Nino non aver paura (?)



Tre ragazzi uccisi
dai militari israeliani
mentre giocavano a pallone
http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/mondo/news/2005-04-09_4608718.html

Tensione in Israele e in Palestina
http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200504100923194732/200504100923194732.html

UNO. SOLIDARIETA' per un'attivista israeliana
DUE. PER LA LIBERAZIONE DI UN BAMBINO PALESTINESE PRIGIONIERO
TRE. Con i migliori auguri da Israele 
QUATTRO. Gli israeliani sbarcano in Calabria
CINQUE. Ritornare a Haifa..
SEI. PER I PALESTINESI, ALMENO UNA PATRIA VIRTUALE  
SETTE. Sul terrorismo israeliano
OTTO. Palestina: mezzo secolo d'ingiustizia
NOVE. Carovana Sportiva in Palestina

UNO. SOLIDARIETA' per un'attivista israeliana
Attivista israeliana di 28 anni, e' stata accusata da un tribunale di Tel
Aviv e incarcerata per aver tradotto e spiegato ad attivisti delle Brigate
dei Martiri di Al-Aqsa un documento dell'IDF (l'esercito israeliano) che
dettagliava un'operazione militare nel campo di Jenin. Le accuse sono
pesanti:

- complicita' con il nemico in tempo di guerra
- passaggio di informazioni al nemico e contatti con un agente straniero
- possesso illegale di arma
- supporto ad un'organizzazione terrorista e violazione dell'ordine legale

Con accuse del genere in un paese "libero" e "democratico" come Israele si
rischia di essere sepolti vivi.

Per leggere l'intera storia e per intraprendere azioni di solidarieta':
http://www.freetalifahima.org/eng.php?lang=en

DUE. PER LA LIBERAZIONE DI UN BAMBINO PALESTINESE PRIGIONIERO
La prigioniera Manal Ghanem lancia un appello per la liberazione di 
suo figlio Nour, dell'eta' di un anno e mezzo. La donna e' preoccupata 
per il bambino, che ha subito un intervento chirurgico nell'ospedale 
della prigione. 
Il bimbo e' nato in carcere e non ha respirato altra aria che quella 
della prigione di Telmond, dove e' detenuta la madre. 
Manal e' condannata a 50 mesi di carcere. Lo stato di salute di Nour 
e' in netto deterioramento. La madre e' stata condotta nell'ospedale 
della prigione accompagnata da 4 guardiane e guardiani, che hanno 
voluto ammanettarla perche' non toccasse il figlio, che gridava per 
il dolore. Manal si e' violentemente rifiutata di lasciarsi 
ammanettare. 
La donna dice che dopo l'operazione il bambino non e' stato esaminato 
per verificare la ferita e lo stato di salute, mentre ha bisogno di 
cure post-operatorie. 
L'avvocato Raed Mahamid fa sapere che il piccolo non puo' uscire 
dalla cella che per tre ore al giorno, trascorrendo quotidianamente 
21 ore in una cella che misura tre metri per tre, insieme ad altre 
prigioniere. Il vitto passato a Nour non e' adatto ad un bambino 
piccolo e non comprende il latte fresco, che la mamma e' costretta ad 
acquistare allo spaccio del carcere, ad un prezzo esorbitante. 
Nour aveva cominciato a parlare normalmente, ma ha subito uno choc 
durante l'ultima aggressione del novembre 2004, quando le forze 
speciali armate hanno invaso la cella delle donne, investendole con 
potenti getti d'acqua e colpendole selvaggiamente con bastoni e 
manganelli. Anche Nour era stato colpito in questa aggressione, 
rimanendo malato per tre settimane, e da allora non ha piu' parlato. 
Ora, la notte grida, ha paura dei guardiani che arrivano la mattina 
per la conta e smette di piangere solo quando se ne vanno.  
La madre ha fatto sapere che la direzione della prigione ha privato 
sia lei che il bimbo delle visite per un mese, perche' lei stava 
insegnando al figlio a camminare durante le ore d'aria. Nour non puo' 
vedere e conoscere i suoi fratelli e le sue sorelle, Majid (11 
anni), Nivine (9 annni) e Ihab (7 anni), che lo aspettano e muoiono 
dalla voglia di vederlo. 
La prigioniera Manal Ghanem fa appello a tutte le istituzioni 
giuridiche e dei diritti dell'uomo per la liberazione del suo 
bambino e per quella di tutte le madri detenute nelle prigioni 
israeliane. 

5 aprile 2005
Abbiamo tradotto questa notizia dal sito francese di Euro Palestine. 
Purtroppo, il sito non fornisce altre informazioni; invitiamo dunque 
tutte e tutti a sensibilizzare su questa vicenda chiunque 
(parlamentari, istituzioni, associazioni, ecc.) abbia la possibilita' 
di intervenire, segnalandoci anche le eventuali risposte ricevute. 
Invitiamo anche a segnalare questa vicenda agli organi di 
informazione italiani, che non ci risulta ne abbiano portato a 
conoscenza l'opinione pubblica.
http://www.arcipelago.org/palestina/News%202005/per_la_liberazione_di_un_bambino.htm

TRE. Con i migliori auguri da Israele 
Israele ha deciso di disfarsi di 10.000 tonnellate di rifiuti al mese buttandole
semplicemente nel West Bank, dove costituiranno una seria minaccia per le falde
idriche.  Per l'articolo intero (inglese), vedi   
http://story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&u=/afp/mideastisraelpalestinianenvironment
[Al-Awda-Italia]

QUATTRO. Gli israeliani sbarcano in Calabria. (Con la benedizione di Alleanza
Nazionale).                        
di  Francesco Cirillo
Cosenza, 04 Aprile 2005. Mancavano solo loro in Calabria . I costruttori
israeliani. Ne avevamo pochi in Calabria di imprenditori, costruttori,
cementificatori di ogni risma, malavitosi riciclatori di danaro sporco e affini.
Ne avevamo anche poche di coste deturpate, di scogliere cementificate, di
colline scomparse sotto tonnellate di case estive. Ora ecco l'affare del secolo
ed eccolo realizzarsi proprio in una delle zone della Calabria piu' naturali, di
alto interesse archeologico, di difesa ambientale del mare e delle coste con una
Riserva marina. 
da http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=6662

CINQUE. Ritornare a Haifa..
dal 21 al 24 Aprile..
alle ore 21

Oro Palestina
25/26 Aprile
ore 21

al Teatro 
RAMPA PRENESTINA 1V PIANO
(zona largo Telese)
Via Aquilonia ,52
Roma

Biglietto 8.00 euro
ridotto   6.00 euro

info e prenotazioni..
06 45433924
3476828699

SEI. ".PS": PER I PALESTINESI, ALMENO UNA PATRIA VIRTUALE
www.misna.org

SETTE. Sul terrorismo israeliano 
di Enrico Galoppini
Autore: SERGE THION (a cura di)
Titolo: SUL TERRORISMO ISRAELIANO
Editore: Graphos, 2004
Pagine: 252
Prezzo: 22 euro 
 
Riflettendo sulla tragedia che da circa un secolo investe il Vicino Oriente e,
nello specifico, la Palestina, spesso mi sono chiesto se abbia un senso scrivere
ancora un articolo in merito. Lontani del teatro degli avvenimenti, non si e' in
grado di fornire informazioni di prima mano, ma a questo pensano egregiamente i
palestinesi stessi e gli attivisti che, da ogni parte del mondo, vanno a
testimoniare che quel popolo, sebbene obliato da quell'autentica cricca che e'
la 'comunita' internazionale', non e' stato abbandonato dalle persone alle quali
la parola 'giustizia' dice ancora qualcosa. Ma se in Palestina si combatte una
vera e propria guerra di liberazione nazionale, chi sente - a migliaia di
chilometri di distanza - che quella lotta e' giusta e sacrosanta non puo' che
impegnarsi nella cosiddetta 'guerra dell'informazione'. Una 'guerra', questa,
che necessita innanzitutto di una strategia adeguata ai mezzi di cui dispone la
parte svantaggiata. I filo-palestinesi, dunque, non avendo accesso a tv e
giornali ad ampia diffusione, se non vogliono ridursi ad una critica
ritualizzata, perdendo percio' in partenza, hanno un'unica possibilita':
cambiare le regole imposte dai 'padroni del discorso'.
http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=547&Itemid=1

OTTO. 'Palestina: mezzo secolo d'ingiustizia. Israele, l'ONU e le risoluzioni
disattese' serie Quaderni n. 20, Genova, 2004, Euro 8.50 puo' essere richiesto a:
Edizioni Effepi  Via Balbi Piovera 7 - 16149  Genova  E-mail:
effepiedizioni at hotmail.com http://www.angelfire.com/rnb/effepi/catalogo.htm 
Telefono: 010-642 3334  -  338-9195220 

NOVE. Carovana Sportiva in Palestina
Cari amici di Salaam,
vi invio ilmessaggio finale degli amici della Carovana Sportiva
(dell'associazione Jalla), al ritorno dalla Palestina.
Saluti
Mariagiulia
Salaam Ragazzi dell'Olivo-Milano
  
E' rientrata oggi in Italia la carovana sportiva di "Sport sotto
l'assedio" dopo nove giorni trascorsi con i nostri fratelli palestinesi.
Sono stati giorni intensi e pieni di emozioni che difficilmente dimenticheremo;
le lunghe partite di calcio su campi impossibili ma con la voglia di condividere
momenti di serenita' fanno  da contrasto a sensazioni di dolore per le
condizioni di vita di centinaia di migliaia di persone nei campi profughi che 
abbiamo raggiunto.
E' infatti prima di tutto la Palestina dei profughi(vittime da 56 anni di
un'ingiustizia non riconusciuta, vera chiave di volta per un duraturo processo
di pace)quella che vuole vivere con  dignita' la propria condizione assicurando
un futuro alle prossime generazioni anche attravesro la pratica delle discipline
sportive.
Realta' fatte da centinaia di volontari che in condizioni oggettivamente
impossibili cercano di coinvolgere le migliaia di ragazzi e ragazze nelle
diverse attivita', come ad esempio il centro di IBDAA a Deheisheh o
l'associazione sportiva ALKARAMA a Abasan ad est di Khan Younis. Supportare
strutture come queste significa anche far crescere una nuova Palestina, quella
che non vuole piu' vivere di aiuti umanitari in condizioni al limite della
sopravvivenza; una nuova generazione piu' aperta agli incontri e ad una crescita
collettiva capace anche di non ripetere gli errori commessi da questa classe
dirigente. 
E'l'impegno che abbiamo preso e che intendiamo rispettare fin da subito
ospitando in Italia una selezione sportiva di giovani dei campi profughi
visitati per la fine di giugno; iniziando con il prezioso contributo di realta'
operanti da tempo in loco come il CRIC un monitoraggio di quelle che sono le
carenze strutturali del movimento sportivo palestinese.
Particolare attenzione vogliamo dedicare alla formazione di personale tecnico
qualificato attraverso una serie di stage con i quali accrescere le competenze
di insegnanti e allenatori spesso ora non adeguatamente preparati.
Infine un ringraziamento a coloro,singoli o collettivi, che hanno
partecipato a questo viaggio trasformandolo in una esperienza
indimenticabile.
Associazione Jalla      Associazione Sportiva Salah






















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