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    |   MILIONI DI EBREI FINIRANNO IN PRIGIONE di Massimo Mazzucco 
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    | venerdì 26 gennaio 2007 |  
    | Sbagliano coloro che dicono che il 
      nostro governo è schiavo di Israele, e che il decreto legge di Mastella, 
      approvato ieri, è un servile gesto di obbedienza "alla cricca 
      ebraica". 
 Prima di giudicare in base ai soliti 
      preconcetti, vediamo infatti con più attenzione di cosa si tratta. Ci dice 
      il Corriere di oggi che "il decreto legge, preannunciato in vista della 
      giornata della Memoria del 27, si riferisce più in generale ai «delitti di 
      istigazione a commettere crimini contro l'umanità e di apologia dei 
      crimini contro l'umanità», senza far riferimento a un preciso reato di 
      negazionismo della Shoah."
 
 Tanto rumore per nulla quindi, da parte 
      di tutti coloro che si erano allarmati per il diritto di 
      opinione.
 
 Continua l'articolo: "In particolare il ddl - sottolinea 
      una nota diffusa dal ministero della Giustizia - amplia e rende più severe 
      le norme per quanti propagandino la superiorità razziale e quanti 
      commettano o incitino a commettere atti discriminatori. Verrà punito con 
      una pena fino a tre anni chiunque diffonda idee sulla superiorità 
      razziale. Prevista una pena da 6 mesi a 4 anni per chiunque commetta o 
      inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, 
      nazionali, religiosi o compiuti a causa del personale orientamento 
      sessuale o dell'identità di genere".
 
 Possiamo quindi prevedere che 
      finiranno in galera tutti quegli ebrei - e non sono pochi - che si 
      ritengono parte di un popolo eletto, e che in virtù di questa presunta 
      superiorità si arrogano diritti che non gli spettano affatto. Ad 
      esempio:
 
 Il diritto di prendersi arbitrariamente più terra di 
      quanta assegnatali dall'autorità internazionale, per poi rifiutarsi di 
      obbedire alla stessa autorità, quando questa gli impone di restituire la 
      terra presa in eccesso.
 
 Il diritto di dividere, spezzettare, 
      tagliare a piacimento la terra altrui, arrivando a murare vivi interi 
      villaggi pur di frammentare con ogni scusa possibile il tessuto 
      sociale.
 
 Il diritto di interferire continuamente con ogni minimo 
      gesto di vita quotidiana della popolazione locale, umiliandola e 
      costringendola ad una continua vessazione che con la sicurezza di Israele 
      non ha nulla a che vedere. Vedremo così scattare ai check-point le giuste 
      pene, come recita la legge, "per chiunque commetta o inciti a commettere 
      atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, 
      religiosi".
 
 Il diritto di tenere intere generazioni di palestinesi 
      ingabbiate come animali nei campi profughi, e impedire il loro ritorno 
      alle loro case e alle loro famiglie. E ogni tanto di massacrarne anche 
      qualche migliaio, da Sabra a Chatila al più recente caso di 
      Jenin.
 
 A loro volta, il diritto di negare agli ispettori ONU di 
      visitare i campi profughi in cui si dice che Israele abbia fatto strage di 
      innocenti.
 
 Più in generale, il diritto di ammazzare civili a 
      piacimento, con la scusa di volersi difendere da una violenza che loro 
      stessi vanno creando.
 
 Il diritto di esimere i propri soldati dal 
      rispondere ai tribunali internazionali, dando loro carta bianca per ogni 
      più brutale violazione dei diritti umani. Avremo così il piacere di vedere 
      finalmente in prigione i generali israeliani che sui loro soldati compiono 
      continuamente «delitti di istigazione a commettere crimini contro 
      l'umanità», come recita la nuova legge. Anche Rumsfeld dovrebbe trovare 
      comodamente posto fra di loro.
 
 Il diritto di ammazzare impunemente 
      reporter e fotografi stranieri, arrivando a travolgere intenzionalmente 
      con i loro bulldozer delle semplici persone disarmate, che siano venute a 
      ficcare il naso un pò troppo da vicino nelle loro faccende.
 
 Il 
      diritto di rapire persone ospiti di un qualunque paese straniero, e 
      portarsele a casa come se fossero delle valigie, senza poi dovere 
      spiegazioni a nessuno.
 
 Il diritto di bombardare qualunque cosa 
      "metta a repentaglio la loro sicurezza nazionale", senza nemmeno ricorrere 
      alle normali procedure internazionali.
 
 Il diritto di minacciare un 
      paese sovrano di distruzione perchè starebbe sviluppando una "minaccia 
      nucleare", quando loro stessi hanno violato ogni possibile accordo 
      internazionale, mettendo insieme un arsenale 10.000 volte più potente di 
      quello paventato.
 
 E infine, il diritto di continuare a comportarsi 
      da perseguitati, quando la Shoah è finita da 60 anni, pretendendo leggi 
      "protettive" che in realtà servono a loro per perseguitare chiunque osi 
      mettersi sul loro passo.
 
 Tutto questo, e molto altro, denuncia 
      chiaramente una presunzione di superiorità a base religiosa, etnica e 
      razziale che finalmente la nuova legge Mastella potrà punire 
      adeguatamente.
 
 Ci si augura inoltre che questa legge, per quanto 
      non lo citi esplicitamente, vorrà anche punire il cosiddetto negazionismo 
      di cui tanto si parla. Finiranno così in galera, insieme agli altri, anche 
      tutti quegli ebrei che negano sia esistito un olocausto palestinese, 
      chiamato Nabka.
 
 Era ora che ci fosse un pò di giustizia a questo 
      mondo.
 
 
 
 
 PS: Sul Corriere c'era anche questa 
      dichiarazione del nostro Presidente della Repubblica, che per rispetto ad 
      Aristotele ho preferito non riportare direttamente 
      nell'articolo:
 
 No all'antisemitismo "anche quando esso si travesta 
      da antisionismo". "Antisionismo", ha detto il capo dello stato, "significa 
      negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della 
      sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si 
      alternano nella guida di Israele".
 
 Secondo il ragionamento di 
      Napolitano, dovrebbe essere proibito anche l'"antifascismo", in quanto 
      significherebbe una negazione della fonte ispiratrice dello stato 
      nazionalsocialista di Mussolini. Altrettanto dicasi per l'"anticomunismo", 
      in quanto significherebbe una negazione della fonte ispiratirice dello 
      stato comunista di Lenin.
 
 (A sua volta, in quanto noto 
      "antifascista", dovrebbe finire in prigione lo stesso Napolitano, che si 
      troverebbe a condividere la cella con l' "anticomunista" per antonomasia, 
      Silvio Berlusconi.)
 
 Siamo alle comiche.
 
 (Tratto da 
      www.luogocomune.net)
 
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