Fwd: I crimini di un Tribunale






-------- Messaggio originale --------
Oggetto: 	I crimini di un Tribunale
Rispedito-Data: 	Sat, 17 Nov 2012 14:56:37 +0100
Rispedito-Da: 	disarmo at peacelink.it
Data: 	Sat, 17 Nov 2012 15:01:03 +0100 (CET)
Mittente: 	rossana123 at libero.it <rossana123 at libero.it>
Rispondi-a: 	disarmo at peacelink.it
A: 	disarmo at peacelink.it



I crimini di un Tribunale di Danilo Zolo, Tommaso Di Francesco (Il
Manifesto)

(17 Novembre 2012)

Qualcuno vuole capire davvero, e finalmente, che cos'è e come funziona
la cosiddetta giustizia internazionale, ben rappresentata dai «tribunali
ad hoc», quei tribunali dei vincitori impegnati da tempo in una vasta
operazione di sentenze che, sinteticamente, potremmo definire a «due
pesi e due misure»?
Per comprendere meglio c'è la sentenza emessa ieri dal Tribunale penale
internazionale per i crimini nell'ex Jugoslavia dell'Aja che ha assolto
due generali croati, Ante Gotovina e Mladen Markac, condannati in primo
grado rispettivamente a 24 e 18 anni di galera per i crimini di guerra
commessi nell'agosto del 1995 con l'Operazione Tempesta. Quando
l'esercito croato, sostenuto dalla Nato che nella notte bombardò
segretamente i ripetitori di Knin, vennero espulse dalla regione della
Krajina croata dove vivevano 300mila serbi e vennero assassinate tra le
duemila e le tremila persone, in maggioranza anziani e donne. Fu la più
grande operazione di pulizia etnica dell'intera guerra nei Balcani. Lì,
nel sud-est europeo dove i nazionalismi e i riconoscimenti occidentali
delle indipendenze nazionali proclamate su base etnica, hanno fatto
brandelli della Federazione jugoslava.
Festa grande ieri dell'estremismo di destra nazionalista croato, dei
filo-ustascia, sventolio della bandiera a scacchi, messe di suffragio e
ringraziamento nelle chiese cattoliche. La radio croata ha accolto il
rientro dell'«eroe» comunicando fiera: «Gotovina è ora un uomo libero».
Tripudio della «guerra patriottica» a base e fondamento della nuova
nazione croata che pure, con la promessa di giustizia per i crimini di
guerra commessi e la richiesta della consegna di Gotovina (alla fine
arrestato alle Canarie nel 2005), per dieci anni non entrò nell'Ue. Solo
dopo l'ingresso di Gotovina nel carcere dell'Aja, si è infatti avviata
la pratica con la quale ha ottenuto di diventare membro dell'Unione
europea, ufficialmente nel 2013.
E adesso, che trionfa la menzogna, non emerge forse ancora di più la
connivenza europea nel disastro della guerra balcanica?
Perché siamo nei Balcani, naturalmente. Ed è facile immaginare la
reazione indignata delle vittime e della Serbia. Ma immaginiamo anche lo
scioc per la stessa Carla Del Ponte, il procuratore del Tribunale
dell'Aja che nel 2001 chiese l'arresto di Gotovina in qualità di
comandante dell'intera Operazione Tempesta (il generale Markac nella
stessa operazione era a capo di un reparto speciale di polizia) ma
dichiarò anche che avrebbe voluto incriminare lo stesso Franjo Tudjman,
il presidente nazionalista e signore della guerra. Peccato che era già
morto. Che smacco per lei: Milosevic è morto all'Aja in circostanze
oscure, Tudjman (e Izetbegovic) aspettando ad incriminarli sono alla
fine deceduti nel loro letto da «eroi», e ora l'incredibile assoluzione
di Gotovina. Certo, in carcere ci sono i serbo-bosniaci Radovan Karadzic
e Ratko Mladic. Solo loro e a conferma, a dir poco menzognera, che le
responsabilità dei sei fronti di guerre nei Balcani a partire dal
1991-92 fino al 2002 (dalla Slovenia, alla Croazia, alla Bosnia
Erzegovina, al Kosovo e alla Macedonia) è stata esclusivamente dei
serbi. I quali, confermati grazie a questa sentenza vergognosa, nel loro
vittimismo, alimenteranno per reazione il rivendicazionismo nazionalista.
Perché è smacco anche per la nuova Serbia democratica [SIC, secondo "il
manifesto", ndIS], la cui magistratura ha incriminato per prima i propri
generali e miliziani aspettando altrettanto fervore nella giustizia
degli altri paesi ex nemici.
Ora la sentenza che assolve Gotovina è un colpo durissimo alla
possibilità di una giustizia che rispetti tutte le vittime della guerra
e alla costruzione di una memoria condivisa. Una sentenza che
riprecipita i Balcani nell'odio. Una bella conclusione per il cosiddetto
Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini commessi nell'ex
Jugoslavia che chiuderà presto i
battenti: si è assunta la responsabilità di una amnistia internazionale
del fascismo croato e dei suoi crimini. E il mondo non griderà allo
scandalo come farebbe se, per tragica analogia, ad essere assolto fosse
stato Ratko Mladic.