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(Fwd) auto condivisa nuova proposta antinquinamento




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Date forwarded: 	Fri, 12 Apr 2002 05:56:17 +0200
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To:             	economia@peacelink.it
From:           	Andrea Agostini <lonanoda@tin.it>
Subject:        	auto condivisa nuova proposta antinquinamento
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dal nuovo.it


Mercoledi, 10 Aprile 2002    06:58  


 Parte il car sharing, l'auto è da 'dividere'


Il progetto del ministero dell'Ambiente sarà attivo da maggio in due
città. Sarà possibile disporre di una macchina 24 ore su 24 pagando
l'iscrizione e una quota annuale. L'obiettivo è ridurre
l'inquinamento. 
 di Barbara Acquaviti 

ROMA - Non è una multiproprietà. Nè una forma di autonoleggio. In
italiano può essere tradotto come "auto condivisa". Ossia, per
chiamarla come si fa in tutto il resto del mondo, car sharing . In
pratica è la macchina di cui non si è proprietari ma che può essere
usata 24 ore su 24, senza doversi sobbarcare le spese di assicurazione
bollo o gestione.

E' il nuovo servizio di mobilità voluto dal ministero dell'Ambiente
che sarà attivato grazie a un finanziamento di 9,5 milioni di euro. E'
uno dei progetti che fa parte del pacchetto d'interventi varato dal
responsabile del dicastero ecologico, Altero Matteoli, per combattere
l'inquinamento atmosferico. Perché l'obiettivo del car sharing è
quello di diminuire il numero di vetture in circolazione con
l'immediata conseguenza di migliorare la qualità dell'aria.
Un'occhiata ai numeri: le stime prevedono che in un anno si arrivi in
media a una riduzione procapite di 6-7mila chilometri in meno
effettuati.

A maggio partirà a Torino e Venezia. Entro l'anno sarà attivo a
Modena, Bologna, Genova e in provincia di Rimini e nel corso del 2003
a Roma, Firenze, Parma, Palermo, Reggio Emilia, Brescia e Provincia di
Milano. Ma, altre cinque amministrazioni (Bari, Catania, Milano,
Perugia e Trieste) stanno completando le procedure per accedervi. E
secondo una ricerca effettuata dal ministero nelle 13 maggiori città
italiane risulta che che il 3% dei patentati, e quindi circa 150mila
persone, è già pronto a utilizzare il servizio.

Come  funziona. Prima di tutto ci si deve associare attraverso il
pagamento di una quota di iscrizione e poi di un abbonamento annuale
che consente all'utente di dotarsi di una card e di un codice
personalizzato. A quel punto si chiama il call center e si specifica
quale tipo di macchina, a che ora e per quanto tempo sarà utilizzata.
Dopo aver avuto la conferma della prenotazione, si potrà prelevare
l'auto nell'area di parcheggio convenzionata più comoda. Ovviamente
anche la riconsegna dovrà essere effettuata in una delle zone
attrezzate. Con la stessa scheda si potrà usufrire del servizio in
tutte le città che hanno aderito al progetto. 

I costi. Le tariffe saranno determinate dai gestori d'intesa con le
amministrazioni locali. Per l'iscrizione il costo sarà tra i 50 e i
100 euro, per l'abbonamento annuale tra i 60 e i 150. A questi
bisognerà poi aggiungere quelli relativi ai tempi di utilizzo (da 1,55
a 2,60 euro all'ora) e ai chilometri percorsi (da 0,15 a 0,40 euro per
chilometro). Saranno gli stessi comuni che aderiscono all'Ics, ossia
all'Iniziativa Car Sharing che ha il compito di coordinare e
sviluppare il progetto, a scegliere i gestori a cui sarà affidato il
servizio. Ai finanziamenti del ministero accederanno soltanto i
partner che avranno varato un progetto approvato dalla Ics. Gli
associati godranno però di alcuni vantaggi come ad esempio l'accesso
alle zone a traffico limitato o alle corsie preferenziali.

"Una scommessa". Così l'ha definita il ministro Altero Matteoli. Che
non a caso sottolinea come questo progetto "certo da solo non può
risolvere le emergenze ma rappresenta un approccio culturale diverso
al problema ambientale" in un paese in cui la macchina di proprietà
resta ancora uno un caposaldo della mentalità comune. Il car sharing
ha dei precedenti negli Stati Uniti e in Europa. Le prime esperienze
sono partite negli anni '80 e soltanto adesso, e con molta fatica,
hanno cominciato a funzionare in Germania Svizzera e Olanda. In Italia
sono stati già avviati due progetti sperimentali in provincia di
Milano in collaborazione con Legambiente. Perché il ministero pensa
che il progetto possa decollare nel nostro paese? "Abbiamo creato
questo coordinamento - spiega Marco Mestretta, presidente dell'Ics -
proprio per fare in modo che ci sia una diffusione capillare ma allo
stesso tempo uniforme. E' chiaro che un'iniziativa come quella del car
sharing funziona meglio quanto più si diffonde sul territorio. La
nostra speranza è quella di arrivare al 3% di utenti nel giro di
qualche anno, e se nel medio periodo saremo riusciti a coinvolgere il
10% della popolazione allora potremmo dire di aver ottenuto un grande
successo".





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