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Re: Il discorso di Bush a San Pietroburgo
- Subject: Re: Il discorso di Bush a San Pietroburgo
- From: Lorenzo Dellacorte <l_coortis at yahoo.it>
- Date: Tue, 25 Jul 2006 14:01:41 +0200 (CEST)
Si tratterà della IV guerra mondiale, per chè la III è stata già combattuta ed ha portato alla sconfitta dell'URSS e dei suoi alleati. La resa senza condizioni è stata celebrata ufficialmente a bordo di una portaerei americana al largo di Malta tra Bush senior e Gorbaciov. L'URSS ha dovuto accettare lo smembramento del suo territorio in decine di stati e staterelli indipendenti, rinunciare al suo regime sedicente comunista, a tutti i suoi simboli anche esteriori, smantellare i Partiti Comunisti, consegnare i brevetti militari ed i codici di sicurezza nucleari, ridurre ad un decimo l'armamento convenzionale, eliminare tutti gli appoggi internazionali a movimenti esteri, accettare l'ingresso di capitali esteri, introdurre il mercato capitalista: nemmeno la Germania di Hitler ha dovuto subire condizioni così umilianti: i morti di questa guerra apparentemente mai combattuta: diecine di milioni ma vi risparmio l'elenco! --- Valentino R <semjase at tin.it> ha scritto: > Maurizio Blondet, 23/07/2006 > > Ritrovata partnership con gli USA. Il vertice di > Roma è stato deciso in America. > > Per dare agli europoidi quello che gli europoidi > vogliono, un bel dibattito, una bella «mediazione» > di chiacchiere, un corridoio umanitario magari... > Mentre si dà ad Israele quella settimana in più di > cui ha detto di aver bisogno per finire il lavoro in > Libano. > Era stato già deciso. Dove? A San Pietroburgo. > Lo ha rivelato un microfono aperto casualmente, che > ha colto il colloquio fra Bush e Blair. > Bush parlava come un gangster ubriaco; Blair lo > imitava nell'eloquio, piegato servilmente in due per > cogliere i biascicamenti del capo supremo. > > > Varrebbe la pena, avessimo tempo, di tradurre > l'intero colloquio, per vedere il grado di ignoranza > e bassezza del comandante in capo mondiale. > Basti riportarne i punti essenziali. > Bush: «Che dici di Kofi? Pare strano. Non mi piace > la sequenza: il suo atteggiamento è alla fin fine: > cessate il fuoco e poi qualunque cosa succede. > Capisci quel che dico?» > Blair: «Yeah. No, penso. la cosa molto difficile è > che non possiamo bloccare questo a meno che tu > ottenga l'approvazione di questa presenza > internazionale. So che voi ne avete parlato ma è la > stessa cosa». > Poi, frasi inaudibili. E' solo chiaro che parlano di > Condoleezza Rice. > Blair: «.vedi quanto la cosa è affidabile. Ma tu > bisogna che lo faccia presto». > Bush: «Yeah, lei [Condi] sta per andare. Condi va > molto presto». > Blair: «Ottimo, vedi, questo, questo, questo è tutto > quel che conta. Se tu.capisci, ci vorrà qualche > tempo per finirla. Ma almeno dà alla gente un.» > Bush: «Un processo [un «processo di pace» da > acquietare gli europei, come il precedente, ndr.] > sono d'accordo. Le ho detto anche della tua > offerta». > Blair: «Beh, questo solo se. voglio dire, se lei ha. > se le occorre che le si prepari il terreno. > Ovviamente se lei esce allo scoperto bisogna che > abbia successo, mentre io vado allo scoperto solo > per parlare». > Bush: «Capisci, l'ironia è che quello di cui loro > hanno bisogno è di ottenere dalla Siria che ottenga > da Hezbollah di smettere di fare questa merda, e > finisce lì». > Blair: «Chi, la Siria?». > Bush: «Esatto». > Blair: «Secondo me è tutto parte della stessa cosa, > lui pensa che se il Libano esce bene [sic], se > troviamo una soluzione in Israele e Palestina, > l'Iraq va nella direzione giusta, e lui > [inaudibile]. Questa è tutta la faccenda. E' lo > stesso con l'Iran». > Bush: «Quasi quasi dico a Kofi di telefonare ad > Assad e far succedere qualcosa. Noi non accusiamo > Israele. Non accusiamo il governo libanese.». > > Non tutto è chiaro; ma una cosa sì: è già deciso che > Condi Rice «vada molto presto». > Prima in Medio Oriente e poi a Roma. > In questo vertice, prevedo, appariranno molti > difensori del diritto di Israele di devastare i > vicini. «Angela», dice Bush, la Merkel, ci riserverà > delle sorprese. > In compenso, ci sarà un bel «dibattito», come nei > cineforum di sinistra. > «Kofi» otterrà qualcosa: probabilmente, sanzioni > ancor più dure per l'Iran. > Quel che dirà la Rice è già noto: chiederà una > «robusta» forza d'interposizione internazionale nel > territorio del Libano meridionale per la sicurezza > di Israele. > Anzi, sarà lo stesso premier libanese Seniora a > chiederlo, a implorarlo. > Che può fare? > Il suo Paese è distrutto dalle fondamenta: da > Israele. > Lui è sconfitto, e deve accusare non i devastatori, > ma Hezbollah, Siria, Iran. > Così sarà riconosciuto come «democratico». > E noi abboccheremo, è un «impegno per la pace» a cui > D'Alema si è già detto pronto, come per > l'Afghanistan. > E come già fu prontissimo per il Kossovo. > Ciò vuol dire che i nostri soldati, insieme a > britannici, francesi e tedeschi, si troveranno lì > nel centro del tritacarne. > Qui non è come a Nassiria. > Non si è in contatto con bande e cani sciolti. > > > Qui, si è a contatto con il secondo o terzo esercito > del mondo, per di più sperimentatissimo in > operazioni «false flag». > Se saremo ammazzati da «Hezbollah» del Mossad, non > potremo nemmeno denunciarlo. > Qui, il nostro nemico sarà il nostro «alleato», > indicato come tale dal vertice di Roma: la missione > consiste nel liquidare gli Hezbollah. > Dovremo versare tutto il sangue necessario, come > vittime, per trascinarci là dove finora, nonostante > l'Iraq, non sono riusciti: nella terza guerra > mondiale. > Naturalmente, per questa nuova «missione», è > assicurato anche il voto di Berlusconi. > Verso la terza guerra mondiale con ampio voto > bipartisan. > La terza guerra mondiale non è un'esagerazione mia. > È Newt Gingrich, già speaker della camera bassa > americana, leader della «nuova destra > filo-giudaica», a dire da settimane in tutte le sedi > che questo è l'inizio della «terza guerra mondiale». > Il 16 luglio, alla NBC, dice che «bisogna aiutare il > governo libanese ad avere la potenza per eliminare > Hezbollah come forza militare» (questo dovranno fare > i nostri soldati europei). > Un giorno prima, durante una campagna per raccolta > di fondi ai repubblicani, Gingrich dice: «Questa è > la terza guerra mondiale. Israele non lascerà il > Libano meridionale finchè c'è un singolo missile lì. > Io andrei e farei pulizia di tutti, annuncerei che > ogni aereo iraniano che tenti di portare missili per > rifornirli [gli Hezbollah] sarà abbattuto. > Quest'idea che è una guerra unilaterale è una > cazzata». > > > Naturalmente tutti i giornalisti noachici si sono > precipitati a ripetere il concetto: > «E' la terza guerra mondiale», ha detto Bill > O'Reilly della Fox News. > «Dobbiamo combattere la terza guerra mondiale», > gioisce Glenn Baer della CNBC, «l'apocalisse è > imminente». > Quanto agli italiani, basta rileggere Magdi Allam, > Massimo Introvigne, Galli della Loggia, > Vittorio Parsi su Avvenire (Israele ha diritto a > difendersi): notevole al proposito anche Sandro > Magister: questo vaticanista, che dicono assai > vicino a Ruini, lancia una circostanziata accusa di > «antisemitismo» contro papa Ratzinger, come ha già > fatto del resto Socci. > I cristianisti sono disposti a obbedire al Papa > finchè è filo-giudeo, non oltre. > E anche questo è un attacco preventivo, la > preparazione del terreno (come dice Blair) > attraverso l'intimidazione. > Ed è solo l'inizio. > Quella che adombra Magister, benissimo informato, è > una rivolta dei giudaizzanti clericali contro > Benedetto, se il Papa non tace, se non riconosce il > diritto di Israele a difendersi devastando gli altri > popoli. > Ma la cosa non finirà con lo stupro in Libano, anche > questo l'ha detto chiaro Gingrich. > In un articolo a sua firma sul Guardian del 21 > luglio: ecco il progetto, che ripeteranno in coro i > Magdi Allam & C.: «Il mondo civile si trova al bivio > tra vittoria e disfatta», esordisce Gingrich. > Dice lo stesso Massimo Introvigne: è Roma contro > Cartagine. > > > «La lunga strada verso la vittoria comincia col > mondo libero che aiuta la democrazia (3) libanese a > battere gli Hezbollah, espellendo le guardie > rivoluzionarie iraniane e tutti i diecimila missili > e più [sic] puntati contro Israele. > Il cessate il fuoco invocato dallo sconsiderato > appello del G-8 farebbe l'opposto. Consentirebbe ai > terroristi di riorganizzarsi.La natura della > minaccia ha l'Iran come epicentro [ecco il bersaglio > grosso] ed è al fondo ideologica. Questa ala > ideologica dell'Islam è incompatibile con la civiltà > moderna. E benchè non connessi operativamente, gli > eventi delle ultime sette settimane vedono gli > sforzi congiunti per debellare l'Occidente e i suoi > valori. Questa è la terza guerra mondiale, non può > avere altro nome». > Sforzi congiunti? > Gingrich li spiega: > «Un'alleanza terroristica di Iran, Siria, > Hamas-Hezbollah ha scatenato la guerra a Israele; > sette bombe a Bombay hanno ucciso oltre 200 persone > [ora sappiamo chi le ha messe]; la Corea del Nord ha > lanciato sette missili, compreso uno > intercontinentale capace di colpire la costa degli > USA; sette americani hanno dichiarato fedeltà ad Al > Qaeda in un video [devono essere i sette negretti > della società «Mare di David»]; un complotto per > mettere bombe nei tunnel e nel metrò di New York [il > complotto annunciato dal sindaco ebreo Bloomberg, e > smentito dall'FBI]; 18 canadesi arrestati con più > esplosivo di quello usato nell'attentato di Oklahima > City. Aggiungete tutte le città dove precedenti > attentati hanno avuto luogo, e vedete che non si può > più negare l'esistenza di una campagna mondiale di > terrore». > > Gingrich cita senza vergogna atti di terrorismo > puramente mediatici, o false flag, già smentiti o > rivelatisi gonfiati, e collega fatti senza rapporto > tra loro in una teoria del complotto assoluta. > Dunque i complotti esistono, dopotutto: Corea del > Nord, Hamas e Iran sono tutti in combutta. > Ciò ci consente di dargli ragione: è in corso una > campagna globale di terrore, strategia della > tensione - e voi lettori sapete chi la guida. > Attenzione alle «città dove sono avvenuti precedenti > attentati», Madrid, Londra: c'è la stessa mano, ce > lo dice Gingrich. > Ed è una minaccia coperta. > Ora, attenti a Roma, il Papa ha bisogno di una > lezione. > Ma continuiamo a citare la chiamata alle armi: > «Nel conflitto in corso, il mondo libero deve > levarsi pronto a sostenere il governo democratico > del Libano a imporre la sua autorità sui suoi > confini meridionali. Questo proverà la volontà del > mondo civile di tramutare questo malvagio attacco a > una democrazia [l'attacco alla democrazia libanese > non lo sta facendo Israele? No, questo no], > nell'opportunità di una vittoria storica dei > terroristi e dei loro sponsor di Stato. In questa > guerra di civiltà, nervi saldi e concentrazione sul > fine ci consentiranno di strappare la vittoria > decisiva». > > > Sentito il linguaggio? > Qui parla il Quarto Reich. > Ed indica le due fasi: primo, mandare i soldatini > europei a farsi massacrare dagli israeliani (pardon, > «Hezbollah») sui confini del Libano; secondo, > attaccare l'Iran e la Siria, Stati-sponsor del > terrorismo globale. > Occorreranno armi atomiche, inevitabile. > Solo così Israele sarà sicuro. > Questo è il progetto. > Questo uscirà da vertice di Roma. > È già scritto tutto. > Benvenuti nella terza guerra mondiale. > > Maurizio Blondet > > > > -------------------------------------------------------------------------------- > Note > 1) «This is why secretary Rice has called for an > international conference in Rome with some of the > key players in the region and the international > community in order to discuss and hopefully reach an > agreement on what such political underpinnings of a > cease-fire might be», dice la AP del 22 luglio. E' > stata la Rice a volere il vertice di Roma. Non pare > che sia D'Alema, né che «l'Italia conti davvero». > 2) Sul sito «Globalresearch» del professor > Chossudovsky troverete il «complete transcript of > Bush-Blair exchange at G-8 summit», 20 luglio > 2006.La sua lettura è in qualche modo esilarante, > ancorchè spaventosa. Bush chiede al premier cinese > quanto ci mette il suo volo «per tornare a casa» e > si stupisce della risposta: otto ore. «Quanto ci > metto io. Eppure questo è il tuo vicinato», dice > Bush. Ignora che San Pietroburgo è in Europa, > affacciata sul Baltico, e Pechino all'altra > estremità dell'Asia. Grande competenza geopolitica. > 3) Veramente, gli americo-israeliani hanno tentato > di creare in Libano una «democrazia» secondo i loro > progetti: la «rivoluzione dei cedri», pagata dalla > CIA come le rivoluzioni colorate di Georgia e > Ucraina, e con lo stesso scopo: arruolare tutte le > «neo-democrazie» nella terza guerra mondiale per > Sion. Non ci sono riusciti. Da quel momento, il > destino del Libano è stato segnato. Vedi al > proposito Matthew Kalman, «Israel set war plan more > than a year ago», San Francisco Gate, 21 luglio > 2006. > > > Copyright © - EFFEDIEFFE - all rights reserved Chiacchiera con i tuoi amici in tempo reale! http://it.yahoo.com/mail_it/foot/*http://it.messenger.yahoo.com
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