boicottaggio nei confronti del governo degli Hezbollah
- Subject: boicottaggio nei confronti del governo degli Hezbollah
- From: "antonelloa71\@libero\.it" <AntonelloA71 at libero.it>
- Date: Thu, 14 Sep 2006 17:15:07 +0200
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Propongo per coloro che amano la verità e la pace:
il boicottaggio del governo dei terroristi Hezbollah.
Tutti quelle e quelli che sinceramente desiderano la pace, dal mio modesto parere, dovrebbe tenerne conto delle idee contenute in questo articolo scritto 8 anni fa da Edward Said, nella lotta contro la politica irresponsabile dello stato sionista responsabile di tante ingiustizie ed atrocità che provocano innumerevoli inutili sofferenze per i popoli palestinese ed israeliano e non solo
La tesi secondo la quale l'Olocausto non sarebbe altro che un'invenzione sionista sta avendo oggi troppo, davvero troppo, credito. Come possiamo aspettarci che il mondo intero acquisti consapevolezza delle nostre sofferenze in quanto arabi, se non siamo in grado di prendere coscienza delle sofferenze degli altri, anche se questi sono i nostri oppressori... ..affermare certe illazioni è pericoloso oltre che antistorico !!!Se ci riveliamo incapaci di fare i conti con la realtà dei fatti, non appena questa disturba la nostra semplicistica visione di intellettuali"benpensanti", che si rifiutano di vedere la relazione che esiste fra l'Olocausto e Israele. Affermare che noi dobbiamo prendere coscienza della realta dell'Olocausto non significa affatto far propria la tesi secondo la quale l'Olocausto giustifica il male che il sionismo ha fatto ai palestinesi.
Ma condividere la posizione di Roger Garaudy e dei suoi amici negazionisti, in nome della libertà di espressione, è una furbizia sciocca, che altro effetto non ha se non quello di screditarci più di quanto già non lo siamo agli occhi del mondo intero per la nostra incompetenza, i nostri fallimenti nel condurre la nostra lotta in modo degno, la nostra incomprensione della storia e del mondo in cui viviamo. Perché non combattiamo più energicamente a favore della libertà di espressione nelle nostre società, una libertà che, tutti lo sanno, esiste appena?
Eppure, i provvedimenti repressivi e la censura della stampa e della libertà di opinione sono molto più inquietanti nel mondo arabo che non in Francia. Perché non li combattiamo con più energia e determinazione invece di agitarci per difendere Garaudy, sostenendo posizioni aberranti come quella di certi intellettuali, alcuni dei quali famosi, che non esitano a considerare quest'uomo un nuovo Emile Zola!
In Egitto e in Libano ci sono rispettivamente 130.000 e 400.000 rifugiati palestinesi del 1948. Sono ormai cinquant'anni che la maggioranza di costoro non ha diritto a un permesso di soggiorno.
Trattati come nemici dagli stati arabi che li ospitano, ai rifugiati palestinesi viene negato il permesso di lavoro, il diritto allo studio e l'assistenza medica e sociale... E, per di più, viene loro imposto di presentarsi alla polizia ogni mese....e poi andate a parlare di solidarietà araba.
Dimenticati da tutti, essi non appartengono a nessun luogo e vivono in una situazione kafkiana. A ragione ci si sarebbe potuti aspettare che alcuni intellettuali responsabili si mobilitassero, nei diversi Paesi, per il miglioramento delle loro condizioni di vita. Un aiuto umanitario di base e la fine delle misure di discriminazione nei loro confronti sarebbero stati ben più utili alla causa palestinese della pletora di teorie che oggi ci tocca sentire, siano esse dichiarazioni contro la"normalizzazione" o comunicati a favore di"nuove iniziative di pace" fra il governo egiziano e quello israeliano. Capitale morale di tre religioni, Gerusalemme lo è già, in quanto quelle monoteistiche sono nate tutte lì. Ma sono nate dal seme ebraico perché Gesù e tutti gli Apostoli erano ebrei, e fu una scuola degli ebrei che un cammelliere analfabeta di nome Maometto, il quale di Gerusalemme aveva fatto il più importante comando di tappa delle sue carovane, si convinse che in cielo c'è un solo Dio, in nome del quale riuscì a unificare sotto il suo comando le sparpagliatissime e litigiose orde arabe. Ma una unica capitale politica di tre diversi Stati, non la vedo proprio né a Gerusalemme né altrove. Anche se c'è una monumentale moschea e cattedrali di tutti i culti cristiani, Gerusalemme è ebrea, e proprio a questo deve il fatto di essere diventata, nella Storia, il laboratorio di tutte le religioni monoteistiche.
Profughi palestinesi, vittime degli Stati Arabi. Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non cט dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d'Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l'odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nellaltro, bisognerא pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo ט storicamente, politicamente e giuridicamente falso.
Dal «Corriere della Sera», Indro Montanelli, 16 settembre 1972
Antonello Are
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