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War News Letter - Natale 2002
www.warnews.it - Notizie dai conflitti nel mondo
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WAR NEWS LETTER
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Numero 8/2002
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EDITORIALE
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Natale 2002
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Quello che stiamo per trascorrere non sarà un Natale di pace. Non che un
Natale di pace vi sia mai stato nella storia, ma per qualche anno ne
abbiamo avuto almeno l'illusione.
Quest'anno però la guerra si sente nell'aria, difficile parlare di pace ai
bambini mentre i genitori si preparano alla guerra.
Le grandi manovre nel Golfo stridono con i frivoli servizi dei telegiornali
sullo shopping natalizio, sembriamo tutti attaccati con le unghie ad uno
stile di vita che rischia di essere fuori dal tempo.
Ed insieme agli armamenti convenzionali i contendenti affinano anche le
armi della propaganda, perchè l'informazione in tempo di guerra è da sempre
considerata una risorsa strategica a tutti gli effetti. Così non ci è dato
di vedere una foto di Saddam Hussein senza il fucile in mano, come, d'altra
parte, agli irakeni non è concesso di vedere un'immagine di Bush senza che
essa sia accostata a primi piani di bambini palestinesi uccisi.
Come ben sanno i nostri lettori la guerra non è solo l'Iraq: è l'Africa con
le sue risorse naturali, l'America latina con le crisi finanziarie ed i
moti di piazza, l'Asia con il petrolio del Caucaso e altro ancora. E'
davvero una guerra globale, planetaria.
In questo scenario, dove gli Stati Uniti cercano, a modo loro, di
ristabilire un ordine mondiale, i nostri politici europei sono ad un bivio:
seguire incondizionatamente le strategie dell'alleato americano o
scrollarsi finalmente di dosso il vecchio complesso di inferiorità
prendendo coscienza del fatto che l'Europa è ormai di fatto una grande
potenza mondiale?
La nostra cultura e la nostra storia ci pongono in uno stato di vantaggio
sul fronte dei rapporti internazionali con coloro che si oppongono
violentemente all'egemonia americana nel mondo.
Se i nostri politici volessero sfruttare l'occasione per proporre una linea
politica autonoma ed autorevole forse potrebbero esserci speranze per un
assetto futuro più pacifico. La via del dialogo, il rispetto delle leggi
internazionali, il rafforzamento del ruolo dell'ONU, l'incontro invece
dello scontro. Sono cose che bene si coniugano con le tradizioni
umanistiche europee.
Abbiamo dato all'Europa un parlamento, delle leggi, una moneta unica.
Adesso sarebbe ora di darle un'anima.
Temo purtroppo che le mie siano parole vane, forse alla politica di oggi
mancano i grandi ideali. E forse mancano anche i grandi uomini.
Allora l'unica cosa da fare per la pace è sperare nella gente, quella gente
comune che mai nella storia ha avuto vantaggi dalla guerra. Bertold Brecht
scriveva:
"La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla
fine dell'ultima c'erano vincitori e vinti. Tra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente."
E' in momenti come questo che il nostro lavoro di operatori
dell'informazione volontaria ed indipendente assume maggiore importanza.
Solo un'opinione pubblica informata e non lasciata in balìa della
propaganda di guerra potrà esprimere il dissenso, votare le persone
migliori, appoggiare le idee più giuste.
A tutti gli amici che, come noi, dedicano un poco del loro tempo al lavoro
di informazione alternativa su questi temi, chiedo di continuare ad
aumentare l'impegno, di essere la Radio Londra di questa guerra globale.
Da parte nostra continueremo ad informare con serietà e senza retribuzione,
con la massima umiltà ma con la fermezza di chi sa di lavorare per una
giusta causa.
Perchè la verità è sempre la prima vittima della guerra.
Dimenticavo,
Buon Natale.
Paolo Oddone
Coordinatore della redazione di
www.warnews.it
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Source: http://www.warnews.it/index.cgi?action=viewnews&id=1026
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