Legge sull'editoria e online



Legge sull'editoria e online, il sottosegretario risponde alle domande del
forum di Repubblica.it


http://www.repubblica.it/online/politica/leggeditoria/forum/forum.html

ROMA - Nessun obbligo di registrazione, nessun nuovo vincolo e soprattutto
nessun vincolo per i siti Internet. Il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio con delega per l'editoria Vannino Chiti, ribadisce che la nuova
legge sull'editoria non deve preoccupare chi ha un sito. Rispondendo alle
domande inviate dai partecipanti al forum aperto da Repubblica.it, Chiti ha
cercato di fare chiarezza su una legge che, dalla sua entrata in vigore la
settimana scorsa, ha messo in allarme molti utenti italiani, preoccupati di
sapere se il loro sito deve sottostare alle nuove regole. Le domande che
sono arrivate al forum sono di vario genere e quasi tutte sottopongono al
sottosegretario il proprio caso personale. In generale, il dubbio che i
naviganti hanno sollevato può essere sintetizzato così: "Ho un sito che
gestisco in modo amatoriale e lo aggiorno periodicamente. Sono in regola con
la nuova legge o devo iscrivermi in qualche albo o registro?"

Per questo, tra le decine di quesiti inviati, è stata fatta una scelta. Le
domande alle quali sono state date risposte specifiche sono quelle che
rappresentavano dubbi e perplessità comuni a molte altre.

Ecco le risposte del sottosegretario, precedute da una serie di quesiti che
sintetizzano i dubbi della quasi totalità degli utenti.

"Le domande inviate - dice Chiti - fanno tutte riferimento a una presunta
nuova norma, che sarebbe contenuta nella legge 62 del 2001 sull'editoria e
sui prodotti editoriali, che avrebbe imposto l'iscrizione dei siti Internet.
Ciò non è vero, non c'è alcun vincolo aggiuntivo di sorta da parte della
legge per quello che riguarda i siti Internet, in particolare per quello che
riguarda la registrazione dei siti informativi".

Allora perché i dubbi sulla registrazione?
"Di registrazione nella legge si parla all'articolo 16, ed è un meccanismo
di semplificazione perché prevede l'equiparazione delle registrazioni
attualmente esistenti con quelle nuove presso l'albo degli operatori della
comunicazione. Insomma, registrarsi in quest'ultimo è la stessa cosa di
registrarsi in tribunale come si è fatto finora".

E chi si deve registrare?
"Coloro che erano tenuti a farlo prima della nuova norma. Quindi la nuova
legge non estende la platea in nessun modo".

Un altro elemento di dubbio è l'articolo 1 della nuova norma, quello che dà
una nuova definizione di prodotto editoriale che ora comprende anche i
prodotti informativi multimediali. Chi produce questi ultimi, si deve
registrare?
"No. La definizione non implica l'obbligo di registrazione. E su questo non
ci sono dubbi, non solo in via interpretativa, ma soprattutto in via
formale. Perché la legge è, come si dice, 'non estensibile'. Cito
testualmente: 'Per prodotto editoriale ai fini della presente legge', c'è
scritto all'inizio. Solo ai fini della presente legge, ripeto, quindi questa
indicazione sancisce in maniera esplicita e vincolante l'impossibilità di
estendere la norma in via interpretativa. Pertanto le domande che nascono da
questo assunto decadono perché non c'è alcun vincolo aggiuntivo di
iscrizione di sorta da parte dei siti presenti su Internet".

Ma c'è anche un aspetto della registrazione collegato con i contributi
pubblici che un utente potrebbe ottenere, è così?
"In prospettiva la legge prevede dei meccanismi di sostegno in termini di
credito agevolato e soprattutto di credito di imposta anche a chi fa
prodotti editoriali multimediali. E' evidente che quando sarà fatto il
regolamento d'attuazione di questa norma questo aspetto sarà circoscritto.
Per chi vorrà accedere a contributi è possibile che la norma preveda tutto
quello che è attualmente previsto per chi già usufruisce di agevolazioni
pubbliche. Quindi sarà prevista anche una formale iscrizione ai registri
della comunicazione. Ma questo soltanto per chi vorrà accedere ai contributi
e nei limiti in cui sarà scritto nel regolamento d'attuazione. Attualmente
non c'è nessun tipo di vincolo e questo è bene sottolinearlo con chiarezza".

Poi Chiti passa all'esame alcune domande del forum. Ecco le sue risposte.

Ho una rivista di politica internazionale che si chiama "Acqua e Terre". Ho
acquistato un dominio Internet che si chiama politicainternazionale.it.
Perché quest'ultimo sia il sito ufficiale della rivista e considerato che
hanno nomi diversi, devo registrare anche il nome del dominio come testata
giornalistica? (Luca Laroni)
"Non è obbligato. Come già detto, non c'è nessun vincolo di registrazione ma
se lei volesse, può farlo in maniera autonoma. Ma ripeto ancora una volta
non è obbligato, secondo me è opportuno, ma solamente opportuno, che rivista
e dominio siano probabilmente registrati insieme con un nome analogo".

E' possibile dal mio sito linkare dei giornali? (Stefano Negro)
"Questo ancora una volta non c'entra nulla con la legge attuale. E' chiaro
che se si entra in un sito diverso, evidentemente si corre il rischio di
violare i diritti dell'editore di quel sito, ma questo riguarda la normativa
generale, non riguarda questa norma specifica".

Sono webmaster di un sito che riguarda la didattica speciale in favore di
allievi disabili. A quali obblighi devo sottostare? (Renato Ceccon)
"Non c'è alcun obbligo di nulla. Anzi io direi che proprio questi siti a
favore dei disabili sono quelli che possono accedere più facilmente ai
contributi che legge prevede".

Se apro un prodotto editoriale in lingua italiana all'estero su un hosting
estero, sono tenuto a rispettare la legge italiana? (Lapo Pedani).
"Ripeto ancora una volta: non c'è nessun vincolo indicato da questa norma e
quindi la problematica di per sé, o estero o italiano, è irrilevante".

Vorrei avere informazioni sull'albo dei comunicatori. (Claudio Cerfoglia)
"Il registro è previsto dalla cosiddetta legge Maccanico, la legge 249/97,
ed è il registro sempre presso l'Autorità per le telecomunicazioni che ha
assorbito il registro nazionale della stampa e la figura del garante per
l'editoria".

La legge ha intenti censori, viola le leggi sulla privacy ed è in contrasto
con alcuni fondamentali principi di libertà (vari lettori).
"La legge sull'editoria non ha intenti censori e non lede alcun diritto e
quindi tutta la similitudine di presunta violazione addirittura della
dichiarazione dei diritti dell'uomo non ha ragione di esistere".

(10 aprile 2001)