare ampio il fattore “A”. Dato che altrove in queste tre
pagine citiamo altre aziende, qui possiamo vedere, sempre a mo’ di esempio,
come percorre la strada dell’assortimento il Gruppo Sipo, una società che
opera da anni a Fasano, nel Brindisino, e che nei giorni scorsi ha
inaugurato un nuovo grande stabilimento a Bellaria, in provincia di Rimini.
Questa azienda propone al mercato quarta gamma in busta, cioè per il consumo
famigliare, poi in vassoi, in ciotole di polietilene richiudibili... Nelle
buste si possono trovare insalate adulte, più croccanti, normalmente
coltivate in pieno campo, come indivie, radicchi, cicorie...; oppure
insalate più tenere, i cosiddetti sfalciati, ossia piante più delicate e
giovani, coltivate in serra e che richiedono una filiera dedicata, come
songino, insalatine... I vassoi poi possono contenere un monoprodotto, o mix
di verdure, o verdure con legumi da 200 grammi idonei per 3-4 persone. Le
ciotole di polietilene della Sipo hanno chiusura ermetica e richiudibile,
sono monoporzione, idonee per i single o per il consumo fuori casa,
provviste di forchettina di plastica, di bustine di sale e di bustine con
olio e aceto per il condimento.
Infine, la Sipo offre anche quarta gamma di funghi di grotta, pronti per il
consumo cioè lavati e asciugati (così che non debbano essere rilavati dal
consumatore, cosa che rovinerebbe il fungo), quarta gamma con prodotto
biologico, quarta gamma con frutta fresca. Quest’ultima è il “Titbit”
lanciato al Macfrut del 2004: frutta selezionata e tagliata, presentata in
assoluta assenza di conservanti, coloranti e liquido di governo; la
conservabilità è assicurata dal minor contenuto di ossigeno all’interno
della confezione, dagli elevati standard igienico-sanitari osservati durante
la produzione, dal rispetto della catena del freddo. (Giorgio Setti)

Utile anche alla salute
Le insalate pronte della IV gamma non solo incoraggiano i consumi di
prodotti ortofrutticoli, ma soprattutto offrono alle aziende nuovi ambiti
dove esprimersi ed investire le proprie risorse. E oggi sono circa 80 le
aziende che in Italia si occupano di quarta gamma, anche se il 90% del
fatturato è ancora concentrato in una ventina di tali aziende.
È ciò che è emerso durante il convegno sullo sviluppo della ricerca
agroalimentare organizzato recentemente a Rimini dalla srl romagnola “Il
Melograno”. I consumatori, dal canto loro, hanno ben accolto questo nuovo
modo di consumare verdura: si stima che nei prossimi due anni le vendite al
dettaglio di questi prodotti cresceranno, tanto che l’80% degli acquirenti
ne fruirà.
La ricerca genetica sta operando allo scopo di ottenere cultivar gustose,
nutrienti e soprattutto benefiche per la salute dell’uomo. A dimostrarlo
sono stati i dati illustrati da Giorgio CantelliForti e Silvana Hrelia della
facoltà di Farmacia dell’università di Bologna, che hanno dipinto un’
agricoltura nazionale tra le migliori d’Europa sia per basso o assente
contenuto di residui di fitofarmaci che per l’alto valore nutrizionale.
Secondo i due relatori, infatti, oggi in Italia molto si sta facendo per
ottenere selezioni capaci di apportare all’organismo tanto i nutrienti
principali quanto sostanze necessarie al metabolismo umano come le vitamine
e gli antiossidanti. Gli specialisti chiamano alimenti funzionali o
nutraceutici quegli alimenti che possiedono un ipotetico ruolo regolatore
del nostro metabolismo e che dunque sono sia nutrienti che farmaceutici. Gli
ortaggi in gran parte assolvono a questa funzione.
In risposta alle diffuse lamentele degli acquirenti, inoltre, che mal
sopportano i prezzi proposti al dettaglio per questa tipologia di ortaggi
pronti e che vedono in questi articoli rincari ingiustificati, gli operatori
del settore hanno ricordato che il prodotto finale di IV gamma possiede un
alto valore aggiunto, sia tecnologico che nutritivo, e che dunque il loro
prezzo è giustificato dalla qualità delle materie prime utilizzate e dal
costo delle lavorazioni condotte in campo e presso le aziende
confezionatrici.
«Con la IV gamma – ha spiegato Claudio Coli del ‘Melograno’ – puntiamo a
garantire ai consumatori ottimi prodotti, che si distinguano per alto valore
nutritivo e per prezzi fissi, prezzi che appaiono alti, ma che sono spiegati
dal fatto che non tutti i prodotti coltivati possono essere destinati a
questa tipologia di preparati. Le materie prime scelte hanno seguito
specifiche procedure di coltivazione e di confezionamento, atte a garantire
la massima qualità e igiene».
Onere di tutto il settore produttivo sarà spiegare sempre più efficacemente
ai consumatori le proprie scelte ed i motivi che stanno alla base dei prezzo
osservabili al dettaglio.
La IV gamma può essere per l’Italia una buona occasione per valorizzare
ulteriormente i prodotti locali, per stimolare il consumo di verdura e per
contrastare la concorrenza dei grossi produttori esteri, che grazie alla
globalizzazione dei mercati hanno guadagnato molti spazi presso la gdo. A
testimoniare le potenzialità di questa evenienza è stato Maurizio Brasina,
di Coop Italia, che ha ricordato come i propri fornitori di IV gamma seguano
«specifici protocolli di lavorazione stilati da Coop Italia per garantire
una certa qualità finale. E sono tutti soddisfatti degli esiti: buon lavoro,
ottima qualità ed effettivi guadagni».(Valentina Tampellini)

Un’anticipazione sulla IV gamma del prossimo futuro viene ancora da
Sebastiano Porretta: «Le aziende di trasformazione – ha detto a Vegetalia –
si stanno movendo su più fronti: da nuovi packaging, più pratici sia come
forma che come dimensioni dal momento che si va verso un mondo di single, ai
cosiddetti sistemi anti-fog. Si tratta di imballaggi attivi che contengono
al loro interno delle molecole in grado di assorbire l’ossigeno, in modo
tale da evitare la formazione di nebbiolina che non permette al consumatore
di vedere all’interno della confezione».
Anti-fog per la trasparenza in tutti i sensi, ma anche per aumentare la
durata dei prodotti confezionati: l’ossigeno, infatti, costituisce una causa
di diminuzione della conservazione dell’ortofrutta. Non solo. «Per
assecondare i gusti e le necessità della clientela che si serve della IV
gamma – prosegue Porretta – si sta sviluppando anche l’impiego, sempre più
diffuso, dei condimenti». E per quanti consumano il pasto fuori casa? Non c’
è problema, saranno sempre più diffuse le confezioni con incluse le posate
di plastica.
(Autore: Matteo Bernardelli)
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Tratto da "Agenzia plurisettimanale della Confederazione italiana
agricoltori" - Anno XI n. 49  - 21/02/2005
Titolo: L’agricoltura frena l’inflazione: prezzi all’origine sempre più giù.
Nelle campagne è ormai crisi. Redditi agricoli in forte discesa
Secondo la Cia, nello scorso mese di gennaio  le quotazioni sui campi dei
prodotti sono risultate più basse di cinque anni fa, con cali tra l’8 e il
12 per cento. Occorre più trasparenza per i consumatori. Fondamentale il
doppio prezzo (produzione e consumo) per bloccare i rincari.

I prezzi agricoli all’origine, sempre più in discesa, hanno contribuito
ancora una volta alla frenata dell’inflazione. Solo nello scorso mese di
gennaio si sono avute flessioni tra l’8 e il 12 per cento. E’ quanto
sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati
diffusi oggi dall’Istat.

A gennaio -rileva la Cia-  l’agricoltura italiana ha visto ridursi
ulteriormente i prezzi pagati sul campo. Per alcuni prodotti,  in
particolare ortofrutticoli, si sono avute riduzioni anche del 25  e 30 per
cento. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Addirittura, nelle
campagne, sono state registrate quotazioni più basse di cinque anni fa. E
ciò ha ulteriormente ridotto i redditi degli imprenditori agricoli e
riducendo la stessa iniziativa aziendale.

Se la tendenza al ribasso fosse stata seguita anche dagli altri soggetti
della filiera agroalimentare, il contenimento dell’inflazione -avverte la
Cia- sarebbe stato maggiore. Invece, si è andata allargando ancor più la
forbice tra prezzi all’origine e quelli praticati al consumo. Sta di fatto
che dal campo alla tavola ci sono prodotti che crescono di oltre venti
volte.

Per tale ragione, la Cia ribadisce la validità della Petizione Popolare
rivolta al presidente del Consiglio affinché  sui cartellini di vendita dei
prodotti agroalimentari venga riportato il doppio prezzo (produzione e
consumo).

Si tratta –afferma la Cia- di una misura in grado di riportare trasparenza
sul mercato. Un valido deterrente per frenare e contrastare ogni tentativo
di speculazione e di rialzo ingiustificato, tutelando così i consumatori e
contribuendo al calo del trend inflattivo.
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Tratto da "Coldiretti.it" N. 116 - 18 Febbraio 2005

PREZZI: CARO-ORTAGGI; COLDIRETTI, IL VADEMECUM PER DIFENDERSI

"Verificare l'origine nazionale per essere sicuri della stagionalità,
preferire le produzioni locali che non essendo soggette a lunghi tempi di
trasporto garantiscono maggiore freschezza, privilegiare gli acquisti
diretti dagli agricoltori, nei mercati e nei punti vendita specializzati
dove è più facile individuare l'origine e la genuinità dei prodotti". Sono
questi i consigli della Coldiretti per garantirsi acquisti di verdura di
qualità al giusto costo e non cadere nelle trappole del mercato dove i dati
di Federconsumatori confermano che si verificano vere e proprie impennate
dei prezzi tra il campo e la tavola. Per evitare l'eccessiva moltiplicazione
dei prezzi che rischiano di spingere i consumatori a rinunciare agli
acquisti con una grave crisi per il settore servono - sostiene la
Coldiretti - più controlli sui margini commerciali tra produzione e consumo
come è stato proposto in Francia dove il Senato ha approvato un dispositivo
di regolazione dei prezzi di frutta e verdura applicabile nei periodi di
"crisi". Questo strumento di gestione delle crisi è basato - spiega la
Coldiretti - su un coefficiente moltiplicatore tra il prezzo di acquisto e
quello di vendita; dovrebbe permettere di correggere le frenate dei consumi
legate ai prezzi che al dettaglio sono giudicati eccessivi rispetto ai
prezzi alla produzione e facilitare la trasmissione al dettaglio dei ribassi
dei prezzi alla produzione. In un Paese come l'Italia che ha la leadership
europea nella produzione di frutta e verdura, bisogna favorire una ripresa
dei consumi e consentire a tutti i cittadini di approfittare delle proprietà
di prodotti indispensabili per la salute e per questo - sostiene la
Coldiretti - vanno anche incoraggiati accordi per favorire i consumi di
alimenti sani nei posti pubblici: dalle scuole agli ospedali, dalle caserme
ai luoghi di lavoro. Un obiettivo che la Coldiretti sta perseguendo grazie
ad un protocollo firmato con la sanità militare e al progetto educazione
alla Campagna Amica nelle scuole.
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