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[War] Palestina: Uccisione a Jeniini di un funzionario UN
- Subject: [War] Palestina: Uccisione a Jeniini di un funzionario UN
- From: Lorenzo Salvadorini <lorello at chiodofisso.org>
- Date: Thu, 28 Nov 2002 18:45:58 +0100 (CET)
- Organization: Centro di Calcolo - Dipartimento di Informatica di Pisa - Italy
{ Da: Fabri Bellini <ibrizie at hotmail.com> Fonte: Operazione Colomba } Una testimonianza e un report a riguardo dell'uccisione di Ian Hook dipendente dell'UNRWA agenzia delle nazioni unite che aiuta rifugiati palestinesi. Traduzione a cura di Luca. ciao Fabrizio -*- ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ "CITTADINO BRITANNICO E BAMBINO PALESTINESE UCCISI A JENIN VENERDI" Venerdi' 22 novembre le forze israeliane hanno attaccato il campo profughi di Jenin uccidendo un bambino palestinese ed un ingegnere britannico, Ian Hook (30 anni). Secondo le informazioni raccolte dal LAW, verso le 8;45 di venerdì, le forze israeliane supportate da decine di carri armati, apache e jeep sono entrate nel campo profughi di Jenin. Sono penetrate nel mezzo del campo profughi, dalla parte di Burqen St., verso la zona al-Zahra della città. L'incursione è stata accompagnata da fuoco indiscriminato diretto verso le strade, le case, i palazzi e i civili senza distinzione. Intorno alle 10;00, le forze israeliane hanno circondato la casa di Ibrahim Naghnineh, con il pretesto che stesse nascondendo palestinesi "ricercati" da Israele. Diversi cecchini israeliani si sono posizionati sopra i tetti di alcuni edifici iniziando a sparare contro la casa di Naghnineh, e contro chiunque si muovesse nella zona, causando la fuga di molte persone. Il figlio di Naghnineh, Nidal (28 anni) e Abdullah al-Wahsh (20 anni) sono stati arrestati e portati in un luogo sconosciuto. Di seguito, un bulldozer dell'esercito ha demolito tre case, dove vivevano sei famiglie. Un gruppo di bambini hanno poi iniziato a tirare pietre alle forze israeliane, le quali hanno risposto sparando, uccidendo Mohammad Bilalweh (12 anni), colpito all'occhio sinistro. Testimoni oculari hanno dichiarato al LAW che il bambino è stato ucciso da una distanza di circa un centinaio di metri. Altri tre bambini sono stati feriti: Jaber Hassan (12 anni), colpito all'addome; Zakariyya Sirhan (13 anni), colpita da una scheggia nella schiena; Amjad Omar (12 anni), colpito al piede sinistro. Le forze israeliane hanno continuato a sparare persino dopo l'uccisione di Mohammad, ferendo una volontaria irlandese della Mezzaluna Rossa palestinese, Kwefa Patterfly (25 anni), la quale è stata colpita alla gamba sinistra mentre cercava di assistere il ferito. Nel pomeriggio, le forze israeliane hanno ricominciato a sparare indiscriminatamente nel mezzo del campo profughi, colpendo il palazzo dell'UNRWA. Gli impiegati del palazzo non sono potuti evacuare a causa della pesante sparatoria. Ian Hooks, che lavorava per l'UNRWA come direttore del progetto di ricostruzione del campo profughi di Jenin è uscito dall'edificio intorno alle 13;30, avvisando le forze israeliane del pericolo in cui si trovavano gli altri impiegati, chiedendogli di facilitare la loro uscita ad assicurare la loro sicurezza. Un testimone oculare ha dichiarato che Hook è uscito dall'ufficio, supercontrollato dai cecchini, innalzando una bandiera delle Nazioni Unite. Si è fermato di fronte all'entrata dell'ufficio e ha chiesto ai soldati, compreso il cecchino sopra il tetto, di smettere di sparare. Non hanno ascoltato la sua richiesta, e hanno aperto il fuoco da una distanza di 20 metri, a dispetto della bandiera dell'ONU che teneva bene in vista. Hooks è stato colpito allo stomaco accasciandosi poi a terra. Diversi impiegati sono accorsi nel tentativo di rianimarlo. Tuttavia, le forze israeliane hanno impedito a chiunque di avvicinarsi al corpo. Hanno persino impedito alle ambulanze di intervenire. Dopo questo, alcune persone dentro al palazzo sono corse verso l'altra parte d'entrata nel lato sud, e dopo mezz'ora hanno raggiunto il corpo. Hooks è stato portato all'ospedale Dr. Khalil Suleiman di Jenin. E' morto durante il tragitto. Secondo il referto medico emesso dal sopraccitato ospedale, Hooks è stato colpito nella parte sinistra dello stomaco, ed il proiettile è uscito dalla parte destra del fondo schiena. E' poi stato riscontrato che un proiettile si è infilato sulla parte sinistra della cintura, causando una grave emorragia interna. Vi erano pure scheggie nel corpo. Dopo l'omicidio di Hooks, il portavoce israeliano ha cercato di addossare la colpa a dei palestinesi armati, con l'accusa di essersi trovato in mezzo a pesanti scontri a fuoco tra forze israeliane e palestinesi, dichiarando che Hooks era uscito con un cellulare in mano, e i soldati israeliani l'hanno ucciso erroneamente pensando fosse un combattente palestinese. LAW - The Palestinian Society for the Protection of Human Rights and the Environment is a non-governmental organization dedicated to preserving human rights through legal advocacy. LAW is affiliate to the International Commission of Jurists (ICJ), the International Federation for Human Rights (FIDH), and the World Organization Against Torture (OMCT). LAW - The Palestinian Society for the Protection of Human Rights and the Environment, PO Box 20873, Jerusalem, tel. +972-2-5833530, fax. +972-2-5833317, law at lawsociety.org, www.lawsociety.org. ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ CAOIMHE BUTTERFLY PARLA A ANNIE HIGGINS NEL CAMPO PROFUGHI DI JENIN, Palestina 22 Novembre 2002 Nella rioccupazione di oggi del campo profughi di Jenin, l'IDF ha trasformato la parte inferiore del campo in una zona militare chiusa durante la mattinata, impiegando circa 12 carri armati, 10 jeep e almeno due elicotteri apache da combattimento. Stavo cercando di stare nel mezzo tra i bambini disarmati e i carri armati, quando ho ricevuto una chiamata da un amico che chiedeva il mio aiuto per evacuare la sua figlia ammalata, considerando che l'esercito non permetteva alle ambulanze di entrare. Sono andata con un amico, un giornalista palestinese e siamo stati immediatamente arrestati, assieme ad un altro volontario internazionale, e portati in un luogo dove circa altri venti palestinesi erano trattenuti. Erano bendati, ammanettati, nudi con i soli pantaloni o mutande, e sono stati picchiati duramente. Dopo essere stata trattenuta per due ore ed interrogata brevemente, i soldati israeliani mi hanno detto che ero libera di andarmene. Ho chiesto il permesso di rimanere con gli uomini, nella speranza di far ridurre al minimo le violenze, ma i soldati hanno rifiutato, dicendo che ciò non era permesso. Quando ho rifiutato di andarmene, sono stata forzatamente portata via, spinta per la strada, sentendomi dire che se fossi ritornata nella zona mi avrebbero sparato. Sono tornata indietro dalla strada da cui ero venuta, passato il palazzo delle Nazioni Unite. Lì, ho parlato per poco tempo con Iain Hook, direttore del progetto dell'UNRWA (United Nations Relief Works Agency) a Jenin, il quale ha detto che stava cercando di negoziare con i soldati per le donne e i bambini in modo da farli andare a casa. E' uscito fuori dal palazzo dell'ONU sventolando una bandiera blu delle Nazioni Unite; l'unica risposta in inglese ricevuta dal megafono dei soldati è stata: "Non ci importa chi siete o se siete delle Nazioni Unite. Vaff.....o e tornate a casa!" Stavano già cercando di tornare a casa. Iain ha aggiunto che le cose non si mettevano bene. Ha insistito che voleva procurare un passaggio sicuro per i suoi 40 lavoratori palestinesi e per se stesso usando tutti i mezzi legali, ad esempio un coordinamento ufficiale con l'esercito. Alcuni impauriti genitori hanno iniziato a fare un buco nel muro del palazzo per evacuare i bambini che si trovavano là per un programma di vaccinazione. Abbiamo accompagnato alcuni di essi alle loro case. Dopo questo, sono tornata di nuovo verso la casa della bambina ammalata. Per la strada ho incontrato un gruppo di bambini che mi hanno detto che un ragazzino di dieci anni amico mio, era stato ferito dal fuoco di un carro armato, uno dei quali sosteneva al cervello. Così, sono andata dove i bambini erano radunati, e i carri armati stavano sparando su di loro all'impazzata. Ho camminato giù per la strada tra bambini e carri armati fino a raggiungere una distanza di 50 metri da esso, cercando di comunicare con i soldati. Li ho implorati di non sparare contro bimbi disarmati. In quel momento, hanno smesso di sparare. Alcuni istanti dopo, un apc (mezzo blindato, ndt)sorvolava sopra il carro armato. Potevo vedere le loro facce chiaramente e immagino che lo stesso valeva per loro. Avevo già notato in precedenza entrambi i carri armati. Un soldato è uscito fuori, mostrando solo il busto, dall'abitacolo del secondo veicolo con un fucile in mano iniziando a sparare. All'inizio ha sparato in aria, disperdendo la maggior parte dei bambini che hanno iniziato a correre verso un angolo della parte sinistra della strada. Tuttavia, tre bambini sono rimasti ed ho cercato fisicamente di portarli verso l'angolo, spingendoli. Guardandomi indietro ho scorto il soldato che dall'apache stava puntando il suo fucile verso di me da circa un centinaio di metri. Mi ha sparato sulla caviglia, vicino alla svolta nell'angolo. Quando sono caduta hanno continuato a sparare nella mia direzione. Ho strisciato per un pezzo, e poi alcuni dei ragazzini mi hanno tirato. Nessuna ambulanza è potuta entrare nel campo profughi, così sono stata portata via con una barella fatta in casa fino al luogo dove un'ambulanza della Mezzaluna Rossa ha potuto raggiungermi vicino all'entrata del campo profughi. Mentre mi trovavo nel pronto soccorso dell'Ospedale di Jenin, Iain Hook dell'UNRWA è stato portato dentro. E' morto pochi minuti dopo. Ci hanno detto che quando gli hanno sparato, l'esercito israeliano ha proibito ad un'ambulanza dell'ONU, con lo stemma bene in vista, di evacuarlo per il trasporto per circa mezz'ora, e durante questo tempo ha perduto tantissimo sangue. Alla fine lo staff dell'ambulanza lo ha evacuato attraverso il muro posteriore che gli impiegati avevano tirato giù in precedenza. Essendo stata presente nel campo profughi tutta la mattina, posso testimoniare che tutti i combattenti palestinesi avevano smesso di sparare due ore prima che noi fossimo feriti. Quando sono passata dal palazzo dell'ONU in mattinata, era circondato dai cecchini dell'esercito israeliano che sparavano a chiunque dentro il campo profughi. Due persone sono state uccise e sei ferite. Tutte, tranne una sono state colpite dal fuoco dei carri armati fuori dalla zona che l'esercito aveva dichiarato chiusa per motivi militari. Non sono stata coinvolta in alcun tipo di sparatoria, al contario di quanto l'IDF falsamente attribuisce, e credo che neppure Iain sia stato coivolto... Tahani/Higgins +972 67 540 298 Cuiva Butterfly +972 67 598 293
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