ricevo e giro
jamil
Colline a sud di Hebron, Territori Palestinesi Ocupati
29 giugno
2007
Susiya, un villaggio palestinese che tra una settimana non potrebbe
piu’
esistere
Il 6 giugno scorso, l’Alta Corte Israeliana ha dato 30
giorni di tempo ai
palestinesi di Susiya per presenatre una mappa
dell’abitato
all’Amministrazione
Civile Israeliana (DCO), l’ufficio
militare dell’occupazione israeliana in
Cisgiordania. Se la mappa non verra’
presentata entro il 6 luglio,
l’abitato
potra’ essere
distrutto.
Il 25 giugno I soldati israeliani hanno vietato agli ingegneri
assunti dal
villaggio nelle colline a sud di Hebron, di fare le rilevazioni
per la
mappa,
con nelle mani un ordine militare firmato dal commando
dell’Amministrazione
Civile in Hebron.
Da anni, l’esercito israeliano
persegue la distruzione del villaggio
palestinese, ufficialmente per “motivi
di sicurezza” per la colonia
israeliana
di Susya che sorge a 500 metri
dalle tende del villaggio palestinese di
Susiya.
In realta’ chi necessita
sicurezza e’ la comunita’ di pastori ed
agricoltori
palestinesi di
Susiya, quotidianamente sotto violenza dei colono
nazional/religiosi di
Susya, stanziatisi qua nel 1983 con l’obiettivo di
annettersi la terra
promessa e scacciare tutti i non ebrei che vi vivono.
Pestaggi di donne e
vecchi, distruzione di raccolti e alberi di ulivo,
uccisione di pecore. Tutto
questo e’ monitorato e denunciato da anni dai
pacifisti israeliani di
Ta’ayush e Rabbini per i Diritti Umani e dai
peacemakers di Christian
Peacemake Teams e Operazioen Colomba.
Tutto questo e’ taciuto dai mass/media,
per questo e’ come se Susiya non
esistesse gia’ piu’. Come se non fosse mai
esistita. Ecco perche’ tra una
settimana i bulldozer potranno schiacciare le
tende e riempire di sassi
e terra
le preziose cisterne dell’acqua mentre
I soldati potranno spintonare via a
forza le donne ed arrestare gli uomini
che faranno resistenza nell’ultimo
tentative di salvare le loro
radici.
Dal 6 luglio, Susiya potra’ essere distrutta, come se non fosse
mai
esistita.
E questo sara’ legale e giusto secondo lo Stato
d’Israele.
Logan
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