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(Fwd) N.E. Balcani #658 - Serbia-Montenegro
- Subject: (Fwd) N.E. Balcani #658 - Serbia-Montenegro
- From: "Davide Bertok" <davide@bertok.it>
- Date: Mon, 14 Apr 2003 20:18:57 +0200
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Subject: N.E. Balcani #658 - Serbia-Montenegro
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N.E. BALCANI #658 - SERBIA-MONTENEGRO
14 aprile 2003
IL GOVERNO SERBO APPROVA LEGGI LIBERTICIDE
a cura del team legale del Fondo per il Diritto Umanitario di
Belgrado - ("Politika" [Belgrado], 11 aprile 2003)
Possibilità di effettuare arresti preventivi indiscriminati e
prolungati, assunzione di poteri giuridici da parte del governo: le
nuove normative approvate a Belgrado introducono di fatto lo stato di
emergenza permanente
[L'articolo che riportiamo critica le nuove normative speciali che,
con la scusa della lotta alla criminalità, attribuiscono poteri
straordinari alla polizia e al governo, in violazione dei diritti
umani fondamentali e della Costituzione serba. Il Fondo per il
Diritto Umanitario di Belgrado è una delle organizzazioni che negli
ultimi dieci anni si sono battute con più coraggio e imparzialità
contro i crimini e le violazioni dei diritti umani compiuti nei
Balcani. L'articolo è stato pubblicato quando le normative erano
ancora a livello di proposta - il giorno successivo, il 12 aprile, il
parlamento serbo le ha approvate. Seguono più sotto brani di
un'intervista al ministro della giustizia Batic]
Invece di armonizzare le attuali normative con gli standard europei,
come annunciava il programma politico del governo, vengono proposte
nuove soluzioni che sono in completa contraddizione con gli standard
europei fondamentali di difesa dei diritti umani, sono direttamente
anticostituzionali e contrarie all'attuale sistema serbo del diritto
penale, penale-processuale e organizzativo. Le soluzioni di legge
previste introducono in Serbia lo stato di emergenza permanente. La
cancellazione formale dello stato di emergenza non avrà alcuna
rilevanza, perché nella proposta di legge vengono conferiti alla
polizia e al governo poteri maggiori di quelli che hanno durante lo
stato di emergenza. Le motivazioni e le giustificazioni date in
pubblico per le modifiche proposte, secondo cui esse si riferirebbero
non ai cittadini, ma ai criminali, sono inaccettabili dal punto di
vista della Costituzione della Serbia, della Carta per i Diritti
Umani e degli standard internazionali sui diritti umani. Le modifiche
proposte introducono poteri estremi per la polizia, cancellano i
diritti umani dei cittadini e mettono in secondo piano le procedure
processuali. Le modifiche alle leggi organizzative trasferiscono al
governo poteri che sono del parlamento, e il ministro della giustizia
diventa di fatto il capo della Procura della Repubblica.
La critica alle modifiche e aggiunte alla Legge sull'organizzazione e
la competenza degli organi statali nella lotta contro la criminalità
organizzata si basa sul fatto che questa legge è un misto di diritto
materiale, processuale e organizzativo che dovrebbe essere utilizzato
come lex specialis in rapporto alla Legge penale, alla Legge sulle
procedure penali e alla Legge sulla Procura della Repubblica. La
proposta di legge di modifica e aggiunta (così come la Legge sui
poteri speciali) utilizza un apparato categoriale del tutto nuovo e
alterato rispetto alle leggi esistenti. Categorie come "criminale",
"criminalità organizzata", "altro gruppo organizzato", "nella
funzione della criminalità organizzata", sono completamente ignote
alla legislazione penale e penale-processuale del paese. Il concetto
di "criminalità organizzata" è stato introdotto solo di recente (19
luglio 2002) nella nostra legislazione ed è stato molto criticato
dagli esperti. Rispetto alle modifiche proposte, la definizione di
criminalità organizzata approvata in tale occasione era almeno
collegata ad istituti già noti del diritto penale serbo (associazione
allo scopo di commettere atti penali - articolo 354 c.p. jugoslavo,
associazione criminale - art. 227 c.p. jugoslavo). La nuova
definizione proposta si basa sulla definizione di "gruppo criminale
organizzato" dell'articolo 2 della Convenzione ONU contro la
criminalità organizzata transnazionale, ma chi la ha proposta la ha
modificata e ampliata introducendo il concetto di "altro gruppo
organizzato", che non esiste in tale convenzione. Secondo la
proposta, si tratta di un gruppo che non viene formato per commettere
direttamente atti penali, ma è "in funzione della criminalità
organizzata". L'espressione "in funzione" non è nota al nostro
diritto penale e non si sa come i giudici potrebbero interpretarla.
Vi è il timore che sotto "altri gruppi organizzati" sia possibile
fare rientrare anche opponenti politici delle autorità, chi critica
il governo o gli avvocati che difendono gli accusati...
Inoltre, con l'articolo 1 capoverso 2 della proposta viene
completamente alterato l'articolo 2 della legge attuale e ciò
eliminando del tutto gli atti criminali contro l'umanità e il diritto
internazionale. Secondo la proposta di legge sono passibili di essere
colpiti dalla legge per tali atti solo soggetti che possono essere
qualificati come criminalità organizzata. Questo significa che
vengono eliminati tutti i crimini di guerra nei quali l'esecutore non
è un gruppo di criminalità organizzata. Quindi la legge proposta
verrebbe applicata ai crimini di guerra solo alla condizione che il
motivo del crimine sia l'interesse personale. Viene eliminata anche
la possibilità di perseguire atti contro l'ordine costituzionale o la
sicurezza dello stato, perché la minaccia all'ordine costituzionale o
alla sicurezza dello stato dovrebbe essere motivata dal perseguimento
di vantaggi finanziari o materiali.
La Costituzione della Serbia (articolo 16) stabilisce che la
reclusione e l'arresto possono essere decisi solo dal tribunale
competente. Nell'articolo 15b della proposta di modifica il
legislatore evita il termine reclusione, anche se la sostanza del
contenuto è la stessa. L'articolo 15b della modifica prevede il fermo
preventivo "delle persone che possono offrire informazioni o
indicazioni di prova", quindi viene reso possibile l'arresto
preventivo di testimoni, di persone informate o della stessa parte
lesa. La Costituzione della Serbia afferma esplicitamente che possono
essere arrestate solo le persone per le quali vi siano sospetti
fondati che abbiano commesso un atto penale (art. 16), quindi non i
testimoni, le persone informate o le parti lese. E'
anticostituzionale anche la facoltà del giudice speciale di comminare
la reclusione, perché la Procura non è un "tribunale competente". Ciò
significa che un funzionario può fermare un testimone per il solo
presunto sospetto che, per esempio, possa commettere l'atto penale di
istigare il rilascio di deposizioni non veritiere o altri atti simili.
L'articolo 15 d della modifica di legge dà alla Corte Suprema la
facoltà di prolungare la reclusione di altri tre mesi senza diritto
di appello, un'altra clausola anticostituzionale, perché la
Costituzione prevede il diritto di appello contro ogni decisione.
Contraria alla Costituzione è anche la facoltà, conferita al ministro
degli interni dall'articolo 15g capoverso 3, di prolungare la
reclusione da 30 a 60 giorni. Questa decisione non è conforme al
diritto penale-processuale dei paesi civilizzati. Con queste
modifiche viene introdotto il diritto di un funzionario (di un
ufficio), del giudice speciale e di un ministro di ordinare o
prolungare la reclusione: si tratta di facoltà anticostituzionali e
senza precedenti nel diritto comparativo.
E' in corso di elaborazione anche una legge sulla
denazionalizzazione, con la quale tra le altre cose verranno
restituite le proprietà confiscate con i processi penali dopo il
1945. L'attuale legislazione penale riconosce l'istituto della
requisizione di proprietà ottenute mediante atti penali. Per alcuni
atti penali è prevista la requisizione obbligatoria delle proprietà.
La confisca delle proprietà costituisce la punizione di persone
innocenti che hanno il diritto di utilizzare le proprietà ottenute
legalmente. A livello processuale, quindi, vengono arrestati coloro
dei quali si sa che non hanno commesso atti penali (testimoni, parti
lese) e li si può condannare alla prigione. Questo significa che vi è
la possibilità di condurre un procedimento legale contro persone
delle quali si sa anticipatamente che non hanno commesso alcun atto
penale, requisendo inoltre le loro proprietà. Per esempio: la moglie,
i figli o i genitori di persone accusate possono essere arrestati e
reclusi preventivamente per 60 giorni, e successivamente, in virtù di
una sentenza contro l'accusato che è loro padre, fratello o figlio,
può essere loro requisita la casa o l'appartamento nel quale vivono,
così come gli oggetti, il mobilio, l'automobile o i risparmi.
Sarebbe molto più importante che il legislatore si occupasse della
problematica delle responsabilità di comando (legge penale, seziona
generale), perché è questo il problema con il quale il sistema
giuridico si dovrà confrontare direttamente nel prossimo futuro. La
critica alle modifiche della Legge sulla Procura si basa sul fatto
che tutte le modifiche a tali legge vanno nella direzione della
riduzione e della cancellazione dell'autonomia della procura
(garantita dalla Costituzione) e di un aumento delle ingerenze del
governo e della polizia. La modifica chiave è quella secondo cui sarà
il governo a proporre la nomina del procuratore della repubblica, e
tutti gli altri procuratori e sostituti verranno nominati dal governo
su proposta del ministro della giustizia. Ciò significa che la
procura diventa nei fatti un organo del governo e che è sotto il
controllo diretto del ministro della giustizia.
(titolo di "Notizie Est - Balcani")
INTERVISTA AL MINISTRO SERBO DELLA GIUSTIZIA, VLADAN BATIC
(da "Politika" [Belgrado], 11 aprile 2003)
D: Quando sarà tecnicamente pronto l'edificio del Tribunale Militare
e quando cominceranno i processi?
R: I giudici per le indagini potranno cominciare la procedura di
indagine al più tardi entro il 12 maggio, quando scadranno i termini
per il fermo in carcere. Secondo le nuove misure legislative,
l'indagine può durare cinque mesi, quindi penso che non sia reale un
inizio dei processi, che saranno accessibili al pubblico, prima
dell'autunno. I processi verranno organizzati nell'edificio del
Tribunale Militare e l'idea è quella di insediare nello stesso
edificio anche la sede della Procura della Repubblica e del Giudice
speciale. Tale edificio ha un ottimo carcere, in grado di accogliere
più di duecento persone, ci sarà anche un'aula con gabbia e vetri
antiproiettile, conforme agli standard internazionali. Gli USA hanno
assicurato aiuti per 4,5 milioni di dollari, destinati alla
ricostruzione e all'adattamento dell'edificio e di tutti i sistemi di
sicurezza. Avremo circa 4-5 grandi gang, e un numero più limitato di
gang minori, o di gruppi legati alla criminalità organizzata. Le
indagini contro singole persone stanno già cominciando, mentre quelle
contro i capi delle bande criminali verranno condotte negli spazi del
Carcere Centrale di Belgrado, perché non vogliamo rischiare il loro
trasporto fino al Tribunale distrettuale e intendiamo evitare
l'attenzione dei media. Avverrà tutto lontano dagli occhi del
pubblico.
D: Gli organi statali hanno comunicato che sono stati fatti progressi
anche riguardo ai crimini commessi a Ovcari, presso Vukovar, nel
1991. Il Tribunale dell'Aia consentirà che alcuni processi per i
responsabili di tali crimini si tengano in Serbia?
R: Penso che tutta la storia delle incriminazioni dell'Aia stia pian
piano giungendo alla fine e che tutti i casi fondamentali dovranno
essere oggetto di processi condotti dai nostri organi giuridici.
Nella nostra legislazione abbiamo la punizione penale dei crimini di
guerra, ma il problema maggiore non è quello dei processi, bensì
quello di ottenere prove sui crimini di guerra. Grazie al cambiamento
della situazione nello stato stiamo andando gradualmente verso la
creazione di una credibilità del nostro sistema giuridico, quindi
penso che la comunità internazionale sarà pronta a investire nel
nostro sistema giuridico, negli edifici, nella logistica, nella
formazione dei giudici, e tutto questo potrà essere in funzione di
processi per i crimini di guerra che si tengano nel nostro stato.
[...]
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