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IRAQ: IL SENATO USA SFIDA BUSH
- Subject: IRAQ: IL SENATO USA SFIDA BUSH
- From: "Valentino R" <semjase at tin.it>
- Date: Fri, 30 Mar 2007 12:16:28 +0200
IL PRESIDENTE AMERICANO E' FINALMENTE IN
TRAPPOLA : PONENDO IL VETO SUL RIFINANZIAMENTO DELLE TRUPPE CON IL VINCOLO DEL
RIENTRO ENTRO IL 31 MARZO 2008, IL CONGRESSO EVITERA' DI STANZIARE I DOLLARI
RENDENDO DI FATTO BUSH IL SOLO COLPEVOLE DEL FALLIMENTO IRAKENO
WASHINGTON -Via dall'Iraq entro il marzo 2008.
Anche il Senato statunitense, come già fatto la scorsa settimana dalla Camera,
ha approvato una legge che fissa la data di rientro delle truppe americane
dall'Iraq. La misura, approvata dai senatori per 51 voti a 47, mette
ufficialmente Congresso e Casa Bianca in rotta di collisione perché il
presidente George W. Bush ha ribadito che metterà il veto alla legge quando
arriverà sulla sua scrivania. Per la misura hanno votato, oltre a 49
democratici, anche due senatori repubblicani: Chuck Hagel e Gordon Smith.
Mentre la Camera aveva fissato nel primo settembre 2008 la scadenza della presenza delle forze militari Usa in Iraq, la legge approvata dal Senato presenta alcune differenze: il ritiro delle truppe dovrebbe cominciare entro quattro mesi dalla entrata in vigore della legge e dovrebbe essere completato (ma la data non è vincolante) entro il 31 marzo 2008. Sia i democratici della Camera che quelli del Senato hanno annesso queste clausole alla legge che stanzia fondi per 122 miliardi di dollari per combattere le guerre in Iraq e in Afghanistan. Il veto del presidente Bush, che ha ribadito la sua intenzione di bloccare tutte le leggi che stabiliscono un "calendario arbitrario" per il rimpatrio delle truppe dall'Iraq, avrà quindi l'effetto di bloccare anche i soldi destinati a migliorare la situazione dei soldati impegnati in prima linea a Baghdad come a Kabul. Il presidente Bush incolpa i democratici per questo accusandoli di voler sabotare, per motivi politici, la capacità dei soldati di difendersi dal nemico. Ma i democratici sono rapidi nel ritorcere verso Bush la stessa accusa: è lui, col suo veto alla legge, a bloccare i fondi. Il presidente Bush, dopo avere preso la insolita iniziativa di invitare alla Casa Bianca tutti i deputati repubblicani, ha ribadito la sua intenzione di mettere il veto ed ha accusato i sostenitori di tale misura di voler interferire con le decisioni dei comandanti militari sul campo. "Siamo compatti nell'affermare con forza che quando le nostre truppe sono impegnate in combattimento devono ricevere tutti i fondi necessari - ha detto Bush durante una breve apparizione sotto il portico della Casa Bianca circondato dai deputati repubblicani - abbiamo i nostri comandanti militari impegnati sul campo in difficili decisioni e non devono avere le mani legate". Si tratta adesso per il Congresso di armonizzare i due testi approvati dalla Camera e dal Senato ma appare chiaro che il testo finale della legge, destinato a giungere sulla scrivania di Bush per la firma, conterrà ad ogni modo un riferimento al calendario di ritiro delle truppe facendo così scattare il veto presidenziale e bloccando i fondi destinati alle truppe. Nel frattempo la Casa Bianca è alle prese con un evidente raffreddamento dei suoi rapporti con l'Arabia Saudita. Re Abdullah, nel suo discorso ieri a Riad all'apertura della riunione della Lega Araba, ha parlato di "illegale occupazione straniera" dell'Iraq. La scorsa settimana il re saudita aveva cancellato la sua partecipazione ad una cena alla Casa Bianca in suo onore prevista per il mese prossimo. Il Dipartimento di Stato ha manifestato "sorpresa" per le dichiarazioni del sovrano saudita ed ha anticipato la intenzione di chiedere dei chiarimenti a Riad. ATTENTATO IN ZONA SCIITA BAGHDAD, 60 MORTI Un attentato suicida ha causato una sessantina di morti e decine di feriti in un mercato nel quartiere sciita di Shaab, nella parte nord di Baghdad. Lo hanno riferito fonti della polizia. KHALIS: TRE AUTOBOMBA E 50 MORTI Tre autobomba (non quattro come in precedenza indicato) guidate da attentatori suicidi sono esplose a pochi minuti di distanza l'una dall'altra a Khalis, città a maggioranza sciita a nord di Baghdad, causando la morte di circa 50 persone e il ferimento di numerose altre. Una delle vetture è esplosa in una zona commerciale, una seconda a un importante posto di blocco della polizia sulla via di accesso al quartier generale della polizia e al tribunale. Il terzo attentatore ha portato la sua auto a esplodere in mezzo alle pattuglie della polizia che accorrevano sulla scena. Fonti della polizia a Khalis hanno descritto il caos che regna nell'ospedale locale. "Non ci sono medicinali sufficienti, i feriti giacciono per terra nei corridoi, abbiamo dovuto usare le nostre camicie per ricavarne bende", ha detto un agente sotto copertura di anonimato. |
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