Dall'Ecuador: repressione, morte e dittatura strisciante.



Dall'Ecuador: Repressione, morte e dittatura
strisciante.
 
Quito (Ecuador, 20 aprile 2005)

Ricevo da Antonella Spada queste gravi notizie sulla
repressione in atto in Ecuador, vi prego di
diffonderle.

Un pensiero di vicinanza ad Antonella e a tutti i
cittadini democratici ecuatoriani. F.L.

Cari amici,

Sono Antonella Spada, che al momento si trova a Quito
in Ecuador.

Immagino che avrete giá persone che vi stanno
informando su quello que sta succedendo in queste ore
in Ecuador.

Sono rientrata da circa due ore dalla manifestazione
di protesta contro il governo del collonelo Lucio
Gutierrez. 

La manifestazione era stata convocata per le 17.00
sotto la croce del papa nel “Parque de la Carolina”,
nel nord della cittá. L’obiettivo dell’appuntamento
era radunare il piú possibile unitariamente tutte le
persone che, a partire dalla notte del 13 aprile, sono
scese quotidianamente a protestare contro il governo
di Gutierrez. La richiesta presentata dall’assemblea
di cittadini al loro governo era quella delle
dimissioni del presidente.

Come sempre in questi giorni, la manifestazione era
variopinta, allegra e completamete pacifica, composta
da cittadinanza comune, studenti, bimbi, donne,
anziani...la marcia si estendeva, compatta, per circa
2,5 km.

Verso le 18.30 la moltitudine di persone, coordinata
da Radio La Luna, ha cominciato ad avviarsi in
carovana a piedi o in auto verso il centro della
cittá, in direzione del palazzo presidenziale.
L’obiettivo della marcia era quello di ritrovarsi
sotto il palazzo presidenziale per richiedere,
decisamente ma pacificamente, la rinuncia a collonello
Lucio Gutierrez.

Fin dal pomeriggio il governo, l’apparato poliziesco e
militare stava preparato la difesa del palazzo
presidenziale ed una strategia di brutale ed
inflessibile repressione della cittadinanza in
protesta. 

Solo attorno al palazzo presidenziale, all’inizio
della serata, c’erano circa 800 poliziotti e agenti
dell’esercito armati. Si calcola che circa 4000 erano
gli agenti presenti a presidiare il centro della
cittá.

Inoltre, al calare la sera, nella piazza S. Francisco
(adiacente alla palazzo presidenziale) si era radunata
una manifestazione di circa 5000 mebri della
federazione protestante di indigeni ecuatoriani,
persone che erano arrivati, durante tçutta la giornata
dalle province, per supportare il governo. In tarda
serata poi, le voci “sull’acquisto” da parte del
governo della loro presenza si é fatto concreto;
infatti si sono ritrovati all’interno del “Ministerio
de Bienestar Social” di motissimi pacchetti-regalo
(contenenti viveri) usati come ricompensa per ciascuno
dei “sostenitori” del regime. I cittadini, testimoni
di questi fatti, sono stati pesantemente minacciati.

All’arrivo della manifestazione al centro della cittá,
i poliziotti serrati in una serie di posti di blocco
hanno cominciato a lanciare un numero sproposito di
bombe lacrimogene ed ad agredire brutalemnete persone
disarmate ed indifese!

Hanno cercato, con ogni mezzo, di attuare l’ordine di
non lasciare avicinare nessuno al centro.

Vista la motitidine di gente in protesta, il governo
(verso le 21.00) ha offerto la possibilitá di un
governo di concertazione nazionale, ma senza
dimostrare nessunintenzione di diminuire la repressine
contro i manifestanti.

Purtroppo....alle 21.30 C’É GIÁ STATO UN PRIMO MORTO!
Era un fotografo di nazionalistá cilena “Julio Garcia
Romero” (58 anni). Era in Ecuador da piú di
trent’anni, ed aveva lavorato presso varie ONG (il
FEEP tra queste) e colaborato con i p. Francescani.

Il giornalista é morto per arresto cardio-respirato,
in seguito all’inalazione di gas lacrimogeni.

Dopo questo evento ed il continuare della brutale
repressione, le campane delle chiese hanno suonato,
come segno di protesta!!

Alle 10.30 il bilancio dei feriti era di oltre 60,
senza contare contusi e le vittime di asfissia. 

In questa situazione il personale medico e di primo
soccorso e gli organismi di diritti umani si mantegono
vigilanti e stanno intervenendo al bisogno. Pochi
momenti fa rappresentanti di organismi di diritti
umani sono arrivati all’opedale per assistere
all’autopsia di questa prima vittima di stato.

Vista la feroce repressione, alle ore 23.00 si é
richiesto da parte di Radio La Luna, il rientro delle
persone scese in strada per evitare altri morti e si
sono convocate nuove manifestazioni, per domani, 20
aprile 2005.

Nonostante la repressione e l’invito a rientrare,
molti cittadini si mantengono nelle strade della cittá
resistendo alle repressioni. 

Le testimonianze di attacchi brutali (stanno usando
persino armi da fuoco) continuano al mometo e la paura
si sta diffondendo sempre tra la popolazione di Quito,
di fronte alla notizia annuncita dell’arrivo di
moltissimi altri indigeni e persona dalle province,in
sostegno al presidente. 

Pochi momenti fa, rispondendo all’appello dei
manifestanti, il sindaco di Quito, generale Paco
Moncayo, el il prefetto di Pichincha hanno annunciato
misure decise in difesa della cittá di Quito(impedendo
l’accesso in cittá di questi manifestanti
pro-presidente).

Quito, ore 24.00 (in Italia ore 6.00 20 aprile 2005)

Antonella Spada

Al momento chiudo questa relazione, in diretta, sugli
accadimenti ecuatoriani. Sperp che da qui possiate
estrapolare notizie interessanti per difondere, nei
mezzi italiani, qualche notizia su ció che sta
accadendo qui: lo sguardo del mondo é una garanzia
importante per la cittadinanza ecuatoriana!! 

Vi chiedo di diffondere queste inormazioni. Rimaniamo
in contatto

A presto

Antonella Spada

Spada_antonella at yahoo.it

+593 98554457

+593 2 2570619 ext 107

Riferimenti www.selvas.org
  



		
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