Sri Lanka: la soluzione militare ha ripreso il sopravvento
- Subject: Sri Lanka: la soluzione militare ha ripreso il sopravvento
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Mon, 4 Sep 2006 16:56:42 +0200
Sri Lanka: la soluzione militare ha ripreso il sopravvento Da più di un mese sono ripresi seri scontri armati tra il Governo dello Sri Lanka ed il gruppo separatista LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Se già dal novembre dello scorso anno esercito e guerriglieri avevano iniziato nuovamente a fronteggiarsi, è a partire dalla fine del mese di luglio che i combattimenti si possono, senza alcun dubbio, definire ad alta intensità e dunque essere tradotti con il termine “guerra”. Angelo Valsesia Equilibri.net (04 settembre 2006) Motivi del rancore Il rancore ha origini lontane, che si possono già ascrivere al governo di Solomon Bandranaike che proclamò il cingalese unica lingua ufficiale ed il buddismo religione di Stato (1956). Il popolo d’etnia Tamil (circa il 13% della popolazione), d’origine indiana e religione induista, presente nel nord-est del Paese, apprese la notizia come una chiara volontà da parte del governo centrale di voler creare disparità di diritti e libertà. In un primo momento l’opposizione tamil si svolse principalmente sul piano politico e lo stesso Bandranaike propose delle aperture alla minoranza etnica. La reazione cingalese (74% della popolazione) fu senza proporzioni ed il Primo Ministro fu assassinato da un monaco buddista nel 1959. La moglie di Bandranaike, Sirimavo, lo sostituì nella carica ed acuì le politiche nazionaliste inizialmente proposte dal consorte, non facendo partecipare rappresentanti Tamil alla stesura della Costituzione del 1972 né del 1978. In quegli anni nascono i primi gruppi clandestini che osteggiano i provvedimenti del governo centrale e nel 1976 nasce il movimento armato LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam) la cui opposizione è violenta, caratterizzata da metodi di guerriglia e dalla pratica degli attentati suicidi. La contestazione è vivamente appoggiata dall’intera popolazione e lo dimostra che l’anno successivo (1977) il partito separatista Tamil conquista tutti i seggi della penisola di Jaffna, nel nord del Paese. Dal 1983 è guerra aperta, con la conseguente repressione del Governo di Colombo. Il soffocamento dell’insurrezione Tamil è basato su una linea dura, che sfocia in quella che tecnicamente può essere definita “pulizia etnica”, con la fuga di circa 65.000 tamil verso l’India, loro terra d’origine. Le violenze si sono arrestate soltanto nel 2002 quando le due parti hanno firmato un cessate-il-fuoco, grazie alla mediazione della Norvegia. I recenti avvenimenti Anche se il rispetto del cessate-il-fuoco è sempre stato
relativo, le violenze si sono nuovamente intensificate nel novembre del 2005,
allorquando le elezioni presidenziali sono state vinte da Mahinda Rajapakse. La
campagna elettorale di Rajapakse è stata basata su una linea dura a riguardo
delle trattative di pace con i rappresentanti Tamil. Inoltre ha sostenuto che in
qualunque caso il conflitto si sarebbe indubbiamente concluso all’interno di un
unico Stato. La frase assume particolare valenza se si considera che dal 2002 in
poi diverse ipotesi alternative erano state proposte da entrambi gli attori in
gioco. Una delle prime proposte del LTTE fu quella dell’Interim Self-Governing
Authority (ISGA). Questo Governo provvisorio avrebbe rappresentato gli otto
distretti in cui è divisa la regione settentrionale, e sarebbe stato composto
dai gruppi etnici e religiosi della zona con una particolare attenzione al
rispetto dei diritti umani. Tuttavia sia il Governo sia lo stesso gruppo
separatista non hanno mai veramente creduto in questa opzione, rifiutandola o
ritornando sui propri passi. Altra soluzione sembrava quella federalista, ma
anche per questa vale lo stesso discorso di cui sopra. Attori ed errori Nel giorno stesso delle elezioni, il 17 novembre, vi sono
state le prime esplosioni d’ordigni solitamente utilizzati dalle Tigri Tamil.
Così si può osservare che entrambi i principali attori in gioco si sono mossi
prima e dopo le elezioni in maniera azzardata. Da un lato il Presidente
Rajapakse ha calcato troppo la mano ricercando una base elettorale avversa alla
soluzione con i Tamil e sostenendo, anche recentemente, che non è in atto alcun
tipo di conflitto con la minoranza del nord. Dichiarazioni che volevano porre in
secondo piano gli scontri ed i numerosi morti (più di 1.000 dall’inizio
dell’anno), ma che hanno provocato così le ire delle Tigri Tamil. Si denota
dunque che per un ritorno elettorale, il Presidente ha eroso quelle che erano le
già fragili basi del processo di pace. Conclusioni Ciò che effettivamente manca ai rappresentanti dei due schieramenti è una visione globale e complessiva dei rispettivi rapporti. Governo e LTTE hanno perso di vista quelli che sono effettivamente obiettivi comuni: la fine delle ostilità per permettere sia la ricostruzione dell’economia sia delle regioni distrutte dalla guerra e dai disastri naturali. Entrambi i protagonisti stanno agendo secondo politiche che sono dettate dagli episodi giornalieri e dunque sempre mossi da emotività. Politiche che dunque si concentrano più sui punti di rottura che su quelli d'incontro. |
- Prev by Date: Pan-Muslim Fiction - aish.com
- Next by Date: buddismo pacifico???????
- Previous by thread: Pan-Muslim Fiction - aish.com
- Next by thread: buddismo pacifico???????
- Indice: