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La fine della guerra in Sudan salva cristiani e animisti dalla sharia
- Subject: La fine della guerra in Sudan salva cristiani e animisti dalla sharia
- From: "Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Thu, 13 Jan 2005 13:50:01 +0100
La fine della guerra in Sudan salva cristiani e animisti dalla sharia dal Foglio 13-1-2005 Roma. Domenica 9 gennaio Colin Powell ha raccolto a Khartoum, capitale del Sudan, il frutto più clamoroso in terra araba della strategia contro terrorismo e fondamentalismo islamico, messa in atto da George W. Bush dopo gli attentati dell'11 settembre: la fine della guerra civile sudanese. E' un successo pari all'abbattimento del regime dei talebani in Afghanistan. La guerra civile sudanese non è soltanto un bagno di sangue tra etnie e religioni che ha mietuto mezzo milione di vittime, è anche un conflitto che ha al suo centro la pretesa dell'islam fondamentalista, al governo a Khartoum, d'imporre la sharia a cristiani e animisti del sud. Con la pace siglata, per la prima volta un governo musulmano deve accettare di ridurre, anziché espandere, lo spazio d'applicazione della legge islamica. Dal 9 gennaio 2005 la sharia cessa di essere in vigore nel sud cristiano e animista, e questo è proprio il baricentro su cui ruota tutto il trattato, che implica anche autonomia amministra tiva, una possibile secessione per via referendaria e la suddivisione delle risorse petrolifere. E' la dimostrazione che la strategia di Bush contro il terrorismo islamico affianca sin dall'inizio iniziative militari e iniziative politiche. Subito dopo le Twin Towers, il 13 novembre 2001, la Casa Bianca invia infatti in Sudan John Danforth, quale plenipotenziario, per chiudere il conflitto. Impresa durata 4 anni, con il contributo attivo anche dell'Italia (le trattative sono seguite dal sottosegretario Alfredo Mantica). Quella sudanese è dunque la prima guerra civile che ha la sua causa scatenante nel rifiuto di popolazioni non musulmane e non arabe di subire l'imposizione di un assetto politico e sociale dominato dalla sharia. Il conflitto inizia nel 1983, quando il dittatore Jafaar al Nymeiri introduce la legge coranica in tutto il paese, sotto pressione di un fondamentalismo ispirato dalla vicina Arabia Saudita. Immediata la rivolta dei cristiani e animisti del sud, sotto la leadership di John Garang, dello Spla, l'Esercito di liberazione popolare del Sudan che, dopo sei anni, ottiene dal regime militare, che nel frattempo ha abbattuto Nymeiri, la revoca del provvedimento. Ma il 30 giugno del 1989, il generale Hassan al Beshir effettua un colpo di Stato, il primo e unico caso al mondo di golpe per difendere la sharia. Proprio in quel giorno, infatti, deve entrare in vigore l'accordo tra il governo militare e i ribelli del sud, che sospende l'applicazione della legge islamica. Quel "golpe per la sharia" inasprisce la guerra e trasforma il Sudan in un santuario, nel motore del fondamentalismo e del terrorismo islamico in Africa. Affiancato dall'ideologo estremista Hassan al Turabi, al Beshir stipula nel '91 un contratto militare segreto con l'Iran khomeinista, si schiera a fianco di Saddam Hussein che annette il Kuwait, ospita dal '91 al '95 Osama bin Laden. Sul loro cammino, però, al Beshir e al Turabi accumulano sconfitte: sul piano militare da parte di Garang; sul piano arabo con il raffreddamento delle relazioni con i sauditi che perdono il controllo di una spirale fondamentalista che pure avevano innescato; sul piano internazionale con l'isolamento più completo; sul piano economico con un disastro. Dopo l'11 settembre, Bush decide di voltare pagina rispetto ai tentennamenti di Bill Clinton (che pure bombarda Khartoum dopo gli attentati di al Qaida in Kenia e Tanzania del 1998). Al Beshir sente la nuova pressione americana: imprigiona al Turabi e riapre la trattativa con Garang. La pace giunge anche facilitata dall'offerta di Washington di consistenti aiuti economici. L'accordo favorirà anche la ripresa del paese. Il Sudan produce infatti 365 mila barili di petrolio al giorno e oggi, con la sigla della pace, le imprese estrattrici (in cui spiccano la China national petroleum, la Petronas della Malaysia, la Ongc Videsh dell'India, la Total francese e la americana Marathon Oil) possono aumentare la produzione fino a 500 mila barili.
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