[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Lettera aperta a Giulio Marcon (ICS) - Errata corrige
- To: "Antiimp. tmp2" <glr_y@iol.it>, "Dist. List 1 n" <glr_y@iol.it>
- Subject: Lettera aperta a Giulio Marcon (ICS) - Errata corrige
- From: "Internaz. e solidarieta' - glr" <glr_y@iol.it>
- Date: Wed, 18 Oct 2000 13:53:55 +0200
- CC: GC <gio-co@ecircle.it>, Linea-Rossa@egroups.com
- Organization: Ass. "Internazionalismo e solidarieta'"
- Priority: normal
- Return-receipt-to: "Dist. List 1 n" <glr_y@iol.it>
Le mie scuse alla lista, a Jugocoord e a Marcon per la ripetizione del messaggio e gli errori nel messaggio precedente.
Giorgio Ellero
<glr_y@iol.it>
------
To: <icsuffroma@tin.it>
Copies to: <redazione@ilmanifesto.it>,
<posta@liberazione.it>,
<jugocoord@egroups.com>
Date sent: Wed, 18 Oct 2000 01:49:36 +0200
Subject: [JUGO] Lettera aperta a Giulio Marcon
da Coordinamento nazionale "LA JUGOSLAVIA VIRA'"
LETTERA APERTA A GIULIO MARCON
E P.C.
ALLE TESTATE "IL MANIFESTO" E "LIBERAZIONE"
Gentilissimo signor Marcon,
da quando la NATO scatenò i bombardamenti sulla Repubblica
Federale di Jugoslavia lei si è sempre dichiarato contrario a tale
intervento. La sua ONG, l'ICS, ha sempre rifiutato i fondi della
"Missione Arcobaleno", sostenendo che operavano una selezione tra
le popolazioni da soccorrere, escludendo la società civile serba,
incolpevole delle malefatte di Milosevic. Che abbiate fatto bene a
rifiutare quei fondi e' dimostrato anche dagli scandali subito
scoppiati in merito al loro utilizzo, sui quali sorvoliamo per
brevita'. Tuttavia, per vostra fortuna avete sempre trovato altri
capitoli di spesa per finanziare gli interventi della
organizzazione di cui lei fa parte, garantendo che si trattava di
fondi puliti, benche' elargiti attraverso Enti locali ed UNOPS
(filiazione dell'ONU praticamente controllata dal nostro governo)
dallo stesso Stato che aveva bombardato colonne di profughi e
complessi petrolchimici. Ci siamo fidati proprio in virtu' delle
sue dichiarazioni contro la NATO e l'embargo ed anche perche'
eravate comunque tra i pochissimi a realizzare un intervento
umanitario in territorio serbo: le avevamo sempre creduto sulla
parola.
Le sue dichiarazioni sul "Manifesto" del 6 ottobre suscitano però
qualche perplessità di cui intendiamo farla partecipe. Ella apre
un credito di fiducia nei confronti di Kostunica, ritenendolo
"persona pulita e libera", con il quale la società civile serba
"può sperare che si apra una nuova fase della vita democratica e
civile". Questa sua ottimistica dichiarazione e' stata anche
tradotta in una mobilitazione (sit-in) che avete tenuto con altri
dinanzi all'Ambasciata della RFJ. Essa si concilia perfettamente
con i toni entusiastici che sono stati usati non solo da chi lo
scorso anno bombardava, ma anche da chi in queste settimane ha
censurato notizie, presentando l'assalto al Parlamento Federale
della RFJ come una rivoluzione libertaria attraverso foto con
pugni chiusi in primo piano che nascondevano una selva di "tre
dita" nazionaliste serbe, bandiere nere e con le 4 "C" e barboni
cetnici. Sulla base di questa svolta cosiddetta "democratica",
Ella auspica una conferenza di pace che "finalmente dia una
soluzione complessiva e integrata ai problemi della regione". Se
abbiamo capito bene questo significa che lei auspica piu soldi per
chi come lei stesso opera da anni in tal senso; insomma una specie
di "cicero pro domo sua"... Magari una caduta di stile, ma operata
nella completa buona fede di chi vede finalmente premiata la
propria lungimirante rettitudine. Le perplessità nascono in verità
poche righe dopo, quando, al Kostunica, pulito e onesto, ella
ritiene di fatto inevitabile IMPORRE (èquesto il termine da lei
usato), la dura prova "della separazione della regione [Kosovo]
dalla Serbia". Dunque, se le parole hanno un senso, lei ritiene
che la cosiddetta Comunità Internazionale debba imporre a
Kostunica l'indipendenza del Kosovo come "soluzione di una ferita
ancora aperta". Ci scusi se non abbiamo capito bene, ma questa
soluzione la vede al momento in compagnia non già delle Nazioni
Unite e neppure, almeno formalmente, della stessa NATO, ma
piuttosto dei falchi del Pentagono e dei leader nazionalisti
albanesi, tra cui l'esponente dell'(ex?)UCK Krasniqi che due
giorni dopo è stato uno dei pochi a fare una dichiarazione
altrettanto esplicita.
Gentilissimo signor Marcon, ci dica che si tratta solo di un
incubo, che la tipografia del "Manifesto" era piena di soggetti
allucinati e deliranti che hanno frainteso le sue dichiarazioni di
galantuomo probo e disinteressato: come Ella forse saprà - visto
che sta intervenendo in Kosovo anche coi soldi dei cittadini
italiani - il Kosovo ha visto, nel corso dell'ultimo anno,
l'attuarsi di una pulizia etnica che ha portato alla quasi
cancellazione della presenza della popolazione di origine
non-albanese dalla regione, un'operazione gestita dalla stessa
UCK, di fronte alla presenza imbelle di truppe internazionali che
hanno assistito al massacro 'etnico' di centinaia di innocenti.
Lei crede dunque che occorra imporre ai nuovi governanti della
Serbia la 'dura prova' di assistere al perpetuarsi irreversibile
di tali crimini? Che debbano assistere ai massacri e alle pulizie
etniche tacendo, per acquistare una patente di totale e
indiscutibile democraticità? Forse crede che la befana-Rugova,
dopo le elezioni in Kosovo, porterà l'ordine nella regione e
agevolerà il rientro dei quasi 200mila profughi scappati verso
Belgrado? Non possiamo crederci, non ci siamo mai permessi di
pensare che lei sia un cretino, né che lei ritenga tali coloro che
leggono i suoi scritti.
Cordialmente
(Ordine del giorno approvato nella riunione del Coordinamento
Nazionale "La Jugoslavia Vivra'" dell' 8/10/2000; per contatti:
jugovivra@libero.it )