(Fwd) [nobiotech-it] Pancevo



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From:           	"Red * Ghost" <red-ghost at libero.it>
Date sent:      	Wed, 19 May 2004 01:28:01 +0200
Subject:        	[nobiotech-it] Pancevo
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Fonte: Osservatorio sui Balcani http://www.osservatoriobalcani.org

Ci sono città che vengono ricordate e nominate per i prodotti tipici,
per l' interessante architettura urbanistica, per le bellezze
naturali. Pancevo, invece, c nota come la città dei tumori. 
Intervista
con Borislava Kruska, sindaca di Pancevo (10/05/2004) Borislava
Kruska, sindaca di Pancevo, due weekend fa c stata invitata dalla
Provincia di Ravenna alla Fiera di Civitas, per partecipare ad un
seminario sull'ambiente dal titolo "Danubio: la via d'acqua di un'
Europa fragile. Voci ed esperienze per un'integrazione possibile".
Borislava Kruska è una donna intraprendente, non parla il politichese
e preferisce in modo molto pratico affrontare problematiche concrete.
Il suo discorso semplice e diretto snocciola una quantità di orrori
ambientali, di ricorrenze altissime di malattie causate
dall'inquinamento, che al solo nominarle viene la pelle d'oca.
Tuttavia Borka, come si fa chiamare, non si perde d'animo, ricorda a
tutti la gravità dei bombardamenti della NATO del ' 99 e le loro
conseguenze tremendamente ingombranti, ma ricorda anche la
particolarità del complesso industriale di Pancevo, causa di notevole
inquinamento anche prima che venisse ripetutamente bombardato. Di
fronte a chi proviene da una città che è ricordata per i tumori, dove
gli annunci funebri riportano di continuo persone di soli 30 anni, il
senso di disagio e di impotenza è notevole. Quella che segue è
l'intervista che ci ha rilasciato prima dell'inizio della conferenza.
di Luka Zanoni Osservatorio sui Balcani: Parliamo un po' di Pancevo.
Una cittr che dal punto di vista ambientale, e in modo particolare
dopo i bombardamenti della NATO nel '99, è considerata il buco nero
della Serbia. Borislava Kruska: Dunque, dovete sapere che Pancevo c
una città che si trova nelle immediate vicinanze di Belgrado, circa
una quindicina di km, e che siede in pratica nell'incontro del Tamis
col Danubio. La caratteristica fondamentale di Pancevo c che in una
parte della città, in quella a sud, si trova la zona industriale. Io
dico che è in città, perché in realtà sorge vicino agli edifici. È 
una
zona industriale composta da tre fabbriche chimiche: una raffineria
petrolifera, una industria di concimi chimici azotati e un complesso
petrolchimico. Tutte e tre sono dei grandi inquinatori di per sé. E
tutte e tre nel '99 sono state bombardate ripetutamente. Per la
precisione in 28 punti durante i 77 giorni di bombardamenti. E noi
consideriamo che, per quanto riguarda il petrolchimico, per esempio, 
o
la fabbrica di concimi, non si è trattato di obiettivi militari e
quindi si potevano evitare. Qui è stata violata la convenzione di
Ginevra, che proibisce l'attacco contro questo tipo di obiettivi, i
quali hanno prodotto un un'enorme inquinamento. Così che Pancevo, a
causa dell' enorme inquinamento, sia dell'aria che della terra o
dell'acqua, non solo quella del Danubio ma anche delle falde 
acquifere
utilizzate per l'acqua potabile, è considerata come un buco nero in
Europa. Ecco questa è la situazione in cui viviamo. Buona parte
dell'inquinamento non possiamo più identificarla bene, perché è 
finita
nell'aria e nella terra. Cosa è stato fatto non lo sappiamo. 
Cerchiamo
almeno di salvare la nostra acqua da un possibile ulteriore
inquinamento. Dopo i bombardamenti a Pancevo sono giunti esperti da
tutto il mondo per portare avanti alcuni progetti. Per la precisione
si tratta di 14 progetti che riguardano il risanamento delle aree
bombardate. Le Nazioni Unite, mediante la sezione dedicata
all'ambiente denominata UNEP, si sono fatte carico dell'obbligo di
condurre a termine quei progetti. Tuttavia l'UNEP non è
un'organizzazione che dispone di propri mezzi finanziari, ma si basa
sulle donazioni. L'UNEP chiede donazioni a tutto il mondo e riesce a
raccogliere solo una piccola parte di denaro. Consideriamo che 
Pancevo
ha 14 progetti, ma su tutta la Serbia ce ne sono 27 che riguardano
l'enorme inquinamento causato dai bombardamenti di Novi Sad per
esempio, e anche il bombardamento della raffineria di Bor e a
Kragujevac dove c'è la fabbrica di automobili, dove è stata dispersa
una grande quantità di Piralen. OB: Proprio di recente anche i media
serbi hanno riportato l'attenzione sulla pericolosità del Piralen. 
BK:
Il Piralen è particolarmente pericoloso, si tratta di un materiale
plastico confluito in grandi quantità nell'acqua. Anche a Pancevo
hanno svolto delle ricerche, e dopo la conclusione delle ricerche,
sono stati fatti dei progetti della durata di sei mesi e un anno
riguardanti il Piralen. Ma, dei 20 milioni di dollari attesi per
portare a termine i 27 progetti, l'UNEP è riuscito a raccoglierne in
quattro anni circa 11.5 milioni, il che è ovviamente del tutto
insufficiente. Così un mese fa ha terminato la sua missione e ha
chiuso quel programma, ma in pratica la parte più grossa
dell'inquinamento non è stata sanata. Il luogo più inquinato di
Pancevo, e probabilmente di tutta la Serbia, è il canale delle acque
di scarico, dove confluiscono gli scarichi di tutte le fabbriche. Il
canale si trova nel territorio della fabbrica di azotati, per
confluire poi nel Danubio. Le vasche per la pulizia sono state
distrutte durante i bombardamenti e vi dico che il Danubio si trova 
in
serio pericolo. In questo canale sappiamo che confluiscono 
attualmente
40.000 tonnellate di rifiuti pericolosi che sono rimasti dopo la
missione dell'ONU e che rimangono là dove sono. L'Agenzia europea per
la ricostruzione ci offre 4.5 milioni di euro solo per spostare quei
rifiuti di mezzo chilometro più in là così da difendere il Danubio. 
Ma
per risolvere veramente il problema sarebbero necessari almeno 9
milioni di euro. Una somma che noi non abbiamo, sicché questo 
problema
resta irrisolto, e la nostra preoccupazione principale è come
risolverlo. Ci confrontiamo con un problema gigantesco, conseguenza
dei bombardamenti, e a distanza di 5 anni da quei tristi avvenimenti
ancora non è stato risolto. E proprio perché ci troviamo in questa
drammatica situazione, l' amministrazione locale, a capo della quale
mi trovo già da tre anni e mezzo, sulle questioni ambientali lavora
molto di più di quanto non sia prescritto nei suoi compiti. Ma
l'amministrazione locale ha una scarsa influenza per quanto riguarda
la difesa dell'ambiente. Perlopiù si occupa delle licenze che si
devono rilasciare, di controllare che tutto sia in regola, di
verificare un inquinamento di piccola entità dovuto a piccole aziende
o negozi. Tutto il resto è di competenza del ministero della
repubblica della Serbia, anche della regione della Vojvodina, ma 
della
Serbia in particolare quando parliamo dei nostri complessi 
industriali
che sono altamente inquinanti, a prescindere dai bombardamenti. OB:
Quindi se capisco bene, non avete questo grande potere di intervento.
BK: No, non abbiamo alcun tipo di potere e non abbiamo nemmeno 
compiti
ben precisi. Ma ci diamo da soli, almeno io mi sono data da sola, dei
compiti precisi su questa questione, tale da farla diventare la 
nostra
priorità, così che si possa difendere la salute dei cittadini.
Lavoriamo parecchio anche per fare in modo di riuscire dove non è
stato fatto nulla. Adesso, con l'aiuto della Provincia di Ravenna,
cerchiamo di portare avanti un progetto molto serio di monitoraggio
dell'inquinamento atmosferico, perché in pratica non abbiamo dati
dalle industrie. Le industrie inquinano e noi non abbiamo una
rappresentazione dell'entità dell'inquinamento, di come e quando
inquinano, di cosa ci succede. Grazie alla Provincia di Ravenna, ora 
è
lo stesso Comune di Pancevo che pun effettuare autonomamente i
controlli di inquinamento atmosferico OB: Vale a dire che in questo
momento non avete ancora dati precisi sull' inquinamento? BK: Non
abbiamo dati sulla quantità dell'inquinamento in città, ma non 
abbiamo
dati nemmeno per quanto riguarda le industrie. Benché le industrie
siano obbligate a fare i controlli, a noi non danno mai i dati. E
quando si arriva alla situazione in cui noi stessi percepiamo
l'inquinamento in modo, diciamo, organolettico, ossia quando non
riusciamo a respirare, tossiamo, ecc., allora chiamiamo la raffineria
e chiediamo cosa sta succedendo e ci rispondono: "mah da noi niente,
dovete chiamare l'altra fabbrica". Chiamiamo gli altri e ci dicono,
"no, è di sicuro la raffineria" . OB: Insomma giocano a scaricabarile
. BK: Esattamente, e così ormai da anni. Esiste un Istituto per la
difesa della salute che in realtà misura questi parametri, ma vengono
presi in due posti definiti e vengono calcolati sulla media delle 24
ore. Ciò significa che in pratica non abbiamo mai un alto tasso di
inquinamento, e secondo il loro metro di misura la parte più pulita è
quella esatta. Mentre i dati che, da adesso, riusciamo noi stessi a
raccogliere si basano su una frequenza di un minuto. L'apparecchio
controlla minuto per minuto e ci dà immediatamente i dati sullo 
status
dell'ambiente. In questo modo possiamo vedere noi stessi cosa 
succede,
e queste conoscenze possono essere utilizzate anche per procedure
legali contro gli inquinatori. OB: È veramente incredibile, insomma
sono passati cinque anni dai bombardamenti e nessuno parla più di
queste cose. Eppure ci sono state proteste, eravamo tutti contro i
bombardamenti. Non dico solo da voi, ma anche qui. e dopo? La gente 
ha
continuato a morire lo stesso. BK: Certo, la gente muore ma noi non
abbiano nemmeno degli elenchi che ci dicano qual è la situazione.
Sappiamo che c'è stato un aumento del 20% di funerali, perché questi
sono dati comunali, ma dall'ospedale non riceviamo i dati sulle cause
di mortalità. Non ci sono buoni archivi protocollari dove possiamo
trovare riportati tutti i dati sulla mortalità, per vedere cosa
succedeva prima, per vedere se prima e dopo ci sono stati aumenti
della mortalità a causa delle industrie chimiche. Si tratta di
malattie veramente devastanti, è un cancro che colpisce gli organi
vitali e gli organi interni: fegato, polmoni, ecc. OB: . cioè, è la
malattia più diffusa?. BK: Ti dico di più, c'è persino un tipo di
tumore che si chiama il tumore di Pancevo. C decisamente molto noto,
molto. In pratica si tratta di un tumore che colpisce i polmoni e il
fegato, il segnale è quando ti aprono per vedere cosa hai e vedono 
che
non c'è più niente da fare. Ma questo c'era anche prima dei
bombardamenti, non è una conseguenza diretta dei bombardamenti. Si
tratta della costruzione delle industrie in città, e la noncuranza di
controllare le industrie che ci avvelenano più che possono. E quando
chiedete agli uffici di medicina competenti, cosa sta succedendo. 
loro
dicono niente. Perché, succede qualcosa?... Per questo dico che 
questo
progetto di monitoraggio è per noi una cosa veramente importante, un
passo avanti per essere informati sulla situazione, per vedere cosa
c'è e come possiamo comportarci. Il nostro obiettivo non è tanto
quello di chiedere una condanna, quanto quello di impedire che ciò
accada. Se ci dovrà essere una condanna lo vedremo in seguito, ma non
è la nostra priorità. Si tratta di sapere innanzitutto cosa c'è, di
discutere con gli organi statali, con gli organi delle fabbriche, per
vedere se si può ridurre l'inquinamento. Vedere se esiste il
cosiddetto fattore umano, un lavoratore che non bada a come lavora e
che molto spesso è la causa di incidenti, se c'è del denaro da
investire e mettersi d'accordo insieme, passo per passo, per trovare
la soluzione desiderata. OB: Da quando esiste questo complesso? BK:
L'ultimo è degli ultimi cinquanta anni, mentre la fabbrica di concime
mi sembra all'inizio degli anni '40. All'inizio è stata costruita la
fabbrica di concimi e poi le altre due, e il loro inquinamento col
vento arriva sino nel centro della città. È un grosso problema,
qualcuno ci aveva pensato quando hanno costruito la fabbrica, ma non
sono stati sufficientemente ascoltati. Così che oggi abbiamo questa
situazione. E poi ci sono degli interessi statali, le fabbriche non
possono essere chiuse. OB: All'incirca quante gente vi lavora? BK:
10.000 lavoratori OB: E qual è la popolazione complessiva di Pancevo?
BK: Pancevo come cittr ha 80.000 abitanti, ma in totale il comune, 
che
è composto da alcuni grandi villaggi, di dimensioni di 5-10.000
abitanti ciascuno, raggiunge circa i 130- 140 mila abitanti. Voglio
dirti un'ultima cosa: quando si parla di questi progetti che
riguardano la città di Pancevo, posso dire che molti vengono qua,
preparano vari studi di fattibilità (feasibility study), servizi di
documenti, diverse tavole rotonde, dove vengono spesi un sacco di
soldi. sicché noi siamo ancora in questa situazione. E per quanto a
livello comunale io possa lottare concretamente contro tutto ciò e
cercare di chiedere che l'aiuto si basi su qualcosa di concreto, per
poter disporre di un aiuto che sia tale, è difficile che le cose
cambino. Ecco perché l'aiuto che ci offre Ravenna ci è molto caro.
Perché abbiamo un aiuto veramente concreto, qualcosa che si può
vedere, che è scritto, sappiamo qual è la cifra e alla fine abbiamo
anche un risultato concreto. Su Pancevo sul sito dell'Osservatorio 
sui
Balcani, vedi anche: Pancevo: il dramma di un'altra Marghera Pancevo:
nuovi strumenti per misurare la qualità dell'aria La situazione
ambientale a Pancevo



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