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L'antagonista di Redeker difende il diritto di parola di Redeker
- Subject: L'antagonista di Redeker difende il diritto di parola di Redeker
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Tue, 17 Oct 2006 12:32:35 +0200
Antoine Sfeir, fautore del dialogo a oltranza con l'islam, ci dice che Ratzinger non aveva nulla di cui scusarsi dopo Ratisbona
L'antagonista di Redeker difende il diritto di parola di Redeker Roma. Neanche un mese ma la nottata sembra già passata. Da quel martedì 19 settembre, quando il Figaro ha dato alle stampe l'articolo dello scandalo, non sono neanche trascorsi trenta giorni, ma in Francia l'affaire Redeker sembra, se non archiviato, quasi messo nel dimenticatoio, almeno per ora. Pochi articoli, sparuti editoriali, un commento qua e là sui forum web, un generale silenzio che non aiuta a tenere vigile l'attenzione sulla vicenda del professore di filosofia di Tolosa costretto a vivere in incognito e sotto scorta. I fondamentalisti lo hanno minacciato e gli hanno promesso una brutta fine per le sue riflessioni su come debba rispondere il mondo libero alle intimidazioni islamiste. Robert Redeker non può replicare, non può farsi vedere in pubblico perché rischia la vita, deve affidare la sua resistenza a un gruppo di intellettuali che in questi giorni si batte per tenere acceso il dibattito sul suo caso. Spesso le voci non sono di incondizionata adesione alle sue tesi - forti, rumorose e controverse - ma a volte sono di sostegno e di condanna del suo esilio forzato dalla libertà. Il Foglio ha incontrato una di queste voci: Antoine Sfeir, direttore dei Cahiers de l'Orient, un'istituzione in Francia in fatto di affari mediorientali e di analisi dei rapporti tra musulmani e società moderne. Coincidenza vuole che Sfeir abbia pubblicato sul Figaro un intervento proprio il 19 settembre, proprio vicino a quello di Redeker, ma il caso nato dalla fatwa contro il filosofo lo ha fatto passare nell'ombra. Eppure anche le sue erano parole pesanti. "Io ho solo voluto dire che il Papa non aveva nulla di cui scusarsi per la lectio magistralis di Ratisbona. I musulmani non l'hanno capito o, meglio, non hanno fatto niente per cercare di capirlo e la polemica seguita mostrato come l'obiettivo degli islamisti sia sempre e soltanto quello di scaldare gli animi". Niente di nuovo, insomma. "Già, niente di nuovo, in fondo ho solo ripetuto cose affermate da più parti. Ma certe verità, certi pensieri, a mio avviso non vanno taciuti e vanno ripetuti". Dunque bene ha fatto Redeker a non autocensurarsi in nome del religiosamente corretto? Sfeir non ha dubbi, sebbene diverso sia il suo punto di partenza come quello di arrivo nell'analisi: "Il caso Redeker è duplice. Da una parte pone in tutta la sua attualità la questione della libertà d'espressione e su questo punto la mia posizione è univoca: è semplicemente inaccettabile minacciare una persona per il solo motivo che abbia voluto esporre idee che qualcuno considera irriguardose". Eppure i distinguo sono stati più d'uno: "Non sono d'accordo: il mondo politico e culturale francese ha a lungo di battuto sull'episodio e la risposta è stata unanime nel condannare le minacce". Dopo aver ripetuto, ribadito e sottolineato che con l'intimidazione non si discute nemmeno, Sfeir decide di entrare nel merito e non risparmia critiche. "Non mi sento per niente in sintonia con quanto scritto da Redeker : è sufficiente conoscere un minimo l'islam per rendersi conto che il suo intervento è pieno di pregiudizi. Anzi, non valeva nemmeno la pena leggerlo quel pezzo, ma dopo tutto è diventato fondamentale". Alla domanda delle domande, quella che poi dà il titolo alla tribuna di Redeker, Sfeir come si sente di rispondere? "Che cosa deve fare il mondo libero di fronte alle intimidazioni islamiste? Semplice, deve perseverare nel dialogo anche per mostrare che lo scontro di civiltà non siamo noi a volerlo, ma è uno spettro che gli islamisticontinuano a invocare". Chiacchiera con i tuoi amici in tempo reale! http://it.yahoo.com/mail_it/foot/*http://it.messenger.yahoo.com
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