riflessioni degli Indios Kaiapo' sulla guerra



Luogo: Brasile
Tema: riflessioni degli Indios Kaiapo' sulla guerra
Data: 26/11/2001
Fonte: MISNA
"Anche i Kaiapó di Moikárákô hanno visto le immagini delle stragi
statunitensi dell’11 settembre e quelle del conflitto in Afghanistan.
Davanti all’unica televisione a batteria dell’infermeria del villaggio, gli
indios sono rimasti perplessi e spaventati". A parlare è padre Pino Leoni,
missionario saveriano impegnato nella pastorale indigenista a Sâo Félix do
Xingu (diocesi di Belém, Pará) che ha svolto una piccola inchiesta tra i
Kaiapó, chiedendo loro una riflessione sulla guerra. "Arriverà anche qua? –
hanno subito domandato al missionario – e nel tuo Paese c’è già? Dì ai tuoi
parenti che, se sono in pericolo, vengano qui con noi e faremo una casa per
loro". Un capo anziano, Mote, ha chiesto a padre Leoni di scrivere una
lettera contro la guerra e di mandarla ai ‘Grandi capi’. E così il religioso
ha raccolto il suo pensiero e quello di tutto il villaggio di Moikárákô.
"Tutta la comunità non vuole assolutamente la guerra – ha iniziato il
‘cacique’ Mote – Noi vogliamo ancora fare festa! Vogliamo ancora continuare
a mangiare bene e a dormire bene, a dipingerci, a tagliare i capelli secondo
la nostra moda antica. Vogliamo che le mamme continuino a pitturare i
bambini di rosso vivo e nero rilucente, a forare i lobi delle orecchie per
appendervi orecchini di perline e a spalmare resina profumata sulla testa
dei loro piccoli. Vogliamo continuare ad usare i nostri copricapo di cera e
resina e penne per fare festa cantando e danzando. Vogliamo ancora fare il
bagno nel fiume, pescare il pesce elettrico e poi, avvolto nelle foglie del
banano con la farina di manioca, arrostirlo nel forno di pietra e mangiarlo
assieme durante la festa. Vogliamo continuare ad assaporare il cuore di
palma, le noci e tutti i frutti della foresta. Vogliamo continuare ad andare
a caccia del cinghiale e del tapiro, a levigare l’arco e a preparare le
frecce. Vogliamo continuare a lavorare nei campi e a spaccare la legna per
il fuoco – ha concluso Mote - vogliamo continuare a stare bene, in pace, e a
fare festa ancora …".