Re: corso di lingua serbo-croata-bosniaca




Dragi Ivan Butina,

On Feb 26, 2008, at 8:13 PM, Ivan Butina wrote:

Caro Andrea, il vostro punto di vista è puramente intellettuale

no: il nostro punto di vista è politico, oltre ad essere intellettualmente rigoroso.

Ma è politico anche il vostro punto di vista, benchè non vogliate riconoscerlo.

I ovde smo svi "normalni ljudi", ne samo vi.

Puno pozdrava
Andrea




, mentre quello di Silvia e dei vagabondi di pace è molto pratico, di gente che lavora sul campo e che ha passato anni a contatto con la gente, soprattutto i BiH da quello che ho capito. La question non è semplice come la metti tu: continuiamo a chiamarlo serbo-croato e bona. Ora potrei aprire una discussione sul perchè si chiama serb-croato, ma non penso sia il caso.

Però se vuoi ripeto come la chiamo io: nas. E mi piace anche, perchè esprime il senso di comunanza dovunque io vada, che sia la Croazia, la Serbia, la BiH o il Montenegro. Altre volte la chiamo anche serbo-croato o bosniaco, dipende dal contesto.

Comunque non è questa discussione sul nome della lingua che conta tanto, quello che conta è il lavoro ed il servizio che offrono attori come le due associazioni, che con questi corsi di lingua fanno sì che chi va ad operare là possa avvicinarsi ancora di più alla gente e diventare così nas anche lui/lei.

Ad Istrijan non rispondo neanche perchè il tono non merita. Chiedo soltanto ancora una volta di non usare a sproposito il nome della Jugoslavia, cioè di quello che rimarrà sempre uno dei miei paesi. Grazie

 
Ivan Butina
MA Candidate in International Relations
Johns Hopkins University
Paul H. Nitze School of Advanced International Studies
 
e-mail: ibutina08 at johnshopkins.it
mobile phone: +39 349 35 28 011
 
Mlada Dijaspora BiH - Young Diaspora BiH
www.mladadijaspora.ba
 
YA BIH - Youth Association Bosna Italia Hercegovina
www.yabih.org


----- Messaggio originale -----
Da: Andrea Martocchia <andreamartocchia at libero.it>
A: balcani at peacelink.it
Cc: cnj <ita-jug at yahoogroups.com>; terre.liberta at acli.it
Inviato: Martedì 26 febbraio 2008, 19:49:10
Oggetto: Re: corso di lingua serbo-croata-bosniaca


L'allegato che voleva inviare Ivan, per chi non lo avesse ricevuto, è questo:

È una mappa linguistica tratta dalla GRAMMATICA DELLA LINGUA SERBO-CROATA di Arturo Cronia, Trevisini editore, Milano (prima edizione: 1924 - sono seguite almeno altre otto edizioni fino agli anni 2000), la più importante se non unica grammatica di "quella" lingua (comunque la vogliate chiamare) edita nel nostro paese.

Consiglio ai sospettosi anche quest'altra grammatica:
Pravopis srpskohrvatskog jezika - Matica Srpska i Matica Hrvatska, 1960

Dopodichè, avrei una breve nota su quanto scrivono Silvia Maraone e Roberto Limonta. Non si tratta minimamente di fare i "primi della classe", e questa vostra interpretazione malevola non è innocente. Si tratta invece del volersi esprimere correttamente perchè "chi parla male pensa male" (Nanni Moretti), ovvero "chi non chiama le cose con il loro nome, semina disgrazia tra la gente" (Albert Camus). Sostenere l'inesistenza o la "non-più-esistenza" della lingua serbocroata è una presa di posizione politica, consistente nella legittimazione del separatismo nazionale o differenzialismo etnico che tanto spargimento di sangue ha causato nei Balcani. È logico che le nuove classi dirigenti nazionaliste - tutte - che si sono spartite quel territorio aborriscano il serbocroato così come aborrono la Jugoslavia. Ma è proprio perchè siamo in Italia, e non nei Balcani, che possiamo "chiamare le cose con il loro nome" senza rischiare di essere presi di mira dai cecchini. Perciò, sfruttiamo questa residua libertà che ci è data, finchè ci è data. Non tutti godono della stessa libertà, nemmeno in Occidente: per esempio, la lingua serbocroata non si può studiare ne' alla John Hopkins, ne' in una qualsiasi Università tedesca, per ovvi motivi di avversione politico-culturale ("minculpop").

Cordiali saluti internazionalisti
Andrea

On Feb 26, 2008, at 6:11 PM, Ivan P. Istrijan wrote:

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