LIBERIAMO GLI EBREI E CI LIBEREREMO ANCHE NOI



Aiutiamo gli ebrei ad avere una Israele pacifica e
democratica

Lo stato di Israele ha avuto per passato storico una
nascita ed una crescita non normale. E' nato da una
pianificazione a tavolino di forze esterne, le
multinazionali americane e i dirigenti sionisti, sulle
conseguenze di una emegrazione forzata dalla
terrificante persecuzione antisemita, dalla lotta
terroristica per strappare e contendere ai palestinesi
brandelli di territorio. Per il popolo di religione
ebraica è stato ed è un processo da sempre subito, al
quale hanno partecipato con un "consenso obbligato"
dalle circostanze create e dettate dall'esterno,
quindi subite. Si è formata una classe dirigente che
ha dimostrato continuità nel progetto iniziale
scavalcando, coartando, strumentalizzando le coscienze
e la volontà di un popolo che ama e vuole per sè e per
gli altri solo pace, e si trova suo malgrado sempre
coinvolto in guerre che oggi apertamente sono
funzionali solo alla politica imperiale, non solo e
non tanto degli Stati Uniti, ma della potentissima
lobby finanziaria che è il principale motore del modo
di produzione capitalistico nel mondo. E questa
"adesione forzata" di un popolo è costantemente
esercitata e mantenuta con il terrore: il terrore del
passato dei campi di concentramento, il terrore del
presente della "distruzione": il tutto sapientemente
dosato dai mass media internazionali (il 95% dei mass
media internazionali sono sotto controllo) e dalla
gestione pilotata di gruppi estremistici ad hoc
"stimolati" se non "guidati" (basta l'esperienza delle
nostre BR per capire la tecnica mossad)  con il loro
sempre opportuno e tempistico intervento a dosi di
kamikaze o bombe con l'obiettivo della carneficina di
innocenti, da sempre motore inesauribile del divide et
impera! Ricordiamolo sempre: dove c'è strage di civili
c'è il nemico del popolo, mascherato quanto vogliamo,
ma sempre nemico del popolo! La vita appartiene al
popolo, la morte è un marchio riservato in esclusiva
del capitale!
Quindi lo Stato di Israele, del quale dobbiamo
accettare e sacralizzare l'esistenza in quanto
contenitore di popolo santo, è uno stato non
democratico, confessionale, con una costituzione e
leggi che hanno utilizzano in modo mistificatorio la
religione alterandone il senso: l'ebraismo è pace, la
terra promessa è il mondo intero! Ed il governo di
questo stato di Israele è in mano ad una setta
criminale che è la continuazione, e non poteva essere
altrimenti di quella lobbie finanziaria che lo ha
generato in mezzo a tanto lutto, odio e morte. La pace
non è stata raggiunta perchè la nascita di Israele non
era e non è l'obiettivo di questa lobby, la nascita di
Israele era soltanto un mezzo: il loro obiettivo era
ed è il controllo dei processi economico-finanziari
mediante lo strumento militare che è l'espressione
diretta, svelata della catena di comando del sistema
capitalistico. Una prova lampante risiede nel fatto
che ogni volta che il processo di pace è reso
possibile, tempistiche e devastanti azioni irrompono
sulla scena per impedirlo: non ultimo l'appello che
unitariamente dalle carceri e fuori, dirigenti
palestinesi insieme agli stati arabi hanno rivolto ad
Israele e cioè il contemporaneo riconoscimento di
Israele e dei diritti del popolo palestinese. La lobby
non poteva accettarlo: avrebbe perso un motore
eccellente di morte e distruzione Israele ha assolto
in questi anni egregiamente al ruolo di controllo del
prezzo del petrolio: il principale, fino ad oggi,
convertitore universale del prezzo delle merci, che
incorporano direttamente o indirettamente i costi di
produzione dipendenti dal petrolio: dall'energia ai
materiali derivati! La regolazione di questo
convertitore consente alla lobby citata di variare e
regolare i saggi del profitto non solo direttamente di
comparti interi dell'economia e della finanza, ma
dell'intera economia di stati che dipendono oggi
ancora direttamente dal petrolio: Europa, Giappone,
Cina, India. Conflitto palestinese e dintorni, le due
guerre in Irak, Afganistan, ecc sono un elementare
esempio di questo disegno. Ma non solo le esigenze di
crescita o semplicemente di mantenimento del saggio
del profitto del capitale investito esige  una
competizione che vede la guerra e la morte come
elementi strategici di sopravvivenza per il capitale.
La guerra come duplice strumento di distruzione di
merci e capitali per reagire alla crisi di
sovraproduzione e "svalorizzare" a danno di altri,
innescando una nuova fase di crescita, e come
strumento di dominio dei mercati delle materie prime e
commerciali a favore degli USA di cui Israele è uno
stato federato. La morte, ricercata e celebrata nelle
sue forme più devastanti: bambini, se possibile in
fasce, madri, anziani, uccisi nei momenti comuni della
vita e nei modi più modernamente efferati, come
contrapposizione tra la bellezza della vita come la
può esprimere un bambino e la spietatezza della
tecnologia asservita al capitale è una voluta sintesi
della lotta tra "lavoro vivo", la vita dell'uomo
costituente, libero dallo sfruttamento e il "lavoro
morto" del capitale e del lovoro concrezionato nella
tecnologia e nella merce quale espressione anti-uomo.
Questa contrapposizione è un monito ed un atto
concreto di lotta di classe tra un'umanità che
inconsapevole "vuole" comunque vivere ed il capitale
che la vuole racchiusa in un "campo di concentramento"
globale, ridotta in schiavitù, prima mentale e poi
fisica, dominata dal terrore e destinata alla morte
spirituale e materiale perchè si oppone per la sua
stessa esistenza: la produttività non vuole uomini,
non servono, sono inutili, devono essere drasticamente
e rapidamente ridotti, e quelli utilizzati devono
essere zombi pronti in ogni momento a suicidarsi per
la dea "produttività" Gaza è l'esempio vivente di
quello che vogliono fare dappertutto: e piccole,
grandi Gaza stanno silenziosamente crescendo
dappertutto, silenziosamente, mascherate da Grandi
Fratelli, da una disciplina crescente, da kapò di
ultima generazione arruolati anche nella sinistra.
Ogni ora che tolleriamo Gaza, la avviciniamo di
giorni, mesi e anni! Allora dobbiamo liberare gli
ebrei ancora una volta dal campo di concentramento, da
quello che i dirigenti sionisti gli hanno costruito
intorno alle loro menti ed ai loro corpi, liberare i
palestinesi, i libanesi  dal carcere duro a cui Olmert
li sottopone, solo così liberiamo anche noi
dall'incubo di un fituro prossimo venturo. Questa non
è una passeggiata, nè un momento di solidarietà,
questa può essere solo vita quotidiana. 

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