rassegna stampa: BRESCIA, LA CENTRALE DEL LATTE SI DA' AL MINESTRONE



Una delle poche centrali del latte ancora controllate da un comune (in
questo caso quello di Brescia) e la differenza con quelle svendute, negli
anni, dagli altri comuni si vede. Bastasse solo il fatto che la centrale
raccoglie e lavora per lo più latte prodotto nel bresciano e quindi
incentiva la permanenza di un sistema agricolo in territorio comunale e
provinciale. La Centrale di Brescia da tempo è esempio di ricerca e sviluppo
nel settore alimentare applicando il criterio della massima qualità e
naturalezza del prodotto finito. Una dimostrazione di buona gestione, od
almeno diversa e utile alle necessità della cittadinanza, che non si fonda
sul latte importato da un migliaio di chilometri di distanza o sulla magica
rigenerazione del latte in polvere (modello tanzi/Parmalat). Tante Centrali
comunali sono invece state svendute ai privati (Verona, Vicenza...) perchè
considerate un costo, senza capire che così si distruggeva una grande
risorsa collettiva, si privava il territorio della necessaria permanenza e
sviluppo dei sistemi agricoli e la cittadinanza veniva impoverita nel valore
nutritivo della sua alimentazione. Fare altrimenti era possibile e lo è
ancora.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 22/01/2005
BRESCIA, LA CENTRALE DEL LATTE SI DA' AL MINESTRONE
Niente conservanti, olio extra vergine. E' «Tradizione pronta», zuppa e
minestrone fresco pronto all'uso, basta riscaldare.
Zuppe e minestroni freschi, cucinati secondo la «ricetta della nonna»,
pronti per l'uso.
E' la novità firmata Centrale del Latte, che ieri ha presentato la linea di
prodotti «Tradizione pronta».
Due, per ora, le varianti, Minestrone e Zuppa isolana, resa più sostanziosa
da vari legumi.
Segni particolari: solo verdure fresche da coltivazioni senza Ogm, lavorate
con i crismi dell'ecosostenibilità.
Ma soprattutto - hanno spiegato da via Lamarmora - nessun ingrediente
surgelato, liofilizzato o precotto.
I legumi, infatti, dopo l'ammollo di una notte come comanda la tradizione,
vengono fatti cuocere per più di un'ora a temperatura costante.
Senza dimenticare il soffritto con olio extravergine, aglio e cipolla, poi
tolti. Risultato: le minestre, confezionate a caldo in ciotole, in 12 ore
sono nei punti vendita.
«E l'assenza di conservanti è garantita - dice il direttore commerciale
Andrea Bartolozzi - anche se ciò implica un consumo entro una decina di
giorni».
La novità, del resto, è tutta qui: «Sul mercato non c'è nulla di simile: i
surgelati necessitano di lunghe cotture - continua Bertolazzi - i
liofilizzati o i vasetti da tenere in frigo sono soggetti a ricotture o
pastorizzazioni che ne allungano la vita a discapito di sapore e proprietà
nutritive».
I minestroni della Centrale, invece, cui presto se passeranno «l'esame» dei
consumatori si aggiugnerà la Zuppa Toscana, vanno solo scaldati un paio di
minuti nel forno a micro-onde o sui fornelli.
«La confezione da 400 grammi, poi, è una monodose ideale, al contrario dei
600 grammi delle zuppe in commercio; abbondanti per una persona, pochi per
due».
Non solo. «Tradizione Pronta», per la gioia dei vegetariani, non usa grassi
animali. Una nuova sfida, insomma, «pur in una stagione di sofferenza dei
consumi. Ma la Centrale non è mai stata ferma né intende starci» anticipa il
direttore Franco Dusina, che riconferma la sede in via Lamarmora.
«In otto anni, infatti, abbiamo lanciato oltre 100 prodotti, culminati a
settembre nell'anteprima mondiale del latte a lunga conservazione nella
bottiglia pet. L'anno che verrà? Peggio del 2004. Ma non rinunceremo alle
sorprese».
Giornale di Brescia, 22 gennaio 2005
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