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"Tutti americani?" di Alessandro Robecchi
- Subject: "Tutti americani?" di Alessandro Robecchi
- From: Lorenzo Salvadorini <lorello at chiodofisso.org>
- Date: Tue, 5 Nov 2002 00:39:35 +0100
- Organization: Centro di Calcolo - Dipartimento di Informatica di Pisa - Italy
- Resent-date: Tue, 5 Nov 2002 01:35:33 +0100
- Resent-from: Vittorio Moccia <v.moccia at itb.it>
- Resent-message-id: <200211050035.gA50ZXv23702 at dns.itb.it>
From: Marcello Cella <arrumba at tiscalinet.it> Tutti americani? ALESSANDRO ROBECCHI Nell'imminenza della nuova guerra a cui George W. Bush e Giuliano W. Ferrara si stanno febbrilmente preparando, una ricorrente domanda si aggira per il Paese: "Siamo tutti americani"? E' una domanda difficile, bisogna ammetterlo. Ci sono domande più facili, nella vita, tipo: "Siamo tutti iracheni?". Preferirei di no. "Siamo tutti afghani?". Manco morti. Ma torniamo al tema dominante: siamo tutti americani? Vediamo i pro e i contro. Se fossimo tutti americani, a chi diavolo dichiareremmo guerra? A chi spareremmo? Ci sarebbero enormi danni commerciali: la Rayteon che costruisce i missili e la Lookeed che costruisce gli aerei per tirarli in testa alla gente entrerebbero in crisi. Si sa che l'America confina stabilmente con il Canada (a nord) e il Messico (a sud). Occasionalmente, invece, confina con chi vuole lei, a seconda di cosa decide il Pentagono. Attualmente, con lo studio della guerra all'Iraq, l'America si candida a confinare con il Kuwait, quella straordinaria democrazia liberale difesa dieci anni fa. Attualmente, l'America confina con il Pakistan, per esempio, il cui feroce dittatore ha l'atomica e può anche usarla, senza che questo faccia perdere il sonno a Bush o a Ferrara. Essere tutti americani avrebbe i suoi vantaggi. Per esempio migliaia di piccoli somali o ruandesi, invece di praticare i lunghi digiuni imposti dall'economia mondiale, potrebbero avere una casetta in legno con il prato all'inglese, la piscina (nei casi più fortunati) e chissà, un fucile mitragliatore da portare al college quando sono un po' nervosi o nei momenti di noia. Stiamo divagando. Torniamo alla domanda dell'inizio: siamo tutti americani? No, costerebbe troppo Stiamo divagando. Torniamo alla domanda dell'inizio: siamo tutti americani? Pensiamo agli aspetti positivi della faccenda: se fossimo tutti americani avremmo un antitrust che funziona e non avremmo un presidente del Consiglio al controllo del novanta per cento dei media. Avremmo Bob Dylan invece di Paola e Chiara. Ma pensiamo anche agli aspetti negativi: se fossimo tutti americani avremmo più debiti che capelli in testa, e la più alta percentuale sul pianeta di detenuti in rapporto alla popolazione. Dunque la domanda è: siamo tutti americani, d'accordo, ma a piede libero o in galera? Veniamo ai dettagli: supponiamo di alzarci, domani mattina, tutti americani. Sei miliardi di americani. Dove troveremmo alcuni miliardi di tonnellate di bacon? E dodici miliardi di uova fresche? Ehi, ragazzi, il succo d'acero finirebbe subito! Naturalmente, essendo tutti americani, avremmo tutti la macchina e andremmo tutti a lavorare in macchina, il che ci costringerebbe a costruire parcheggi grandi come il Congo. Ma non solo: se sei miliardi di americani facessero il pieno tutti insieme, nel giro di una settimana il petrolio sarebbe un problema superato, nel senso di esaurito. Anzi: se fossimo tutti americani bisognerebbe fare qualche calcolo: si esaurirebbero prima le risorse petrolifere o i polmoni? Attenti! C'è anche la filosofia: se fossimo tutti americani faremmo coincidere la democrazia con i consumi, saremmo convinti che la libertà è una faccenda di libero mercato. E' un pensiero confortante, ma cercate di non dirlo ai cinesi: con un miliardo di nuovi frigoriferi in azione e un'utilitaria in ogni famiglia non avremmo molto tempo per goderci questa immensa America che sarà diventata il pianeta. Probabilmente le nostre ultime mezz'ore di vita prima di accasciarci sui sedili in cerca d'aria respirabile le passeremmo in coda su una highway, guardando un cielo insolitamente privo di ozono. Alla fine, detta proprio egoisticamente, anche lasciando da parte accessori e optionals come etica e morale, direi che un pianeta popolato soltanto da americani, con il livello di vita degli americani, non conviene a nessuno, tantomeno agli americani e agli europei, fossero anche inglesi. Anche perché gli americani sono circa trecento milioni e tutto fa supporre che il pianeta non se ne possa permettere molti di più, certamente non venti volte di più. Dunque bisogna trarre una conclusione: se un ventesimo della popolazione mondiale è composta di americani è semplicemente perché gli altri diciannove ventesimi non lo sono. Siamo tutti americani, dunque? Sarebbe bello, ma non è possibile: costerebbe un po' troppo, non possiamo permettercelo. Non siamo mica americani.
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