R: Re: (Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi



  Israele e le lobby ebraiche controllano i massmedia occidentali. 
BaSTA VEDERE L'INDIFFERENZA  con cui vengono comunicati i morti 
palestinesi uccisi sempre "mentre tentavano un atto terroristico...."

  Chi si azzarda a scrivere qualcosa di veritiero su Israele viene 
subito marcato come antisemita.
  Pietro 
Messaggio originale----
Da: 
gharaba at libero.it
Data: 31-ott-2006 7.31 PM
A: <conflitti at peacelink.it>
Ogg: Re: (Fwd)  [pace] Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi

Vorrei sentire la vostra sul fatto che sta passando in totale silenzio 
la 
nomina del più estremista e razzista di questi tempi nel governo 
Israeliano 
cioè il sig. Liberman del partito Israele  nostra casa.
non 
so quanti hanno sentito parlare di lui,ma noi tanto.è il personaggio 
più 
razzista che abbia esistito in Israele,oggi siede nel governo 
Israeliano,vi 
ricordate la storia di Haider in Austria? tutta la 
comunità internazionale 
ha boicottato l'Austria finche se ne andato 
via dal governo ,ma questo non 
succederà per Israele ,sicuramente 
passerà inosservato.
jamil
----- Original Message ----- 
From: "Davide 
Bertok" <davide at bertok.it>
To: <conflitti at peacelink.it>
Sent: Thursday, 
October 26, 2006 7:22 PM
Subject: (Fwd) [pace] Pulizia etnica: appello 
dei presidi palestinesi


>
> Vediamo ora il parere dei difensori di 
Israele...
> seriamente, sono curioso...non dico che sia vero per 
partito preso ma
> voglio allora una critica argomentata. :)
>
> 
------- Segue messaggio inoltrato -------
> Data inoltro:     Thu, 26 
Oct 2006 08:06:15 +0200
> Data invio:       Thu, 26 Oct 2006 08:42:47 
+0200
> Da:               doriana at inventati.org
> A:                
undisclosed-recipients:;
> Inoltrato da:     pace at peacelink.it
> Invia 
risposta a: pace at peacelink.it
> Oggetto:          [pace] Pulizia 
etnica: appello dei presidi
> palestinesi
>
> [ Fai doppio click qui 
per le opzioni di iscrizione ]
>
> Opere di pulizia...vi prego di 
leggere e diffondere, affinchè non
> siano "pulite" anche queste 
informazioni. Doriana Goracci
>
> 
_____________________________________________________________
> 
_________
> ________
>
> APPELLO DI PRESIDI Di UNIVERSITA' PALESTINESI
> 14 ott. 2006
> Care tutte,
> Attualmente siete tutte a conoscenza 
delle ultime tattiche del governo
> israeliano per la pulizia etnica: 
rifiutare i permessi di ingresso o
> di ri-ingresso ed il diritto di 
residenza a persone di origine
> palestinese che non si trovavano nei 
territori occupati nel 1967 alla
> fine della guerra. Alcuni 
Palestinesi di questa categoria sono tornati
> in Palestina e vi vivono 
da anni. Molti hanno una nazionalità
> straniera, alcuni sono nati all?
estero. Non esiste una nazionalità
> palestinese perché la Palestina 
non è ancora riconosciuta come stato
> indipendente. Queste persone, a 
cui non è stato dato un diritto di
> residenza, hanno soggiornato con 
un visto turistico rinnovabile ogni
> tre mesi. Alcuni l'hanno così 
rinnovato per più di 10 anni, altri
> ancora più a lungo. L'iter 
consisteva nel lasciare Israele e rifare
> una domanda di ingresso 
dall'estero. Molti Palestinesi sono andati in
> Giordania a questo 
scopo, e vi hanno ricevuto il loro visto di
> ri-ingresso. In marzo, 
Israele ha cominciato a rifiutare il
> ri-ingresso a questo genere di 
persone, anche se molti tra loro
> avevano lasciato mogli, figli e 
lavoro. In certi casi, questo ha
> diviso delle famiglie. Israele 
rifiuta di autorizzare alcune mogli
> palestinesi a partire, e ad un 
tempo rifiuta l?ingresso al marito con
> nazionalità straniera. E 
questo rifiuto di ingresso non è solo per i
> Palestinesi. Riguarda 
dagli studenti che desiderino studiare in una
> università nei 
territori occupati a persone che potrebbero desiderare
> di divenire 
membri di facoltà e le ONG. Qui sotto una lettera dei
> Presidi di 
università palestinesi per attirare l'attenzione su questo
> problema e 
chiedere al mondo di opporsi alla politica israeliana di
> rifiuto di 
ri-ingresso nei Territori palestinesi occupati, e del
> diritto di 
residenza. Leggetela con attenzione, diffondetela e
> attivate campagne 
per opporsi alla nuova politica ipocrita israeliana
> di pulizia 
etnica. Grazie, Dorothy (New Profile)
>
> Ai membri della società 
civile globale e al mondo accademico:
>
> Noi, Presidi di istituzioni 
palestinesi di studi superiori,
> desideriamo portare alla vostra 
attenzione una politica israeliana
> allarmante e per ora non nota che 
colpisce la nostra società in
> Cisgiordania e nella Striscia di Gaza 
in generale, e l'educazione in
> particolare: il rifiuto di ingresso, 
di ri-ingresso e di diritto di
> residenza a membri di famiglie 
palestinesi e non palestinesi, a
> conferenzieri, lavoratori di ONG e 
esperti internazionali in sviluppo,
> muniti di passaporti stranieri. 
Dall'occupazione militare della
> Cisgiordania e della Striscia di Gaza 
nel '67, Israele ha controllato
> unilateralmente il registro civile 
della popolazione palestinese, e ha
> limitato gli spostamenti 
all'interno e fuori dei Territori palestinesi
> occupati,  per i 
Palestinesi e altri non Israeliani, privando così i
> Palestinesi del 
loro diritto fondamentale alla libertà di movimento e
> di residenza. 
Dall'inizio del 2006, e specialmente dopo le elezioni
> parlamentari, 
molte migliaia di detentori di passaporto straniero di
> origine 
palestinese o no, che vivono e/o lavorano nei Territori
> palestinesi 
occupati si sono visti spesso negare l'ingresso, o sono
> anche stati 
minacciati di deportazione. Israele si è arrogato la
> prerogativa di 
accordare o rifiutare permessi di lavoro a stranieri
> nei Territori 
palestinesi occupati. La maggior parte di loro è nata
> palestinese e 
detiene oggi un passaporto straniero perché la loro
> carta d'identità 
è stata annullata mentre essi studiavano o lavoravano
> all'estero, o 
perché la loro domanda di ricongiungimento familiare era
> stata 
respinta dall'autorità israeliana di occupazione per vari
> pretesti  
da ottobre 2000. Tuttavia sono cittadini che hanno costruito
> la loro 
vita in Palestina, pagando le imposte locali e votando alle
> elezioni 
regionali e nazionali. La maggioranza dei detentori di
> passaporto 
straniero a cui si rifiuta l' ingresso o il
> ricongiungimento 
familiare in Palestina ha diritto all'integrità della
> famiglia 
secondo convenzioni internazionali e norme riconosciute.
> Anche 
Israele ha firmato degli accordi di reciprocità e delle regole
> di 
immigrazione con altri paesi, che sta violando senza mai fornire
> una 
ragione adeguata per il suo comportamento, privando le persone
> 
minacciate, dei loro diritti elementari di accesso alla giustizia,
> 
alla trasparenza e alla responsabilità statale. Nel frattempo, i
> 
cittadini israeliani godono di un ingresso senza ostacoli nella gran
> 
parte dei paesi del mondo, mentre si nega a cittadini di questi paesi
> 
un trattamento simile quando varcano le frontiere israeliane. Anche la
> comunità degli affari è stata duramente colpita. Molti uomini 
d'affari
> della diaspora, che sono riusciti ed hanno investito molto 
per
> costruire la loro comunità per più di 10 anni, si vedono pure
> 
rifiutare l'ingresso o sono deportati con un avviso di appena un mese.
> Dei Palestinesi della diaspora e degli stranieri hanno resistito a
> 
interrogatori umilianti alla frontiera, costantemente minacciati
> 
dall'insicurezza di non avere il loro visto turistico o il loro
> 
permesso di visita rinnovato ogni tre mesi. La maggior parte di queste
> persone fa parte della classe locale istruita i cui contributi alla
> 
società civile, alle istituzioni educative e al settore privato sono
> 
stati inestimabili per la costruzione di un reale paese pluralista e
> 
per porre le basi di un futuro stato palestinese. Ci sono stati almeno
> 5 casi di rifiuto d'ingresso ad universitari e a personale
> 
universitario che si sono visti rifiutare l'ingresso in Cisgiordania,
> 
il più recente nel luglio 2006. Molti studenti stranieri sono stati
> 
respinti alle frontiere e posti nell'impossibilità di iscriversi o di
> 
continuare i loro studi in Palestina. E' stata posta fine anche ai
> 
permessi di amministratori di diversi consigli di università e si è
> 
detto loro di lasciare il paese. Noi facciamo appello a voi per
> 
sostenere un'azione collettiva appropriata contro questa pericolosa
> 
politica di rifiuto di ingresso e ri-ingresso di Palestinesi e di
> 
altre nazionalità, rifiuto che minaccia di vuotare i Territori
> 
palestinesi occupati della loro classe istruita:
>         Ottenere 
l'annullamento di questa forma di controllo
> illegittimo, 
discriminatorio e immorale della popolazione.
>         Assicurare una 
totale libertà d'accesso all'educazione e ad
> altre attività in 
Palestina.
>
> I Presidi di università palestinesi:
>
> Dr. Ali Zedan 
Brother Daniel Casey
> Al-Aqsa University/Gaza Bethlehem University
>
> 
Dr. Daoud Zatari Dr. Fakhri Hasan
> Palestine Polytechnic University 
Hebron University
>
> Dr. Jawad Wadi Dr. Kamalain Shaath
> Al-Azhar 
University/Gaza Islamic University of Gaza
>
> Dr. Munther Salah Dr. 
Nabeel Kassis
> Arab American University Birzeit University
>
> Dr. 
Rami Hamdalla Dr. Sari Nusaibah
> An-Najah University Al Quds 
University
>
> Dr. Younis Amro Al Quds Open University
>
>
>
>
> --
> 
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Archivio messaggi:
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