Duro attacco del quotidiano: "Causa perduta, bisogna andare via"
Nel
mirino il presidente Usa: "Vuole scaricare il disastro sul suo
successore"
WASHINGTON - "E' giunto il momento per gli Stati Uniti di
lasciare l'Iraq". Il duro stop alla guerra, fortemente voluta
dall'amministrazione Bush, arriva dal New York Times. Il quotidiano affida
la sua dura presa di posizione ad un lungo editoriale che chiama 'La via del
ritorno'. E sono parole che pesano come macigni sulla Casa Bianca. "Come tanti
americani abbiamo rinviato questa conclusione in attesa di un segnale che il
presidente Bush stesse cercando di sottrarre gli Stati Uniti al disastro da lui
creato invadendo l'Iraq senza ragioni sufficienti, sfidando l'opposizione
generale, senza un piano successivo per stabilizzare il paese", scrive il
quotidiano.
Una bocciatura totale. Che non lascia margini di
ripensamenti. Manca, sintetizza il Nyt, un progetto per il futuro dell'Iraq. "E'
spaventosamente chiaro che il piano di Bush è mantenere la rotta attuale finchè
sarà presidente per poi scaricare questo macello sul suo successore. Qualsiasi
fosse la sua causa, è una causa perduta".
E se la causa è persa, perdute
sono anche le vite di moltissimi soldati Usa uccisi nei continui scontri in
Iraq. "Continuare a sacrificare le loro vite sarebbe sbagliato" taglia corto il
New York Times. Che vede un solo strada possibile: il ritiro delle truppe. "Gli
americani devono ammettere con onestà il fatto che mantenere le nostre truppe in
Iraq servirebbe solo a peggiorare la situazione", afferma il giornale notando
che le guerra irachena ha avuto come conseguenza il distogliere le risorse del
Pentagono dall'Afghanistan per creare in Iraq "una nuova roccaforte" dei
terroristi.
E non serve a nulla dire, come fanno Bush e del suo vice
Dick Cheney, che un ritiro delle truppe Usa "produrrebbe un bagno di sangue,
caos e incoraggerebbe i terroristi". "E' pura demagogia - dice il giornale -
Tutto questo è già successo in Iraq, come risultato di questa invasione non
necessaria e della gestione incompetente di questa guerra".
(8 luglio
2007)
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/esteri/iraq-116/articolo-times/articolo-times.html
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