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(Fwd) N.E. Balcani #628 - Croazia
- Subject: (Fwd) N.E. Balcani #628 - Croazia
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Tue, 04 Mar 2003 23:32:07 +0100
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- Date sent: 4 Mar 2003 16:26:26 -0000 To: <free at notizie-est.com> From: "Notizie Est" <info at notizie-est.com> Subject: N.E. Balcani #628 - Croazia Send reply to: info at notizie-est.com "Notizie Est" - http://www.notizie-est.com N.E. BALCANI #628 - CROAZIA 4 marzo 2003 FAUTORI DELLA PACE di Heni Erceg - ("Feral Tribune" [Spalato], 14 febbraio 2003) Il "no" dei croati alla guerra in Iraq, il "sì" del loro governo, le amnesie degli odierni fautori della pace e le parole che farebbero venire il voltastomaco perfino al defunto Franjo Tudjman Secondo svariate indagini d'opinione, la maggior parte dei croati (addirittura l'85%) è decisamente contraria a un intervento militare americano in Iraq. In questi giorni si stanno preparando manifestazioni contro la guerra, ma anche contro il governo croato, che con la sua firma sul documento del Gruppo di Vilnius ha accettato di schierarsi al fianco della cosiddetta alleanza antiterroristica. Bene! Solo che... Non molto tempo fa, quando già la dittatura di Milosevic era al tramonto ed era chiaro a tutti che presto sarebbe caduta, l'amministrazione Clinton ha deciso di mostrare i denti e di scaricare sui Balcani un po' delle sue riserve di armamenti e di bombe imbottite di uranio impoverito. Detto, fatto! Dalla base militare italiana di Aviano sono decollati per giorni i bombardieri americani i quali - con il permesso ufficiale di attraversare lo spazio aereo croato, dato nel nome del santo obiettivo democratico di distruggere il Saddam dei Balcani - hanno scaricato il loro prezioso carico sui civili di Belgrado e Novi Sad. Le indagini condotte allora tra l'opinione pubblica croata hanno dato un risultato addirittura migliore di quello di oggi... solo che di segno opposto. Allora, in particolare, più dell'attuale 85% di fautori della pace era entusiasta dei bombardamenti americani contro l'odiato nemico. Ed è stato distrutto un ospedale pediatrico a Belgrado, sono stati uccisi giornalisti della Televisione Serba, distrutti ponti e altri obiettivi civili. I croati in quella occasione hanno accettato con maturità, come essi stessi sanno, la tesi americana sulla necessità dei cosiddetti danni collaterali per potere conseguire i grandi e sacri obiettivi, e silenziosamente godevano dei reportage della CNN "dal posto", dalle terrazze nel cuore di Belgrado sullo sfondo dei lampi delle bombe americane e del suono delle sirene d'allarme. Il risultato? Centinaia di morti, tra i quali decine di bambini, distruzioni a Belgrado, Novi Sad, Pristina, colonne di profughi albanesi... Alcuni anni dopo Milosevic si sarebbe ritrovato all'Aia, mentre in Serbia, invece della democrazia promessa, oggi governano insieme i nazionalisti e la mafia. Non solo, tale paese è diventato un rifugio più che sicuro per i sanguinari criminali di guerra Mladic e Karadzic. Chissà, tra l'altro, se gli strateghi di guerra americana oggi si ricordano ancora di questi due ricercati dall'Aia, che non possono arrestare proprio per la paura dei possibili danni collaterali alle proprie formazioni sul terreno, che ancora oggi sono disseminate sulla maggior parte della ex Jugoslavia? Ma non bisogna essere pignoli. Meglio qualcosa che nulla, e quindi è positivo fare parte di un popolo che oggi in maniera così cosciente e massiccia si rivolta contro una guerra che ha come obiettivo quello di rovesciare un dittatore e offrire infine al popolo iracheno, sì, tutti i comfort di una democrazia coloniale. Alla maniera serba, bosniaca o kosovara! Il deciso "no" della Croazia alla guerra in Iraq ci dovrebbe riempire di orgoglio: ecco, facciamo parte di un piccolo popolo dalle grandi idee, qualcosa di simile alla Jugoslavia del lontano anno 1948, quando Tito ha pronunciato lo storico "no" a Stalin e al rivoltante comunismo di tipo sovietico, che era totalmente orrendo rispetto a quello nostrano "dal volto umano". Ma mi sono confusa? E se si trattasse di un pronunciamento antiguerra "una tantum", che non incide su posizioni solide e rimaste sempre immutate da un evento all'altro? E quindi con grande sforzo cerco di ricordarmi un'uguale opposizione plebiscitaria alla guerra in Bosnia-Erzegovina, ma non riesco proprio a ricordarmi proteste di massa dei cittadini della Croazia che urlassero per le vie e nelle piazze slogan anti-Tudjman del tipo: "Non lasceremo che i nostri figli muoiano per la Grande Croazia!", o "Nessuna bomba sui bambini di Stolac!", oppure ancora "Non distruggete il ponte di Mostar!". Non riesco nemmeno a ricordarmi, chissà perché, di una Conferenza episcopale croata, sì, la stessa che oggi condanna apertamente la posizione di Bush rispetto all'Iraq, richiamandosi al Vangelo ed emettendo messaggi di pace e amore tra i popoli, non riesco proprio a ricordarmi, dicevo, che la stessa Chiesa in Croazia abbiamo inviato i medesimi messaggi di amore tra il popolo croato e quello bosniaco ai tempi della folle aggressione di Franje Tudjman contro lo stato della Bosnia-Erzegovina. Ma a quanto pare il motivo è solo che, come ci insegna la stessa Chiesa, esistono guerre giuste e guerre ingiuste e quindi logicamente c'è stato un "sì" alla "giusta" guerra in Bosnia- Erzegovina, così come c'è un "no" alla "ingiusta" guerra in Iraq. Tutto questo in parole povere si chiama cinismo, solo che, d'altro canto, è noto come non sia desiderabile incolpare un'intera nazione per un'opinione. Nemmeno quando tale opinione, come la pasta da pane, non fa che prendere una forma a seconda di chi attacchi chi. Ma che i croati improvvisamente scopertisi fautori della pace - e che danno prova di una coscienza di gran lunga più sviluppata del loro governo, che ha subito dato il proprio appoggio, addirittura senza discuterne o attendere l'approvazione del parlamento, a un'invasione americana dell'Iraq - non rinuncino comunque a essere affascinati dalle armi lo dimostra un'altra indagine, secondo la quale un'altra schiacciante maggioranza di cittadini ritiene che per la Croazia sia tremendamente importante aderire alla NATO. Chissà mai perché coloro che altrimenti si oppongono ferocemente alla guerra in Iraq, pensano che per la Croazia sia decisivo aderire a una delle più grandi e insensate alleanze di guerra. Ma a essere sinceri, non è che tali paradossi non siano alla fine normali in presenza di un potere che a casa sua persevera nel non volere rivedere alcuni fatti storici, secondo i quali i croati non sarebbero mai entrati in Bosnia con cattive intenzioni, con intenzioni di guerra, per esempio, mentre sulla scena internazionale accetta pieno di entusiasmo il dettato del Grande Fratello che costringe noi piccoli a offrire sostegno logistico alle forze americane nel loro tragitto di guerra verso l'Iraq. Addirittura, se bisogna credere all'ambasciatore americano in Croazia, e bisogna credergli, per quanto suoni tremendo, gli USA forse chiederanno alla Croazia di prendere direttamente parte alla guerra nel Golfo Persico. E se non accetterà, dice l'ambasciatore Rossin, la Croazia, "come gli altri stati che non ci appoggiano, perderà il nostro rispetto". Detto in altre parole, si tratta di una volgare minaccia da parte dell'unica superpotenza mondiale, alla quale il governo del premier Racan, forte dei grandi risultati politici fin qui conseguiti, non ha esitato a sottomettersi. In generale, l'esempio più eloquente della miseria politica dell'autoproclamato primo uomo dello stato è il messaggio che Racan ha inviato, non appena entrato nella funzione di capo supremo delle forze armate, ai volontari croati che stavano partendo per l'Iraq. Invece di dire loro umanamente, sapendo che vi si recavano per i soldi, e non per gli ideali: "Ragazzi e ragazze, state attenti e non fatevi male!", li ha eruditi con tono da imperatore, dicendo loro che, recandosi laggiù nel fottuto Afghanistan a combattere per una causa straniera, dovevano - state attenti! - "difendere l'immagine della Croazia e la dignità della nostra bandiera". Sentendo queste parole, penso, avrebbe vomitato perfino il nostro buon vecchio dittatore Franjo Tudjman. -------------------------------- Se volete cancellare il vostro abbonamento a "Notizie Est - Balcani", o cambiare l'e-mail alla quale ricevete la newsletter, potete farlo accedendo alla sezione "Area utenti" del sito web http://www.notizie- est.com con la password che vi è stata assegnata. ------- End of forwarded message -------
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