L’(auto)isolamento di Forza Italia



L’(auto)isolamento di Forza Italia

 

Dopo le elezioni amministrative del 28 e 29 Maggio, gli eventuali ballottaggi e soprattutto dopo il referendum costituzionale del 25 e 26 Giugno, sembra scontato che nella CDL verrà a cadere questa maschera di unità che già adesso è ridotta abbastanza in pezzi.

E ciò avverrà con un impatto ancor più pesante se i risultati delle amministrative vedranno una sostanziale vittoria dell’Unione e il fronte del “no” vincerà il referendum.

 

I segnali di questo scenario sono evidenti da mesi, ancora prima delle elezioni politiche dell’Aprile scorso, e ne sono ulteriore prova le dichiarazioni alla Camera dei leader dei partiti della CDL, durante il dibattito per la fiducia al Governo dell’Unione.

 

La Lega ha già detto chiaramente da tempo che, dopo l’esito del referendum costituzionale, si sentirà affrancata dalla CDL e libera di muoversi politicamente a piacimento. Lo stesso Maroni ha dichiarato in Parlamento che la Lega farà un’opposizione dura ma leale e, se vi saranno le condizioni, potrebbe anche votare dei provvedimenti presentati dalla maggioranza.

Fini ha chiaramente detto che AN imposterà un’opposizione intelligente ed è evidente che non gli è andato proprio giù il fatto che Berlusconi, durante il suo ennesimo monologo a Porta a Porta, gli abbia sbarrato la strada verso la Presidenza della Commissione Esteri senza nemmeno consultarlo.

 

L’UDC poi non ha affatto gradito di essere stato costretto da Berlusconi a non votare a favore dell’elezione di Napolitano e ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco mascherandosi dietro l’esigenza di questa fantomatica unità della CDL che regge ancora solo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali; ma va ricordato che qualche parlamentare dell’UDC ha votato a favore sia per l’elezione di Napolitano che per la fiducia al Senato del governo Prodi.

Il segretario Cesa ha iniziato poi il suo intervento alla Camera lodando la figura di Napolitano e ad ogni occasione possibile Casini ribadisce il concetto ed evita ogni polemica con il Colle.

 

Quindi, a parte certe dichiarazioni fuori tono e propagandistiche sul Presidente Napolitano e sull’insediamento del nuovo Governo da parte dei vari Berluscones presenti in tutti i partiti della CDL, sembra chiaro lo smarcamento di AN, UDC e Lega e l’inizio dell’isolamento di Forza Italia.

Ma lo si evince anche dal tono delle affermazioni degli esponenti di FI;  il discorso di Tremonti alla Camera svela infatti il perseguimento di una strategia profondamente autoisolazionista ed estremista fino all’autolesionismo tendente a delegittimare la maggioranza, il governo, i Presidenti di Camera e Senato fino ad arrivare al Presidente della Repubblica.

Una strategia cominciata il 10 Aprile con la storia dei brogli e proseguita con la propaganda dell’occupazione delle cariche istituzionali dal parte dell’Unione, con i fischi e gli insulti ai senatori a vita e l’inizio delle polemiche con il Presidente Napolitano.

 

Si comincia infatti già a battere sul tasto dell’interventismo politico di Napolitano, un argomento privo di fondamento e pretestuoso perché ogni Presidente è diverso dal predecessore, soprattutto quando ad un banchiere, o come si suol dire ad un “tecnico”, succede una persona che è nel mondo della politica da 60 anni.

Ricordo poi che Pertini e Cossiga erano stati politicamente molto attivi e interventisti nelle loro esternazioni durante il rispettivo settennato, eppure all’epoca tutte queste puerili e strumentali polemiche non esistevano affatto. Purtroppo ciò si deve all’imbarbarimento presente nell’agone politico da almeno 12 anni e al livello becero di cultura politica di molte delle persone che nel 2006 siedono nei due rami del Parlamento.

 

Comunque, ritornando alla questione del futuro della CDL e della politica che adotterà nei confronti del governo e della sua maggioranza, sembra evidente l’autoisolamento di FI che si sta chiudendo a riccio in una propaganda sterile e noiosa come un disco rotto, e il cui leader ha più volte attaccato gli alleati della coalizione colpevoli a suo dire di aver condotto una campagna elettorale fiacca e perdente.

 

La stessa idea di Berlusconi di partito unico del centrodestra è stata accolta molto freddamente dai suoi alleati che non vogliono assolutamente finire in una nuova Forza Italia magari più larga, con un nuovo nome ma con lo stesso leader padre padrone.

E Casini su questo ha già lanciato un avvertimento pesante al Cavaliere affermando che un ruolo chiave nella transizione futura del centrodestra verso un nuovo soggetto unitario sarà ricoperto da Tabacci, che di certo non è mai stato molto amato da Berlusconi e dalla sua cricca.

 

In conclusione, questa strategia politica di FI tutta incentrata su una stanca e ripetitiva propaganda forse le servirà per restare al potere in qualche amministrazione comunale, ma l’autoisolamento in cui si è cacciata FI porterà al sicuro e definitivo declino del suo leader e della sua cricca e alla fuoriuscita libera di milioni di suoi voti che Fini e Casini stanno aspettando al varco per farli propri.

 

Enrico Sabatino