articolo



Ho da proporvi un articolo. Qualora lo gradiate, scegliete pure voi in
che sezione destinarlo. Grazie.
 
Se i giovani decidessero le sorti dell’umanità...
Perché solo gli americani godono del diritto al voto per il loro (e
nostro) presidente? 
Non per tutti è un male. Anzi a qualcuno non gli interessa proprio.
 
 
 
L’altro giorno ho parlato con un ragazzo. Anzi, era ieri quel giorno.
Parlando di questo e di quello, ho voluto sottolineargli il fatto che
martedì sera mezzo mondo starà incollato davanti ai teleschermi (perché
non tutti si possono permettere un aggeggio come la televisione) a
seguire l’elezioni presidenziali statunitensi, o perlomeno le prime
proiezioni. La sua risposta è stata chiara e secca: non mi importa
granché, io vivo la mia vita, poi sono fatti loro. Aldilà dei risultati
di queste votazioni, aldilà di chi sarà il futuro manager mondiale, il
futuro grande capo, c’è una cosa che sorprende enormemente. Il destino
del mondo è in mano agli americani. Grazie a loro infatti, si deciderà
il nuovo Mr. White House, e così anche la nuova politica ed economia
americana, ma anche il nuovo orientamento mondiale del ventunesimo
secolo. Il problema è che a decidere le sorti del pianeta è solo una
percentuale piccola delle persone aventi il diritto di vivere. E’ giusto
chiamare queste elezioni solo americane quando in realtà il mondo
cambierà proprio in base a queste? La risposta è No. Gli americani
insomma hanno un pesante fardello sulle spalle. Ma come si pongono i più
di cinque miliardi di persone che assistono a questo evento? Non sono
altro che spettatori. Innanzitutto lo sono fisicamente, perché si
pongono di fronte alla televisione a seguire ora dopo ora, minuto dopo
minuto, i risultati. Ma lo sono anche da un altro punto di vista. Questa
consistente massa di persone non avrà assolutamente nulla tra le mani
per decidere sulla propria sorte. Mica può farsi fare la cittadinanza
americana in extremis e andare a votare in Florida. Ecco che si ritrova
pubblico esterno di una situazione che sembra apparentemente non
toccarla, come in una telenovela. Già la televisione fa la sua parte,
ponendo le distanze tra noi e il mondo. E’ difficile però accettare il
fatto che altri siano a decidere della nostra sorte. E’ un problema che
dovrebbe toccare tutti. Eppure sono molte le eccezioni. Il mondo che
vediamo attraverso gli schermi televisivi è lontano, troppo lontano,
svanisce in film o reality show. Siamo troppo distanti dalla realtà dei
fatti, seppure la televisione ce la scaraventi ogni giorno in sala. Non
c’è da stupirsi quindi se giovani si sentano esclusi dal mondo. Ma il
problema non è la televisione. E’ la mentalità diffusa che attraverso
televisione, discoteche, droghe, ecc... impedisce ai giovani di
osservare la realtà senza essere annebbiati da falsi ideali. Il mondo
che in questo momento è dilaniato da guerre, in cui si tengono elezioni
per il destino dell’umanità, un giorno verrà lasciato in eredità a
queste generazioni. Come si comporteranno allora? Chi può dirlo. Una
conclusione possiamo trarla: se i giovani potessero votare farebbero
carta bianca. 
Bush o Kerry? I loro nomi ricordano vagamente qualcosa.....  
 
 
 
Davide Marzorati