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agire solidale: Eco Himal, solidarieta' ad alta quota
- Subject: agire solidale: Eco Himal, solidarieta' ad alta quota
- From: "Alessandra Buccheri" <alessandrabuccheri at hotmail.com>
- Date: Tue, 6 Nov 2001 22:28:58 +0100
Luogo: Tibet Tema: agire solidale: Eco Himal, solidarieta' ad alta quota Data 7/11/2001 Fonte MISNA (inserita da Enrico Casale ©) (POPOLI) La solidarietà è di casa in montagna. La difficoltà di vivere in condizioni ambientali difficili e spesso estreme, oltre alla necessità di dividere risorse naturali scarsissime, ha favorito nei secoli rapporti di mutua assistenza e di aiuto reciproco fra la gente che vive in montagna. Un atteggiamento che non è mai venuto meno. Eco Himal è uno degli eredi di questa tradizione di solidarietà fra gente di montagna. In questo caso tra alpinisti europei e tibetani. Il progetto è ambizioso: aiutare il Tibet creando infrastrutture indispensabili per garantire un futuro migliore alla popolazione. Un’impresa complicata: si lavora ad altezze elevate, in condizioni climatiche e ambientali difficili. E in un contesto politico e burocratico non sempre favorevole alla solidarietà delle organizzazioni straniere. "Siamo un po’ pazzi, lo ammetto - dice scherzando Maria Antonia Sironi, geologa, ‘anima’ con Patrizia Broggi dell'associazione. "Ci siamo imbarcati in un progetto ambizioso trascinati dalla passione per la montagna e dall’amore per la sua gente. È una sfida impegnativa. Ma noi siamo alpinisti. Ci piacciono le sfide difficili". Eco Himal inizia a lavorare a metà degli anni Novanta nelle valli del Makalu in Nepal. Realizza mulini ad acqua, piccoli acquedotti, scuole. Si tratta di microprogetti realizzati su richiesta delle autorità o delle comunità locali. "In Nepal - spiega Maria Antonia Sironi - operano moltissime organizzazioni non governative occidentali e asiatiche. Diversa invece è la situazione in Tibet dove lavorano poche organizzazioni, e la bassa densità della popolazione, rende i servizi essenziali carenti. Per questo motivo abbiamo scelto di operare prioritariamente in alcune zone particolarmente disagiate del Tibet". E qui Eco Himal lavora soprattutto su due fronti: l’istruzione e la sanità. Per aiutare i bambini ha costruito (o ricostruito) alcune scuole in alcune zone isolate. Oltre a farsi carico dei lavori di costruzione, assiste anche i piccoli studenti inviando materiale didattico e sobbarcandosi alcuni interventi straordinari e spesso fornendo loro pecore o yak che assicurano un sicuro mezzo di sostentamento. Sotto il profilo sanitario-medico, Eco Himal sostiene due ospedali: uno a Gutsho a 4.500 metri di quota sulla direttrice Lhasa-Kathmandu e, l’altro, a Tshome a 4.800 metri d’altezza nel piccolo centro amministrativo di Chang Thang. Il denaro necessario alle iniziative viene raccolto dai soci (tutti volontari che si sobbarcano le spese di gestione) attraverso cicli di conferenze, mostre fotografiche, pubblicazioni di libri e incontri. "Non mancano donatori privati - osserva Maria Antonia Sironi -. Recentemente ci è capitato il caso di un donatore che si era appena sposato. Come regalo di nozze aveva chiesto che venissero fatte donazioni alla nostra associazione da usare per l’acquisto di medicinali. Tra i nostri benefattori ci sono alcune sezioni del Club Alpino Italiano, la Società Alpinisti Trentini e molte scuole. Alcune di esse hanno addirittura adottato i nostri progetti coprendone parte dei costi". Ogni progetto è realizzato facendo capo a un responsabile locale con il quale i responsabili di Eco Himal verificano periodicamente l’andamento dei lavori. Progetti nuovi? "Stiamo pensando a creare piccoli ambulatori e un impianto a pannelli solari presso l’ospedale di Tshome, attualmente privo di corrente. Per il momento sono solo idee, ma speriamo di riuscire a realizzarle entro breve".
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