Usa. Comincia da Yuma la "nuova frontiera" del presidente Bush



Non ci sono piu' Apache a Yuma, massacrati oltre un secolo fa dai visi pallidi, ma la storica cittadina nel deserto dell'Arizona e' ancora oggi terreno di battaglia. Stavolta i nemici, invece dei pellerossa, sono i messicani.
Il presidente George W. Bush ha ispezionato oggi la frontiera lungo il Colorado River per annunciare i piani di battaglia contro i 'nuovi Apache' che agitano l'America: una barriera elettronica sara' creata per centinaia di chilometri per impedire ai lavoratori messicani di entrare illegalmente negli Stati Uniti. Sia la Camera che il Senato sono favorevoli alla muraglia elettronica che sara' creata sfruttando le sofisticate tecnologie gia' sperimentate in altri deserti militarizzati: l'Iraq e l'Afghanistan. Anche Bush ha confermato oggi, da Yuma, di essere favorevole all'iniziativa.
Fornitori abituali del Pentagono - come la Lockheed Martin, la Northrop Grumman, la Boeing - sono gia' in gara per vincere un appalto da due miliardi di dollari per bloccare le famiglie di immigrati messicani con droni, super-dirigibili, telecamere, sensori di movimenti.
I tentativi della Casa Bianca di usare tecnologie super- sofisticate per arginare la marea umana dei clandestini messicani si sono rivelati finora uno spreco colossale di denaro: 99 volte su 100 i sensori sono fatti scattare da animali.
I piani passati per erigere barriere nei pressi delle citta' di frontiera messicane ha avuto la indesiderata conseguenza di incrementare il traffico di illegali nelle zone desertiche, con un aumento delle vittime (stroncate dal caldo e dalla mancanza di acqua) e delle tombe senza nome. Il rafforzamento delle sorveglianza al confine, tra Polizia di Frontiera e milizie di vigilantes privati, ha avuto la paradossale conseguenza di incoraggiare i messicani che si recavano stagionalmente negli Usa (tornando poi annualmente dalle famiglie lasciate in Messico) a restare adesso fissi negli Stati Uniti, per evitare il sempre piu' rischioso attraversamento del confine, richiamando le loro famiglie in America.
'Sempre piu' spesso soprendiamo interi nucleri familiari nel deserto - conferma un agente dell'US Customs and Border Protection - mentre in passato era piu' facile trovare solo uomini adulti'.
Nell'area di Yuma sono arrestati tra i 300 e i 450 immigrati al giorno. Ma il prezzo da pagare e' alto: l'anno scorso gli agenti hanno trovato anche 51 cadaveri nel deserto.
La marea umana dal Messico sembra comunque inarrestabile. Yuma e' la quarta citta' Usa in piu' rapida espansione. La sua economia agricola e' ideale per attirare la mano d'opera a basso costo dei clandestini. La citta' ha anche un tasso di disoccupaizone del 10 per cento: una conferma che all'origine del boom economico sono soprattutto gli illegali messicani.
A spingere la marea messicana verso gli Usa contribuiscono anche altri fattori. In alcune citta' di frontiera messicane le guerre di territorio tra le bande di trafficanti sono diventate cosi' sanguinose da spingere persino gli stessi contrabbandieri a trovare rifugio negli Stati Uniti.
A Nuevo Laredo, in Messico, vi sono gia' stati dall'inizio dell'anno 110 omicidi, una quantita' incredibile per una cittadina di 330 mila abitanti, in grado di concorrere con i 153 omicidi avvenuti a New York (con i suoi oltre otto milioni di abitanti) nello stesso periodo.
Una situzione che ha indotto i trafficanti messicani a spostarsi dall' altra parte del confine, a Laredo (Texas), dove si sentono piu' sicuri. I trafficanti hanno creato a Laredo depositi di marijuana, cocaina ed eroina ed hanno anche trasferito qui i loro laboratori clandestini di armi, ha spiegato un agente federale Usa. Da notare cha a Laredo, una citta' non molto piu' piccola della consorella messcana Nuevo Laredo, vi sono stati dall'inizio dell'anno 'solo' dieci omicidi.
 
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Sent: Friday, May 19, 2006 9:37 AM
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