Libia: negato l'utilizzo di soldati mercenari



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
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Libia: negato l'utilizzo di soldati mercenari
Il regime libico mente - I Toubou, popolo nomade perseguitato, non combattono per Gheddafi

Bolzano, Göttingen, 23 febbraio 2011

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accusa li governo libico di gravi menzogne che mirano a invalidare i sospetti di utilizzo di mercenari stranieri nella repressione del movimento di protesta. Contrariamente alle dichiarazioni del governo libico, gli appartenenti alle forze di sicurezza di origine africana e di pelle scura che negli scorsi giorni sono stati inviati contro i manifestanti non appartengono al popolo dei Toubou in Libia. Difficilmente gli appartenenti a questa minoranza muoverebbero un solo dito per salvare il regime di Gheddafi, da cui in questi anni sono stati massicciamente perseguitati e deportati in Ciad.

Secondo testimoni oculari, negli scorsi giorni in diverse parti del paese sono apparse nelle file delle forze di sicurezza persone di pelle scura che comunicavano tra di loro in francese. Gheddafi non dovrebbe avere problemi ad assoldare mercenari da altri paesi africani visto che negli anni del suo regime ha sostenuto finanziariamente, politicamente e con forniture di armi decine di movimenti ribelli. Da alcuni movimenti Tuareg nel Mali e nel Niger al Darfur fino al Ciad e alla repubblica Centrafricana, Gheddafi sostiene una fitta rete di combattenti che dipendono dalla sua generosità. La sistematica strumentalizzazione di questi movimenti da parte di Gheddafi fa parte di uno dei capitoli più bui della storia del regime. Gheddafi ha ripetutamente prima finanziato e poi tolto a sorpresa il sostegno a un gruppo dopo aver cambiato radicalmente e improvvisamente la sua politica estera.

I Toubou vivono perlopiù nella Libia sudorientale. Da novembre 2009 il regime di Gheddafi perseguita e deporta sistematicamente gli appartenenti a questa minoranza di origine africana (etiopidi). Decine di Toubou sono stati arrestati per aver protestato contro le persecuzioni. Molti sono stati liberati solo dopo aver affermato pubblicamente che non si sarebbero opposti alla demolizione delle loro case. Finora oltre 3.800 Toubou hanno dovuto lasciare i propri villaggi e la propria casa.

A partire dal 2007 il regime libico ha iniziato a privare i Toubou dei loro diritti civili. Le autorità libiche si rifiutano inoltre di prolungare i passaporti o fornire documenti ai Toubou contadini e semi-nomadi che da anni ormai vivono in Libia. I circa 500.000 Toubou sono insieme ai Tuareg uno dei maggiori gruppi etnici del Sahara. Dispersi su un'area di 1,3 milioni di km2, la maggior parte di essi vive nel Ciad e nel Niger, vicini della Libia.

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