Fw: Cronache colonialiste dall'Afghanistan



 
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Sent: Wednesday, April 11, 2007 5:08 AM
Subject: Cronache colonialiste dall'Afghanistan

 Caro Direttore,
 
il suo articolo "uno di noi" apparso ieri su Repubblica, l'articolo di Daniele Mastrogiacomo, sono indubbiamente due pezzi di bravura giornalistica  della migliore tradizione italiana.Penso che i nostri figli se li troveranno nelle antologie del liceo.
Il suo vibra di note di passione morale e civile assai intense mentre quello di Mastrogiacomo fa quasi provare l'orrore della prigionia talebana e descrive il taglio della testa dell'autista in modo talmente realistico da dare l'impressione al lettore di assistervi.
Ma proprio per questo mi hanno indignato ancora di più.Tanta sapienza e cultura messe al servizio della menzogna, sicuramente la stessa menzogna dei giornalisti degli anni trenta che descrivevano le popolazioni dell'Africa occupata dagli eserciti di Mussolini, i somali, gli etiopi, gli eritrei, i libici come terroristi  ed assassini mentre questi venivano gasati, torturati, impalati, chiusi a morire di tifo petecchiale nei campi di concentramento. Sessanta mila cirenaici morirono di fame, di tifo, di stenti mentre migliaia di libici venivano crocifissi ed impalati.
Per fare digerire ai lettori le mostruosità delle imprese coloniali la prima operazione che si compie è togliere dignità di patrioti ai combattenti di paesi occupati: sono assassini. Mastrogiacomo parla dei talebani come di "una banda di assassini".Eppure lo hanno trattato assai meglio di come gli americani ed i loro ascari del governo Quisling trattano i loro prigionieri.
Da anni l'Afghanistan e l'Irak sono oc cupati da forze armate, da eserciti che non si fanno scrupolo di usare armi spaventose all'uranio, al fosforo, a frammentazione, Kabul e Bagdad pullulano di contractors che ogni notte uccidono previa tortura centinaia d di persone, ma naturalmente a nessuno dei resistenti si riconosce la dignità di nemico combattente secondo la tradizione delle guerre coloniali europee ed ora Usa.
Penso che il giornalista Aymel Nasqshebandi sia stato ucciso da noi assieme ai milioni di uccisi dai bombardamenti terroristici sull'Irak e sull'Afghanistan (si dice anche sulle zone "liberate") assieme ai tanti bambini che nasceranno deformi,
senza che nessuno di questi milioni di innocenti colpiti nelle loro case abbia mai trovato una sola riga della sua vibrante \perorazione di ieri, una sola parola di pietà, niente che potesse mettere in discussione la "missione" che essendo Onu e Nato dà piena licenza di uccidere, massacrare, seviziare.
Lei è assai più responsabile dei talebani della morte del giornalista che tanto la commuove. Repubblica con il suo milione di copie e la riconosciuta capacità di orientamento dell'opinione  pubblica è strumento bellico al servizio del neocolonialismo della grande "civiltà occiden tale" esportatrice di valori a gente che non ci ha mai fatto nulla di male, che non conosciamo, che teniamo in un grande girone dell'inferno.
Naturalmente si guarderà bene dall'ospitare questa lettera nel suo giornale. Ma a me basta che la legga lei e le faccia rimordere un po la coscienza.
Pietro Ancona da Palermo