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Abdulah Sidran - A Zvornik ho lasciato il mio cuore
- Subject: Abdulah Sidran - A Zvornik ho lasciato il mio cuore
- From: "Associazione Saraj - Uomini e culture nel mondo" <info at saraj.org>
- Date: Wed, 8 Jun 2005 10:07:18 +0200
E' uscito per le Edizioni Saraj (per info www.saraj.org edizioni at saraj.org)
A ZVORNIK HO
LASCIATO IL MIO CUORE
Dramma in tre Atti di Abdulah Sidran Introduzione di Moni Ovadia - Edizioni SARAJ 124 pagine - prezzo 8,90 euro ABDULAH SIDRAN è nato alle porte di Sarajevo (Hadzici) nel 1944. Poeta, prosatore, drammaturgo, sceneggiatore cinematografico, è personalità centrale della letteratura e della poesia contemporanea. In ambito letterario ha cominciato a pubblicare negli anni '70, con opere in versi e prosa. La sua poesia è stata tradotta in tedesco, francese, spagnolo. In italiano (edizioni "e" Trieste 1995, edizione bilingue, traduzione Silvio Ferrari) è uscita la più ampia scelta antologica della sua poesia antecedente la guerra e tutte le poesie dell'assedio con il titolo La bara di Sarajevo/Sarajevski tabut. Per quanto al cinema, Sidran come sceneggiatore ed Emir Kusturica come regista hanno avuto un ruolo decisivo nel cinema slavo: Ti ricordi di Dolly Bell? del 1981 - opera prima di Kusturica e Sidran - riceve il Leone d'oro a Venezia; Papà è in viaggio d'affari del 1985 riceve la Palma d'oro a Cannes. Nel dopoguerra sceneggia Kuduz del regista Ademir Kenovic. Vive e lavora a Sarajevo. Ho lasciato il mio cuore a Zvornik è la sua prima opera teatrale. "Grande poeta e testimone della nostra epoca, Abdulah Sidran è straordinario uomo di teatro. Se qualcuno volesse capire cosa è stato il dramma della ex-Jugoslavia, la guerra civile (1991-1996) e la guerra di Bosnia Erzegovina (1992-1995) gli basterebbe questa pièce. Rudo, il protagonista, è l' uomo che sta dalla parte della vita, che cerca la memoria come costruzione di arte, non di guerra, ecco la differenza. Lui è legato alla Drina, i suoi sono sepolti qui, ma per lui quel ricordo è fonte di vita, cioè di arte. L'arte è la trasformazione comunicativa della vita per condividerla con altri, condividere il confine con un altro. Condividi il tuo confine con una donna e nasce una nuova vita. Cos'è la morte: irrigidire il confine e farlo diventare "fronte". Non c'è niente di male che ci siano i confini se sono gemmazione d'incontro, di confronto, anche di polemica, purchè non divengano mai "fronti". " - Dall' introduzione di Moni Ovadia - _________________________________
....avete fatto un giro su www.saraj.org? Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva
in molti modi, non necessariamente
col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti sottili modi la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine. Primo Levi. 8 maggio 1974 - Corriere della Sera - ( in: Opere, Einaudi, 1997, Vol. I, pag. 1187) |
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