Re: (Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi



Non c'è differenza nella sostanza, solo nella
manifestazione esterna: i governi israeliani sono
sotto controllo della massoneria sionista gnostica:
chi si dovesse ostinare a resistere o viene ucciso, o
si ammala gravemente e va in coma, o se ne sta in
disparte "spontaneamente".
--- Gharaba Jamil <gharaba at libero.it> ha scritto: 

> Vorrei sentire la vostra sul fatto che sta passando
> in totale silenzio la 
> nomina del più estremista e razzista di questi tempi
> nel governo Israeliano 
> cioè il sig. Liberman del partito Israele  nostra
> casa.
> non so quanti hanno sentito parlare di lui,ma noi
> tanto.è il personaggio più 
> razzista che abbia esistito in Israele,oggi siede
> nel governo Israeliano,vi 
> ricordate la storia di Haider in Austria? tutta la
> comunità internazionale 
> ha boicottato l'Austria finche se ne andato via dal
> governo ,ma questo non 
> succederà per Israele ,sicuramente passerà
> inosservato.
> jamil
> ----- Original Message ----- 
> From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
> To: <conflitti at peacelink.it>
> Sent: Thursday, October 26, 2006 7:22 PM
> Subject: (Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello dei
> presidi palestinesi
> 
> 
> >
> > Vediamo ora il parere dei difensori di Israele...
> > seriamente, sono curioso...non dico che sia vero
> per partito preso ma
> > voglio allora una critica argomentata. :)
> >
> > ------- Segue messaggio inoltrato -------
> > Data inoltro:     Thu, 26 Oct 2006 08:06:15 +0200
> > Data invio:       Thu, 26 Oct 2006 08:42:47 +0200
> > Da:               doriana at inventati.org
> > A:                undisclosed-recipients:;
> > Inoltrato da:     pace at peacelink.it
> > Invia risposta a: pace at peacelink.it
> > Oggetto:          [pace] Pulizia etnica: appello
> dei presidi
> > palestinesi
> >
> > [ Fai doppio click qui per le opzioni di
> iscrizione ]
> >
> > Opere di pulizia...vi prego di leggere e
> diffondere, affinchè non
> > siano "pulite" anche queste informazioni. Doriana
> Goracci
> >
> >
>
_____________________________________________________________
> > _________
> > ________
> >
> > APPELLO DI PRESIDI Di UNIVERSITA' PALESTINESI
> > 14 ott. 2006
> > Care tutte,
> > Attualmente siete tutte a conoscenza delle ultime
> tattiche del governo
> > israeliano per la pulizia etnica: rifiutare i
> permessi di ingresso o
> > di ri-ingresso ed il diritto di residenza a
> persone di origine
> > palestinese che non si trovavano nei territori
> occupati nel 1967 alla
> > fine della guerra. Alcuni Palestinesi di questa
> categoria sono tornati
> > in Palestina e vi vivono da anni. Molti hanno una
> nazionalità
> > straniera, alcuni sono nati all?estero. Non esiste
> una nazionalità
> > palestinese perché la Palestina non è ancora
> riconosciuta come stato
> > indipendente. Queste persone, a cui non è stato
> dato un diritto di
> > residenza, hanno soggiornato con un visto
> turistico rinnovabile ogni
> > tre mesi. Alcuni l'hanno così rinnovato per più di
> 10 anni, altri
> > ancora più a lungo. L'iter consisteva nel lasciare
> Israele e rifare
> > una domanda di ingresso dall'estero. Molti
> Palestinesi sono andati in
> > Giordania a questo scopo, e vi hanno ricevuto il
> loro visto di
> > ri-ingresso. In marzo, Israele ha cominciato a
> rifiutare il
> > ri-ingresso a questo genere di persone, anche se
> molti tra loro
> > avevano lasciato mogli, figli e lavoro. In certi
> casi, questo ha
> > diviso delle famiglie. Israele rifiuta di
> autorizzare alcune mogli
> > palestinesi a partire, e ad un tempo rifiuta
> l?ingresso al marito con
> > nazionalità straniera. E questo rifiuto di
> ingresso non è solo per i
> > Palestinesi. Riguarda dagli studenti che
> desiderino studiare in una
> > università nei territori occupati a persone che
> potrebbero desiderare
> > di divenire membri di facoltà e le ONG. Qui sotto
> una lettera dei
> > Presidi di università palestinesi per attirare
> l'attenzione su questo
> > problema e chiedere al mondo di opporsi alla
> politica israeliana di
> > rifiuto di ri-ingresso nei Territori palestinesi
> occupati, e del
> > diritto di residenza. Leggetela con attenzione,
> diffondetela e
> > attivate campagne per opporsi alla nuova politica
> ipocrita israeliana
> > di pulizia etnica. Grazie, Dorothy (New Profile)
> >
> > Ai membri della società civile globale e al mondo
> accademico:
> >
> > Noi, Presidi di istituzioni palestinesi di studi
> superiori,
> > desideriamo portare alla vostra attenzione una
> politica israeliana
> > allarmante e per ora non nota che colpisce la
> nostra società in
> > Cisgiordania e nella Striscia di Gaza in generale,
> e l'educazione in
> > particolare: il rifiuto di ingresso, di
> ri-ingresso e di diritto di
> > residenza a membri di famiglie palestinesi e non
> palestinesi, a
> > conferenzieri, lavoratori di ONG e esperti
> internazionali in sviluppo,
> > muniti di passaporti stranieri. Dall'occupazione
> militare della
> > Cisgiordania e della Striscia di Gaza nel '67,
> Israele ha controllato
> > unilateralmente il registro civile della
> popolazione palestinese, e ha
> > limitato gli spostamenti all'interno e fuori dei
> Territori palestinesi
> > occupati,  per i Palestinesi e altri non
> Israeliani, privando così i
> > Palestinesi del loro diritto fondamentale alla
> libertà di movimento e
> > di residenza. Dall'inizio del 2006, e specialmente
> dopo le elezioni
> > parlamentari, molte migliaia di detentori di
> passaporto straniero di
> > origine palestinese o no, che vivono e/o lavorano
> nei Territori
> > palestinesi occupati si sono visti spesso negare
> l'ingresso, o sono
> > anche stati minacciati di deportazione. Israele si
> è arrogato la
> > prerogativa di accordare o rifiutare permessi di
> lavoro a stranieri
> > nei Territori palestinesi occupati. La maggior
> parte di loro è nata
> > palestinese e detiene oggi un passaporto straniero
> perché la loro
> > carta d'identità è stata annullata mentre essi
> studiavano o lavoravano
> > all'estero, o perché la loro domanda di
> ricongiungimento familiare era
> > stata respinta dall'autorità israeliana di
> occupazione per vari
> > pretesti  da ottobre 2000. Tuttavia sono cittadini
> che hanno costruito
> > la loro vita in Palestina, pagando le imposte
> locali e votando alle
> > elezioni regionali e nazionali. La maggioranza dei
> detentori di
> > passaporto straniero a cui si rifiuta l' ingresso
> o il
> > ricongiungimento familiare in Palestina ha diritto
> all'integrità della
> > famiglia secondo convenzioni internazionali e
> norme riconosciute.
> > Anche Israele ha firmato degli accordi di
> reciprocità e delle regole
> > di immigrazione con altri paesi, che sta violando
> senza mai fornire
> > una ragione adeguata per il suo comportamento,
> privando le persone
> > minacciate, dei loro diritti elementari di accesso
> alla giustizia,
> > alla trasparenza e alla responsabilità statale.
> Nel frattempo, i
> > cittadini israeliani godono di un ingresso senza
> ostacoli nella gran
> > parte dei paesi del mondo, mentre si nega a
> cittadini di questi paesi
> > un trattamento simile quando varcano le frontiere
> israeliane. Anche la
> > comunità degli affari è stata duramente colpita.
> Molti uomini d'affari
> > della diaspora, che sono riusciti ed hanno
> investito molto per
> > costruire la loro comunità per più di 10 anni, si
> vedono pure
> > rifiutare l'ingresso o sono deportati con un
> avviso di appena un mese.
> > Dei Palestinesi della diaspora e degli stranieri
> hanno resistito a
> > interrogatori umilianti alla frontiera,
> costantemente minacciati
> > dall'insicurezza di non avere il loro visto
> turistico o il loro
> > permesso di visita rinnovato ogni tre mesi. La
> maggior parte di queste
> > persone fa parte della classe locale istruita i
> cui contributi alla
> > società civile, alle istituzioni educative e al
> settore privato sono
> > stati inestimabili per la costruzione di un reale
> paese pluralista e
> > per porre le basi di un futuro stato palestinese.
> Ci sono stati almeno
> > 5 casi di rifiuto d'ingresso ad universitari e a
> personale
> > universitario che si sono visti rifiutare
> l'ingresso in Cisgiordania,
> > il più recente nel luglio 2006. Molti studenti
> stranieri sono stati
> > respinti alle frontiere e posti nell'impossibilità
> di iscriversi o di
> > continuare i loro studi in Palestina. E' stata
> posta fine anche ai
> > permessi di amministratori di diversi consigli di
> università e si è
> > detto loro di lasciare il paese. Noi facciamo
> appello a voi per
> > sostenere un'azione collettiva appropriata contro
> questa pericolosa
> > politica di rifiuto di ingresso e ri-ingresso di
> Palestinesi e di
> > altre nazionalità, rifiuto che minaccia di vuotare
> i Territori
> > palestinesi occupati della loro classe istruita:
> >         Ottenere l'annullamento di questa forma di
> controllo
> > illegittimo, discriminatorio e immorale della
> popolazione.
> >         Assicurare una totale libertà d'accesso
> all'educazione e ad
> > altre attività in Palestina.
> >
> > I Presidi di università palestinesi:
> >
> > Dr. Ali Zedan Brother Daniel Casey
> > Al-Aqsa University/Gaza Bethlehem University
> >
> > Dr. Daoud Zatari Dr. Fakhri Hasan
> > Palestine Polytechnic University Hebron University
> >
> > Dr. Jawad Wadi Dr. Kamalain Shaath
> > Al-Azhar University/Gaza Islamic University of
> Gaza
> >
> > Dr. Munther Salah Dr. Nabeel Kassis
> > Arab American University Birzeit University
> >
> > Dr. Rami Hamdalla Dr. Sari Nusaibah
> > An-Najah University Al Quds University
> >
> > Dr. Younis Amro Al Quds Open University
> >
> >
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