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CECENIA : ELEZIONI IL 29 AGOSTO
- Subject: CECENIA : ELEZIONI IL 29 AGOSTO
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Wed, 25 Aug 2004 10:56:28 +0200 (CEST)
CECENIA : ELEZIONI IL 29 AGOSTO. Alla vigilia delle elezioni si grida all'11 settembre russo e si accusano i soliti ribelli ceceni. Chiediamo di attendere indagini più precise sui due disastri aerei di oggi prima di giungere a conclusioni affrettate. Francesco Lauria http://francescolauria.blog.tiscali.it Qualche dato sulla situazione in Cecenia Gli ultimi due conflitti in Cecenia hanno causato la morte di 150.000-200.000 civili. Si tratta del 15-20% della popolazione. Per tale ragione ha senso parlare di "genocidio". Tra i 15.000 e 20.000 soldati russi sono caduti in battaglia. In termini di perdite, la guerra in Cecenia può essere pertanto paragonata al conflitto in Afghanistan. In nome della "guerra al terrorismo" il Cremlino ha ordinato di radere al suolo ogni casa della capitale cecena Grozny. Paragona le foto satellitari di Grozny prima e dopo la guerra. Le ONG per i diritti umani stimano che almeno 3.000 civili sono "spariti" nel nulla. In genere ciò significa che sono stati catturati, torturati, uccisi e sepolti nelle ormai innumerevoli fosse comuni presenti in Cecenia. La Cecenia è infestata dagli squadroni della morte, ovvero squadre di militari russi incappucciati per non farsi riconoscere, o in alcuni casi anche di ceceni collaborazionisti con le forze federali russe, che terrorizzano la popolazione civile. Sequestri e "sparizioni" sono all'ordine del giorno. Decine di migliaia di guerriglieri sono stati detenuti in campi o "punti di filtraggio". Non sono altro che i nuovi gulag russi, in cui le torura e l'esecuzione è praticata tutti i giorni. L'unica speranza dei parenti di ritrovare vivi i prigionieri consiste nel pagare pesanti riscatti. I profughi sono circa 100.000 in Iguscezia, 5.000 in Georgia e circa altri 20.000 distribuiti nel mondo. Dato che, contro ogni evidenza, il governo russo vorrebbe dimostrare che la situazione si sta normalizzando, specialmente i rifugiati in Inguscezia rischiano di essere deportati forzatamente in Cecenia dove gli aspetta una situazione di guerra e violenza. Anche gli ospedali e quasi tutte le strutture sanitarie sono state bombardate e distrutte. Pochi sono gli ospedali funzionanti ed in genere lavorano in condizioni disperate. Attualmente in Cecenia è esplosa una epidemia di tubercolosi. Scuole e università funzionano solo parzialmente ed una generazione di giovani illeterati che non hanno visto altro che violenza e guerra stanno cadendo sempre più nelle mani del fondamentalismo e terrorismo islamico. In particolare giovanissime donne cecene a cui è stata sterminata la famiglia e distrutta la casa non hanno più nulla da perdere e tramano vendetta con attentati suicidi. La Cecenia è stata chiusa a tutti gli osservatori internazionali ed a qualsiasi ONG per i diritti umani. A nessun giornalista è permesso di visitare i luoghi del conflitto. Questa strategia di censura è stata efficacissima nel nascondere i gravissimi abusi e nel silenziare l’indignazione dell’oppinione pubblica non solo russa ma anche occidentale. In particolare la stampa occidentale parla del conflitto ceceno solo quando si verificano attentati suicidi e si rifà quasi esclusivamente alle informazioni delle agenzie di stampa russe. Per quanto riguarda i mezzi d’informazione nazionali Putin è riuscito sostanzialmente ad abolire la libertà di stampa. I grandi Network sono tutti in mano al governo e chi critica la politica del presidente subisce frequenti minacce. In Russia il giornalista libero rischia la vita: negli ultimi dieci anni circa 150 giornalisti sono morti per “cause innaturali”. L’uccisione o il rapimento di giornalisti, politici e collaboratori di organizzazioni umanitarie che hanno criticato il modo di condurre la guerra in cecenia è assai frequente. Eppure l’informazione, in un modo o nell’altro, filtra e le ONG per i diritti umani come Amnesty International, Human Rights Watch, Memorial, ecc. continuano a produrre documenti che evidenziano come gravissime violazioni dei diritti umani sono in corso in tutta la piccola repubblica Caucasica e che non sono un accidente ma rappresentano la strategia con cui il Cremlino spera di sottomettere il separatismo ceceno. I capi di stato occidentali non solo sfruttano questo silenzio stampa per condurre la classica Realpolitik omertosa ma anzi, in certi casi, collaborano attivamente al genocidio. Unanimi hanno applaudito a lungo, prima di essere costretti a cambiare stretgia, al presunto (ed inesistente) “processo di pace” in Cecenia di Putin. L’occidente continua a considerare Putin un riformatore democratico. La verità è che anche all’interno della Russia ha imposto leggi ed adottato misure sempre più restrittive delle libertà civili, mentre le mafie e le organizzazioni criminali continuano a dilagare apparentemente indisturbate. Dopo l’undici settembre ora Putin gode da parte dell’occidnte di un appoggio ancora più incondizionato perché è riuscito a convincere la comunità internazionale che la guerra in Cecenia si lascia giustificare come una guerra al terrorismo. Gli abusi e le violazioni dei diritti umani contro civili inermi sono accettabili in quanto parte integrante della lotta globale al terrorismo islamico di Al Qaeda. Così, la Russia di oggi, anche grazie all’appoggio di USA ed Europa, sta cadendo indietro a forme autoritarie di stampo stalinista o fascista e xenofobo. L’odio razzista e il desiderio del ritorno ad un regime violento che ristabilisca “l’ordine” ed una situazione economica disastarta cresce di giorno in giorno. Il pericolo che la Russia, anche a causa delle ripercussioni del conflitto ceceno, possa ritornare ad essere una dittatura con migliaia di bombe atomiche a disposizione, non è più fantapolitica ma rischia di diventare una realtà concreta. PER UN'AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA DELLE NAZIONI UNITE IN CECENIA Appello al Segretario generale e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri delle Nazioni Unite Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo rivolgiamo un appello fiducioso alle Nazioni Unite ed agli Stati che hanno a cuore i destini della vita e della civiltà umana, in quel piccolo angolo d'Europa, cancellato dalla coscienza dell'Occidente e dei paesi liberi, consegnato da 10 anni alle truppe di occupazione del Cremlino. Lo Stato Russo sta rinnovando una tragedia che si trascina da tre secoli, di occupazione in occupazione, di deportazione in deportazione, di sterminio in sterminio. Questa colonizzazione multisecolare è una vergogna per l'intera umanità ed una tragedia che unisce, prima che dividere, i popoli russo e ceceno in una comune sventura. Noi ceceni, vediamo da dieci anni il nostro paese devastato, la nostra capitale Grozny rasa al suolo, i nostri villaggi, i nostri campi, i nostri boschi e il nostro stesso popolo resi quotidiani bersagli di una guerra che non sembra avere altro fine, né altro epilogo, che il nostro definitivo annientamento. Vediamo i nostri figli e le nostre figlie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri mariti e le nostre mogli, i nostri fratelli e le nostre sorelle, rapiti nel cuore della notte, deportati, imprigionati, torturati, violentati, mutilati e assassinati. Vediamo con angoscia crescere il rischio che alcuni dei più giovani e dei più deboli di noi, cresciuti in un mondo che non conosce che la guerra, cedano anch'essi alla tentazione del terrorismo e confidino in un "coraggio assassino", che li renderebbe uguali agli occupanti. Vediamo che le nostre fragili istituzioni, consacrate da un voto democratico nel 1997, riconosciute dalla comunità internazionale e dalla stessa Federazione Russa, sono state prima delegittimate, poi sostituite da un governo fantoccio e infine spazzate via da un referendum-farsa. Noi russi, Sappiamo che i corpi dei nostri ragazzi in divisa tornano a migliaia a raggiungere furtivamente i cimiteri delle nostre città e dei nostri villaggi. Sappiamo che i nostri soldati sono condannati a commettere innumerevoli atrocità e crimini quotidiani, per ordine di qualche autocrate e di alcuni generali cinici e venali. Sappiamo che questa guerra uccide a decine di migliaia, uomini e donne, e con loro assassina anche la speranza della democrazia e della libertà che coltiviamo nel nostro cuore, dalla fine della guerra fredda, per il nostro paese. Noi cittadini del mondo intero, condividiamo lo stesso orrore che provano molti russi e il medesimo terrore dei ceceni, di fronte alla devastazione di quel piccolo lembo d'Europa e di mondo che si chiama ancora Cecenia. Affermiamo che quanto succede in questa regione, scientemente e complicemente abbandonata, assomiglia ogni giorno di più ad un vero e proprio genocidio. Signor Segretario Generale, Signore e Signori Capi di Stato e di Governo, Riteniamo intollerabile che la comunità internazionale continui ad ignorare l'incalzare quotidiano di questo dramma assoluto; non è ammissibile continuare a chiudere gli occhi e sottrarsi ulteriormente alle responsabilità che incombono su tutti e su ciascuno. Sottoscriviamo il piano per "l'indipendenza condizionata" presentato dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Cecena d'Ichkeria, Ilyas Akhmadov, che propone l'istituzione di un'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite, sulla base del disarmo dell'insieme delle forze cecene e del ritiro di tutte le forze militari e dell'amministrazione civile russe. Al termine di tale periodo di transizione, durante il quale l'ONU avrebbe l'incarico di amministrare il paese e di coordinare la ricostruzione dell'ordine civile, politico e materiale di un paese popolato di rovine e di fosse comuni, i cittadini ceceni sopravvissuti sarebbero chiamati ad eleggere il proprio parlamento e il proprio governo. Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo Vi chiediamo solennemente e con fiducia che siano immediatamente prese tutte le iniziative necessarie per studiare e poi attuare il piano Akhmadov per la pace e la democrazia in Cecenia. Auspichiamo che, secondo questa logica, venga nominato al più presto un Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per la Cecenia. La sicurezza dei russi e la vita dei ceceni non possono essere sacrificate alla logica di un conflitto, che nessuno può più sperare di vincere sul campo di battaglia. Spetta alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite consentire a due popoli che stanno perdendo entrambi una guerra vergognosa, di vincere insieme una pace onorevole. Riferimenti Cecenia SOS http://ceceniasos.ilcannocchiale.it/ ___________________________________ Yahoo! Companion - Scarica gratis la toolbar di Ricerca di Yahoo! http://companion.yahoo.it
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