Lo stato ebraico sta adoperando la tecnica del
bastone senza carota:
Per un soldato catturato sta ammazzando decine di
Palestinesi
Il Governo di Hamas, votato dopo libere elezioni,
non vuole negoziare con Israele se non liberano circa 10000 (diecimila)
prigionieri palestinesi tra cui molte donne e bambini, accusati anche di
semplici reati e detenuti senza nessun processo, illegalmente e contro le
convenzioni di Ginevra (come gli USA)
Ora i soldati isreeliani stanno letteralmente
massacrando tutti all'interno della striscia di Gaza, ed i governi UE e
naturalmente USA appoggiano completamente questa scellerata direzione politica
del massacro ordinata da Olmert, un mastino guerrafondaio
Noi dovremmo assistere impassibili ed impotenti
al massacro di civili ad opera di bastardi e fanatici assassini?
Assolutamente no!
Leggete qui:
(ANSA)-GERUSALEMME, 6 LUG-
Il ministro dell'Interno palestinese Said Siam
(Hamas) ha ordinato di aprire il fuoco sui soldati israeliani nella Striscia di
Gaza. Almeno 16 palestinesi sono stati finora uccisi, secondo una statistica
approssimativa di fonti palestinesi e israeliane, a nord di Gaza. Le perdite
israeliane sarebbero di un soldato ucciso e due feriti. Gli scontri piu' aspri
si svolgono fra le rovine degli insediamenti ebraici di Nissanit, Dugit e Elei
Sinai e nel quartiere Atatra, a Bet Lahiya.
E qui:
From: "Palestina Libera"
Sent: Thursday, July 06, 2006 2:33 PM
Subject: PER LA PALESTINA: a ROMA domani 7 luglio -
a Firenze l'8
A ROMA DOMANI 7 luglio Di fronte al comportamento
complice e irresponsabile dei governi europei ISM-Italia invita tutte e tutti a
levare la propria voce partecipando al presidio che si terrà: venerdì 7
luglio alle ore 17.30 in piazza Colonna a Roma davanti a Palazzo Chigi
IL
SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI
ISM-Italia condanna fermamente la
Dichiarazione della presidenza dell'UE, rilasciata il 3 luglio u.s., sulla crisi
in Medio Oriente e sulla situazione di emergenza e di catastrofe umanitaria che
investe la popolazione della striscia di Gaza, oltre un milione e mezzo di
cittadini/e palestinesi.
Tale dichiarazione contiene infatti affermazioni
di "terribile e inusuale" gravità che offendono la cultura politica, etica e
anche giuridica di tutti i popoli europei e la loro stessa storia.
I
fatti sono ormai dolorosamente noti: dopo mesi di gravissima pressione militare
sulla popolazione della Striscia di Gaza che ha provocato decine di morti e
centinaia di feriti (si legga a riguardo il Rapporto del 27 giugno u.s.
dell'Ufficio delle NU per il coordinamento degli aiuti umanitari) un gruppo
armato palestinese, il 25 giugno, in un conflitto a fuoco con l'esercito
israeliano ha fatto prigioniero un soldato israeliano, il caporale Gilad
Shalit.
Per la liberazione del soldato Shalit i gruppi della resistenza
palestinese chiedono il rilascio di una parte (le donne e i minori di 18 anni)
dei quasi 10.000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, moltissimi in
detenzione amministrativa, cioè senza che sia stata contestata loro nessuna
accusa specifica e senza processo.
Come reazione a questo attacco
militare palestinese, con la giustificazione della liberazione del caporale
Shalit, il Governo israeliano ha lanciato una grande operazione militare
penetrando in forze nel territorio di Gaza. Con la stessa giustificazione della
liberazione del soldato Shalit sono stati bloccati tutti i valichi in entrata e
in uscita, sono state bombardate e distrutte importanti infrastrutture viarie e
la centrale elettrica che fornisce energia a quasi la metà della popolazione
della Striscia di Gaza. Sono stati bombardati l'Università islamica di Gaza e
gli uffici del primo ministro palestinese.
In sintesi la popolazione di
Gaza è stata ed è sottoposta a pesantissime punizioni collettive che si
configurano, sotto il profilo del diritto internazionale e delle convenzioni di
Ginevra, come crimini di guerra.
Non basta! Come rappresaglia alla
cattura di un (1) soldato israeliano il Governo di Israele ha disposto l'arresto
di 8 ministri del governo palestinese legittimamente eletto e di decine di
parlamentari, uomini politici e funzionari.
La presidenza dell'Unione
Europea, nella sua dichiarazione del 3 luglio u.s. chiede come primo punto il
rilascio immediato e senza condizione del soldato israeliano "rapito"
(kidnapped); chiede poi alla dirigenza palestinese di metter fine a atti di
violenza e di terrorismo; chiede invece, per i membri del parlamento e del
governo palestinese catturati, non l'immediato rilascio, ma solo che siano loro
accordati tutti i diritti legali.
A Israele l'UE chiede di esercitare il
massimo controllo e di evitare azioni sproporzionate!
Questa
dichiarazione dell'UE è una infamia.
E' una infamia anche definire
"rapito" un soldato israeliano fatto prigioniero da un gruppo della resistenza
palestinese.
Ben diversamente si esprime il Ministero degli Esteri
Svizzero che, sempre il 3 luglio, in una sua dichiarazione invita lo Stato di
Israele, come potenza occupante, a rispettare le leggi umanitarie internazionali
nei suoi tentativi militari di liberare il soldato catturato
(captured).
Non si tratta di una questione puramente semantica. Durante
l'occupazione nazista dell'Italia dopo l'8 settembre del 1943 (ma analogo
discorso vale per la resistenza in tanti altri paesi europei) i Comandi militari
tedeschi non riconoscevano lo status di combattenti ai partigiani catturati:
essi venivano classificati come "banditi" (oggi direbbero "terroristi"), non
protetti dalle convenzioni di Ginevra; in considerazione di questo miserabile
sofisma essi venivano passati per le armi, impiccati o trucidati sul luogo
stesso della cattura.
C'è per altro da aggiungere che quegli stessi
comandi militari tedeschi, autori di feroci e inaudite rappresaglie nei
confronti delle popolazioni civili, accettavano tuttavia lo scambio di
prigionieri offerto dalle formazioni partigiane impegnate a salvare i loro
compagni di lotta.
La lettura del conflitto medio-orientale che emerge
dalla dichiarazione della presidenza dell'UE è politicamente una
infamia.
E' una lettura anche aberrante sulla base del diritto
internazionale e alla luce di questi precedenti storici. Va decisamente e
completamente respinta.
Ism-Italia chiede quindi:
1. che questa
dichiarazione venga ritirata
2. che il Governo Italiano e il Ministro
degli Esteri prendano chiara e inequivoca posizione a riguardo
3. che i
parlamentari europei respingano come indegna tale dichiarazione
4. che
l'UE rimuova la formazione politica Hamas dall'elenco delle organizzazioni
terroristiche di cui alla "posizione comune 2006/Pesc del Consiglio del 29
maggio 2006 relativa all'applicazione di misure specifiche per la lotta al
terrorismo"
5. che l'UE si impegni per il rilascio di tutti i prigionieri
come primo atto di un vero e realistico processo di pace
6. che l'UE
adotti le più adeguate sanzioni nei confronti dello Stato di Israele per le
"punizioni collettive", cioè "per i crimini di guerra" compiuti nei confronti
della popolazione palestinese inerme
VR
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