Il
12 e 13 giugno si terrà a Lecce il vertice G8 dei Ministri
dell'Economia. Abbiamo costituito un Coordinamento per contrastare
le politiche economiche fin qui portate avanti a livello globale che
vengono decise in vertici come questo e mettere in campo una idea
alternativa di economia.
Stiamo
organizzando un Controvertice, del quale invieremo a breve un
programma dettagliato
Per
adesioni, individuali o collettive, al manifesto e alle iniziative
inviare una mail a
info@nog8lecce
oppure
entrare nel sito
http://www.nog8lecce.org/home/
e
cliccare su info-contatti
http://www.nog8lecce.org/home/modules/contact/index.php?op=contact
Il
controvertice di Lecce si articolerà in:
9-10-11
giugno PIAZZE TEMATICHE, con dibattiti, video, animazione
12
giugno CONVEGNO NAZIONALE con esponenti del mondo
accademico,politico, associativo, religioso e sindacale
13
giugno MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Invitiamo
coloro che intendono partecipare al controvertice di comunicarci la
loro presenza, i giorni e il numero di persone; stiamo, inoltre,
lavorando per predisporre un servizio di accoglienza e alloggio
con sacchi a pelo. Vi invitiamo a comunicarci già da ora eventuali
prenotazioni .
PER
OGNI COMUNICAZIONE SCRIVETE ALL'INDIRIZZO: info at nog8lecce.org
di
seguito
info at nog8lecce.org
http://www.nog8lecce.org/home/
Manifesto
per il controvertice sull' economia del G8 di Lecce 12-13 giugno 2009
Nel
2001 il G8 si riunì a Genova. Furono giorni di violenta sospensione
dei diritti civili che ancora pesano nella coscienza collettiva,
insieme al ricordo e al dolore per la morte di Carlo Giuliani.
Furono
anche giorni in cui i “grandi della terra” snocciolarono il nuovo
credo della globalizzazione liberista come fosse una nuova religione
universale. A detta loro, il mondo sembrava avviato verso una marcia
trionfale economica e politica: il nuovo capitalismo transnazionale
avrebbe garantito profitti a tutti coloro che avessero voluto
arricchirsi, grazie alle opportunità della mondializzazione. Le
ricette che venivano proposte accoglievano l'invito a delocalizzare
le produzioni là dove i lavoratori venivano pagati con salari da
fame, menomando i diritti maturati in Occidente attraverso una
politica di precarizzazione selvaggia del lavoro (loro la chiamavano
“flessibilità”). Una nuova corsa al profitto veniva proposta ai
possessori di capitali, sventrando Welfare e diritti maturati in anni
di lotte e mobilitazioni di popolo. Una nuova panacea sembrava a
disposizione del capitale globale: investire i surplus nella finanza,
realizzando denaro dal denaro, dando vita ad una “architettura
finanziaria globale” che avrebbe consentito di armonizzare ogni
situazione di difficoltà da parte di governi consapevolmente
complici dell'inasprirsi delle disuguaglianze sociali. Oggi, mentre i
potenti della terra si apprestano a riunirsi a Lecce per un vertice
mondiale sull'economia, è tempo di bilanci. Rispetto alle promesse
del G8 di Genova, siamo di fronte ad uno scenario capovolto. Il
bilancio è impietoso e la parola che risuona in tutte le zone del
pianeta è una soltanto: crisi. Non una crisi di passaggio:tutti gli
addetti ai lavori concordano, si tratta della crisi più grave degli
ultimi 80 anni. La situazione è sotto gli occhi di tutti: milioni di
lavoratori disoccupati, aziende sul lastrico o in ristrutturazione
selvaggia, crescita esponenziale del debito pubblico e diminuzioni
del Pil, classe media impoverita ovunque. Non è un caso che
questo processo abbia preso le mosse dalla guerra , considerata dai
Paesi guida del G8 la miglior risposta all'attacco terroristico
dell'11 settembre 2001. In particolare la feroce guerra in Iraq ha
assorbito una impressionante quantità di denaro, il cui
finanziamento è stato reso possibile dalla vendita di buoni del
tesoro statunitensi sul mercato internazionale contando su una forte
diminuzione dei tassi d'interesse, collegando a questa politica il
via libera a prodotti finanziari sofisticati che impegnavano il
consumatore a spendere un denaro inesistente, con margini di rischio
nascosti da analisi di rating
manipolate.
I
profitti della globalizzazione hanno incrementato il divario tra Nord
e Sud del pianeta, consentito speculazioni formidabili sull'ambiente
e sui beni primari (a cominciare dall'acqua), imposto politiche di
privatizzazione generalizzata. I profitti della globalizzazione non
hanno placato la fame e la sete nel mondo. Al contrario: ogni giorno
la tragedia della sopravvivenza conquista nuovo spazio nel pianeta.
La sperequazione colpisce l'organizzazione sociale: aumenta ovunque
la disuguaglianza, la ricchezza è concentrata nelle mani di un pugno
di uomini, mentre milioni e milioni si chiedono se domani potranno
contare su un salario.
La
globalizzazione neo-liberista è fallita.
E'
bastato un decennio per passare dall'entusiasmo ideologico al
disastro economico-finanziario, dal trionfo del capitalismo
post-guerra fredda alla recessione.
Che
cosa possono dire al mondo di nuovo e importante un nugolo di
ministri economici e di banchieri che, in non pochi casi, hanno avuto
un ruolo di primaria importanza per sospingere la situazione fine
alla sua attuale condizione di crisi globale? Non è un G8 già
svuotato, e neppure un G20, che possono arrogarsi il ruolo del
governo mondiale dell’economia.
Noi,
ricordando le tante dichiarazioni, gli appelli, i manifesti prodotti
dal movimento da Seattle ad oggi, ribadiamo che la rotta
dell'economia mondiale va cambiata. Le nostre preoccupazioni e le
nostre dure critiche alla retorica e alla pratica della
globalizzazione si sono dimostrate del tutto giustificate e fondate.
Assistiamo al dibattersi dei governi in una spirale di provvedimenti
di emergenza che rivelano liquidità inimmaginabili, laddove per un
decennio si era detto che non esistevano materialmente le risorse per
intervenire sui tanti fronti delle tragedie umanitarie e per sanare
con la dovuta forza il degrado dell'ambiente, violentato da decenni
di produzioni di massa avvelenate. Liquidità utilizzata per
salvataggi governativi che vengono operati verso le grandi banche, le
stesse che hanno inventato una miriade di prodotti finanziari
derivati a danno dei consumatori. Niente sembra indicare un
ridimensionamento delle industrie delle armi, voragini di denaro che
alimentano insanabili divisioni tra i popoli del pianeta . Nessun
piano significativo, al passo con la gravità della situazione,
sembra venire dai grandi vertici mondiali. Il G20 di Londra non a
caso è stato deludente e non ha portato a nessuna conclusione degna
di nota.
Il
vertice politico-economico del G8 si terrà in Italia, dove il
Mezzogiorno si impoverisce, mentre il governo inventa diversivi
mediatici per coprire l'assenza di programma economico, mentre si
tagliano indispensabili risorse in tutti i settori strategici del
Welfare, abbassando la qualità della vita e pregiudicando il futuro
delle giovani generazioni. Questa sostanziale incapacità di
governare la crisi è peraltro accompagnata dalla promessa di opere
faraoniche di dubbia utilità collettiva e di certa distruttività
ambientale, indici di un titanismo di cartapesta che sembra mal
comprendere la gravità e la profondità della crisi.
Noi,
ricordando che a Genova avevamo affermato che un altro mondo è
possibile, troviamo improprio che le grandi potenze economiche della
terra discutano tra di loro a porte chiuse, arroccate in una
arrogante posizione di isolamento proprio mentre tutte le scommesse
da esse giocate sulla pelle dei più deboli sono state perse.
Nei
giorni del vertice di Lecce noi saremo nelle piazze e nelle strade
per discutere della crisi globale, per dare la voce a esperienze di
riflessione critica e a quelle realtà che, con progetti
innovativi, stanno sperimentando modelli economici e sociali diversi
e alternativi a quelli, disastrosi, delle politiche economiche delle
grandi potenze.
Saremo
a Lecce per riflettere e contestare, convinti che la partecipazione
diretta dei cittadini alle scelte politiche sia un diritto
fondamentale che va esercitato sempre. Tanto più oggi, dentro una
crisi che morde la vita di ognuno e che colpisce maggiormente le
fasce più deboli.
Oggi
un altro mondo non solo è possibile, ma è necessario. Oggi vanno
ascoltate le ragioni di quanti, puntando sulla creazione ed
estensione di reti di comunicazione partecipate, chiedono un
mutamento radicale delle politiche economiche mondiali.
FACCIAMO
APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILE, AI MOVIMENTI, ALLE ASSOCIAZIONI, AI
SINDACATI E A QUANTI CONCORDINO CON QUESTO MANIFESTO PER DARE VITA A
UN PERCORSO DI INIZIATIVE CHE CULMINI IL
12 GIUGNO IN UN CONVEGNO SULLA CRISI GLOBALE E LE ALTERNATIVE
ECONOMICHE E IL 13 GIUGNO IN UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A
LECCE.
Coordinamento
NoG8Lecce
Elenco
provvisorio delle adesioni al Manifesto del Coordinamento NO G8
Lecce
CRBM
- Campagna per la riforma della banca mondiale
Network per i
Diritti Globali - Barletta
Spazio Sociale Zei - Circolo Arci
Slai
Cobas - Taranto
Sinistra Critica - Bari
Sinistra Critica -
Lecce
Missionari Comboniani - Lecce
Comitato per la Difesa dei
Diritti degli Immigrati - Lecce
Fair
Associazione Popoli e
Culture
Coordinamento provinciale del Movimento per la Sinistra -
Lecce
Comitato Internazionale di Educazione per la Pace
Partito
di Alternativa Comunista - Puglia
Rete 28 aprile - CGIL
Studenti
in Lotta
RdB/CUB - Coordinamento Nazionale
Associazione
CicloAmici - Lecce
Sudpontino Social Forum
Laici Comboniani -
Lecce
Circolo Roberto Orsi - PRC Lecce
AWMR ITALIA -
Associazione Donne della regione Mediterranea
Associazione di
volontariato S.A.L.V.A.
WILPF - Italia
COMMERCIO EQUO E
SOLIDALE COOP. SOC. - Onlus (Lecce)
Associazione Cubana Josè
Martì
Collettivo "Iqbal Masih" - Lecce
Associazione
Meticcia
Proletari Comunisti
Associazione Runi-Runi - Mesagne
CSOA Cloro Rosso-Taranto
Partito dei Comunisti Italiani -
Federazione Provinciale - Lecce
Nico Perrone - Facoltà Scienze
Politiche - Università di Bari
MADE in DIGNITY - Bottega del
Mondo e del Consumo Critico (Lecce)
UdU
- Bari
UdS - Bari
Zona Franka 2.0
UdU
- Lecce
Salento.NoWar
Giuristi
Democratici - Lecce
Osservatorio
Sud - Bari
Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"
Comitato
di Bari "Contratto Mondiale per l'Acqua"
MEDICINA
DEMOCRATICA
DCP -
Dillo Con le Pietre
Radio
Popolare Salento
Valentina
Cremonesini - Facoltà di Scienze Sociali, Politiche e del Territorio
- Università del Salento
Antonello
Carbone - Laboratorio audiovisivo
Gaetano
Colantuono - Gruppo Docenti Precari Mobilitati di Bari e
Provincia
Enrico
Gonzales - Missionari Comboniani
Mario
Clemente
Daniela Dovolich
Tiziana Manca
Rossana
De Luca
Danilo Scorrano
Luca De Feo
Lisetta
Fanizzi