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Re: "Fascist legacy"
- Subject: Re: "Fascist legacy"
- From: "Luigi Di Noia" <fokista at libero.it>
- Date: Thu, 23 May 2002 09:18:54 +0200
Sarebbe possibile ottenere una copia del film "Fascist legacy"? A chi posso rivolgermi? Luigi Di Noia ----- Original Message ----- From: "andrea" <andreamartocchia at libero.it> To: <scienzaepace at jolly.bo.cnr.it>; <Linea-Rossa at yahoogroups.com>; <noocse-bo at yahoogroups.com>; <balcani at peacelink.it> Sent: Thursday, May 23, 2002 12:16 AM Subject: "Fascist legacy" > > > -------- Original Message -------- > Subject: [JUGOINFO] "Fascist legacy" > Date: Wed, 22 May 2002 16:29:28 -0000 > From: "itajug" <jugocoord at libero.it> > To: crj-mailinglist at yahoogroups.com, jugoinfo at domeus.it > > > FASCIST LEGACY > > La "eredita' fascista" dei crimini di guerra commessi > dagli italiani nei Balcani ed in Africa nel corso della > II Guerra Mondiale > > * Resoconto della proiezione di Torino, 4/5/2002 > * Scheda filmografica > > === > > Resoconto della proiezione di Torino, 4/5/2002 > > Sabato 4 maggio 2002 al Politecnico di Torino ha avuto luogo la > proiezione del film "Fascist Legacy", cui ha fatto seguito una > breve conferenza. Presenti personaggi della cultura di rilievo: > Costanzo Preve, filosofo, Angelo del Boca, storico e Massimo Sani, > regista. Coordinava Massimo Zucchetti, del Politecnico. L'incontro > era organizzato dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, da > SNUR-CGIL Torino e Piemonte, RSU PolitecnicoTorino, Torino Social > Forum, Lavoro e società-Cambiare rotta Piemonte, PRC Federazione > Torino e Assemblea Antimperialista. > Tra il numeroso pubblico, oltre a studenti del quinto anno delle > superiori (per la valle di Susa, il liceo di Bussoleno), la signora > Rita Comoglio della ANPPIA di Torino e Bruno Carli. > > Il film, un documento storico prodotto dalla BBC, è stato da oltre > dieci anni tradotto in italiano dal regista Sani e consegnato alla > RAI, che ne aveva acquistato i diritti sulla versione italiana ma > non intende in nessun modo, da dieci anni, mandarlo in onda. Perché? > È probabile che cio' non sia ancora "politicamente opportuno", né per > la destra al governo, né per quella sinistra che comunque ha spesso > appoggiato le iniziative di intervento armato coloniale dell'Italia, > già prima del fascismo (le mire coloniali italiane risalgono al 1895 > con la dura sconfitta all'Amba Alagi e la conseguente caduta del > governo Crispi nel 1896), e che solo due anni fa ha "finalmente" > potuto esprimere, in prima persona, queste velleita' occupando "per > ragioni umanitarie" la provincia jugoslava del Kosovo, dopo aver > partecipato ai bombardamenti sulle infrastrutture e sui centri abitati > della Serbia e del Montenegro; d'altronde, soldati italiani sono > presenti nei Balcani (Bosnia e Macedonia) gia' da qualche anno. Anche > secondo i relatori, l'intervento della NATO per il Kosovo non era > dovuto a "ragioni umanitarie" in quanto non era in corso un > "genocidio" bensì uno scontro tra esercito e miliziani secessionisti: > le ragioni addotte per l'attacco NATO nascondono piuttosto > in modo grossolano finalita' di tipo coloniale. > > La questione dei crimini di guerra e della occupazione militare > italiana nei Balcani e' dunque di estrema attualita'. Il film della > BBC è diviso in due parti: nella prima sono documentate in modo chiaro > e terribile le atrocità commesse dal regio esercito italiano in Africa > e poi in Jugoslavia, per reprimere col terrore la resistenza delle > popolazioni; nella seconda parte, testimoni, storici, politici e > documenti dimostrano la volontà degli alleati, Statunitensi ed > Inglesi, di insabbiare le indagini sugli oltre 750 criminali di guerra > italiani, colpevoli di numerosi crimini. Duecento i campi di prigionia > solo italiani, non tedeschi, nei Balcani, dove si moriva perfino di > sete, come a Rab/Arbe! Centinaia di migliaia gli internati (600mila > secondo il governo jugoslavo, 250mila accertati per gli storici), > donne e bambini compresi, di cui pochissimi i sopravvissuti (perché > gli uomini tra i 16 e i 60 anni venivano subito massacrati e uccisi). > 750 criminali di guerra italiani, nessuno condannato in Italia, > nessuno estradato all'estero. Si dice che cio' fosse necessario in > funzione anticomunista, perché era di fatto già iniziata la "guerra > fredda". > > Ora, come hanno ribadito Preve e del Boca, non si tratta solo di > ridimensionare il mito degli "italiani brava gente", ne' tantomeno di > ridescrivere gli italiani come "cattivi" e fare esercizio di > moralismo: è indubbio invece che si debbano conoscere questi fatti e > se ne debba comprendere la gravità, perche' un popolo che non conosce > la propria storia, e costruisce la propria politica estera sulla falsa > coscienza, e' destinato a commettere gli stessi errori e crimini, o a > commetterne di ancora piu' gravi. Lo dimostrano le conseguenze dei > bombardamenti del 1999, effettuati in spregio alla stessa Costituzione > repubblicana, e lo dimostra pure la politica di appoggio ai settori > micronazionalisti e secessionisti, eredi dei collaborazionisti locali > del nazifascismo, perseguita con grande disinvoltura ed > irresponsabilita' in questi anni, grazie ad una furiosa campagna di > disinformazione rivolta alla opinione pubblica per manipolarne il > consenso. > > L'incontro si e' concluso con la stesura e la sottoscrizione, da parte > di tutti i partecipanti, di un appello rivolto al Presidente della > Repubblica affinche' intervenga per "sbloccare" la situazione > consentendo la messa in onda del filmato da parte della RAI. > > (a cura del CNJ) > > === > > Scheda filmografica > > Fascist Legacy (L'eredità del fascismo), Gran Bretagna 1989. 2x50 > minuti. Regia: Ken Kirby; consulenza storica: Michael Palumbo; > fotografia: > Nigel Walters; montaggio: George Farley; voce narrante: Michael > Bryant. > > Documentario prodotto e trasmesso dalla BBC in due puntate, l'1 e 8 > novembre 1989, suscitando una protesta da parte dell'ambasciatore > italiano a Londra, un'interpellanza parlamentare e articoli apparsi su > tutti i maggiori quotidiani italiani1. Successivamente è stato > acquistato dalla RAI che ne ha prodotto una versione italiana che non > è mai stata trasmessa. > Affronta il tema della rimozione dei crimini sistematicamente commessi > dall'Italia fascista nella costruzione del suo impero, in nome della > "superiore civiltà italica" e della sua "missione civilizzatrice", in > Africa (Libia, Etiopia, Somalia) e nei Balcani (Albania, Jugoslavia e > Grecia). Massacri di civili, distruzione di interi villaggi, > eliminazione delle élite intellettuali e politiche, uso di armi > chimiche, distruzione delle colture e del bestiame per ridurre alla > fame la popolazione, deportazioni e campi di concentramento con una > mortalità che arrivò sino al 50% degli internati. Una serie di orrori, > con un bilancio di morti, arrotondato per difetto, di 300.000 etiopi, > 100.000 libici, 100.000 greci e 250.000 jugoslavi.2 > La prima parte, intitolata A Promise Fulfilled (Una promessa > mantenuta), documenta questi crimini analizzando quanto avvenne in > Etiopia e Jugoslavia. Gli episodi e i luoghi più significativi di > questi crimini vengono ripercorsi affiancando alle immagini dell'epoca > il racconto di testimoni oculari e il commento di alcuni autorevoli > storici, fra cui Angelo Del Boca, Guido Rochat e lo jugoslavo Ivan > Kovacic. > La seconda, intitolata A Pledge Betrayed (Un'impegno tradito) illustra > le ragioni per cui i responsabili di quei crimini non furono mai > processati e incriminati, contrariamente agli impegni precentemente > presi dagli Alleati, né si sviluppò mai un serio dibattito pubblico > che rielaborasse la memoria collettiva di tali eventi, rimasta così > ancora oggi abbandonata a un'ambigua mescolanza di rimozione e luoghi > comuni ereditati dalla propaganda autoassolutoria del regime. > > Basandosi principalmente sui documenti della Commissione ONU per i > crimini di guerra istitutita nel 1943, lo storico Michael Palumbo > ricostruisce come Stati Uniti e Gran Bretagna al termine del conflitto > appoggiarono deliberatamente i tentativi di chi in Italia voleva > affossare le richieste di processare quei criminali di querra italiani > che la stessa commissione ONU riconosceva come tali. Testimoni > dell'epoca, come il membro della Commissione ONU Marian Mushkat, > l'allora ministro degli esteri jugoslavo Leo Mattes, storici come > David Ellwood e Claudio Pavone, affiancano la documentazione fornita > da Palumbo nel far luce sulla motivazione fondamentale di questo > insabbiamento: condannare i criminali fascisti avrebbe messo in moto > in Italia un processo di epurazione che avrebbe indebolito il fronte > anticomunista, ritenuto essenziale nella logica della Guerra Fredda. > Così nessun criminale venne processato, molti continuarono anzi a > ricoprire alte cariche istituzionali. Contestualmente si orchestrò una > campagna d'opinione che diffuse quel mito del "bravo italiano" ben > rispecchiato anche nel cinema che ha affrontato queste vicende. Film > come Mediterraneo (1991), I giorni dell'amore e dell'odio (1999) e il > più recente Il mandolino del Capitano Corelli (2001) presentano tutti > un'immagine del soldato italiano vittima egli stesso e > costituzionalmente incapace di crudeltà. > Paradossalmente, il massacro di Cefalonia, cui gli ultimi due film > citati sono dedicati, venne a suo tempo insabbiato, come tante altre > stragi naziste in Italia, prima ancora che insorgesse l'esigenza di > non ostacolare il riarmo della Repubblica Federale Tedesca in funzione > del ruolo assegnatogli dal suo ingresso nella NATO, proprio per > evitare che questi processi potessero determinare un "effetto > boomerang", costituendo un precedente che legittimasse le richieste di > processare i criminali di guerra italiani avanzate da Jugoslavia ed > Etiopia3. Così, dopo che nel 1953 la pubblicazione sulla rivista > "Cinema Nuovo" di una proposta di realizzare un film critico sul > comportamento dei soldati italiani in Grecia, che avrebbe dovuto > intitolarsi L'armata Sagapò, costò ai suoi promotori Guido Aristarco e > Renzo Renzi l'arresto e un processo di fronte a un tribunale militare, > un film italiano su questa pagina buia della nostra storia nei Balcani > attende ancora di essere fatto. Va ricordato infine come nei confronti > dell'Africa il cinema italiano sia riuscito a fare ben di peggio, se > si pensa a quel fortunato genere cinematografico di cui negli anni > Sessanta sono stati iniziatori Franco Prosperi e Gualtiero Jacopetti > con il loro Africa Addio (1966). > Un ultimo colpo di coda del razzismo colonialista, sferrato mentre era > in atto il processo di decolonizzazione. Un film peraltro prontamente > difeso da un autorevole custode della memoria italiana dell'avventura > africana come Indro Montanelli. Fra i critici di allora Alessandro > Galante Garrone, che in un suo articolo pubblicato su "Cinema Nuovo" > nel marzo del 1966, ne denunciava l'ideologia sintetizzandola con il > commento espresso all'uscita dei cinema da un suo spettatore ideale: > "Quelli sono popoli selvaggi. Avrebbero ancora bisogno di noi bianchi, > della nostra civiltà superiore". > Va sottolineato come la censura praticata nei confronti di questo > documentario, così come quella attuata dieci anni prima e tuttora > mantenuta nei confronti del film Omar Mukthar. Lion of the Desert4, > che documentava la brutale repressione nei confronti della resistenza > libica all'occupazione fascista, vada inserita all'interno di quella > politica della memoria che và dalla storiografia defeliciana > all'attuale retorica della riconciliazione nazionale. Denunciare i > crimini del colonialismo fascista e l'ideologia razzista che li > legittimò, smonta infatti una delle basi su cui tale interpretazione > del fascismo si regge, vale a dire la negazione del carattere > costitutivamente razzista del fascismo. > A tal fine si è in primo luogo tentato di allontanare l'Italia dal > "cono d'ombra dell'Olocausto", sino a disegnare un'immagine del > fascismo che "come non fu razzista non fu nemmeno antisemita", secondo > le celebri formulazioni di De Felice5. Le leggi razziali del 1938 > diventano così un fenomeno importato dalla Germania, da condannare > oggi come un semplice errore di percorso o una brutta parentesi, > relativizzabile inoltre a fronte delle maggiori atrocità del nazismo. > Presunte attenuanti queste, tutte inutilizzabili per assolvere il > fascismo da quel razzismo antislavo e coloniale che fu persino > sanzionato da una legislazione razziale che precedette quella > antiebraica e sostenuto da una propaganda sulla superiorità della > razza italica che contribuì a preparare il terreno all'accettazione > delle stesse leggi antiebraiche. Da qui la necessità di rimuovere > totalmente questo razzismo e le atrocità che esso servì a > legittimare6..Da qui, anche, la costruzione del mito del "bravo > italiano" promossa nel dopoguerra7, tuttora perfida arma ideologica > utilizzata in quel conflitto delle memorie, particolarmente evidente > in occasione di celebrazioni come il 25 aprile o il recentemente > istituito "Giorno della memoria"8 e nelle produzioni cinematografiche > e televisive italiane di questi ultimi anni, la cui posta in gioco > sono gli stessi valori democratici che la lotta contro il fascismo > consegnò alla Costituzione dell'Italia repubblicana. > > Marco Farano > > > 1. E. Franceschini, L'italia non è innocente, "La Repubblica", > 10.11.1988; M. Vignolo, In Tv per gli inglesi i crimini degli italiani > in guerra, "Corriere della sera", 10.11.1989; F. Merlo, Ma l'Italia > poi voltò pagina, "Corriere della sera", 10.11.1989; L. Maisano, > Questi italiani sono stati criminali di guerra, "Il giornale", > 10.11.1989; M. Ciriello, La BBC processa i criminali italiani, "La > Stampa", 10.11.1989; L. Froni, Crimini di guerra, la BBC accusa, "Il > Tempo", 10.11.1989; P. Filo della Torre, Italia, ecco i tuoi crimini > di guerra, "La Repubblica", 10.11.1989; R. Caprile, "È vero, e Londra > sapeva" gli storici italiani rispondono, "La Repubblica", 10.11.1989; > A. Colombo, Criminali brava gente, "Il Manifesto", 10.11.1989; F. > Merlo, Crimini di guerra, ora si minimizza, "Corriere della Sera", > 11.11.1989; M. Vignolo, Mack Smith: "Gli italiani non hanno colpe, > restano brava gente", "Corriere della sera", 11.11.1989; P. Filo della > Torre, Italiani suscettibili, "La Repubblica", 11.11.1989; N. > Tranfaglia, Tutti assolti, "Repubblica", 12.11.1989; L. Campagnano, > Smemorati. Gli italiani e i crimini di guerra, "Il manifesto", > 11.11.1989; F. Longo, M. Moder, La lista della vergogna. Quel che non > vedremo in tv. Pulizia etnica, genocidio, torture. La BBC accusa i > generali italiani, Raiuno censura, "Il manifesto", 23.4.2000; R. > Carroll, Italian's bloody secret, "The Guardian", 25.6.2001; M. > Cervino, Italiani cattiva gente, "Diario", 7.7.2001. > > 2. Per quanto riguarda l'Africa si rimanda alle fondamentali ricerche > di Angelo Del Boca, per un cui primo approccio si consiglia L'Africa > nella coscienza degli italiani, Laterza, 1992 e Le guerre coloniali > del fascismo, Laterza, 1991. Per un'introduzione e ulteriori > indicazioni bibliografiche si rimanda a Enzo Collotti, Sulla politica > di repressione italiana nei balcani in L. Paggi, La memoria del > nazismo nell'Europa di oggi, La Nuova Italia, 1997. > > 3. Vedi in proposito alcune ricerche storiche condotte successivamente > alla realizzazione di questo documentario quali: Filippo Focardi, La > questione della punizione dei criminali di guerra in Italia dopo la > fine del secondo conflitto mondiale, in "Quellen und Forschungen", > Deutschen Historischen Institut in Rom, Band 80, Max Niemayer Verlag > Tübingen, 2000; F. Focardi e Lutz Klinkhammer, La questione dei > "criminali di guerra" italiani e una Commissione di inchiesta > dimenticata, in "Storia contemporanea", Anno IV, n° 3, 2001; Mimmo > Franzinelli, Le stragi nascoste, Mondadori, 2002. > > 4. Vedi A. Del Boca, L'Africa nella coscienza degli italiani, cit. > pag. 125. > > 5. Le espressioni citate ricorrono rispettivamente nella celebre > intervista di De Felice al "Corriere della Sera" del 27.12.1987 e > nell'introduzione all'ultima edizione della sua Storia degli ebrei > italiani sotto il fascismo, Einaudi, 1993. > > 6. Vedi Enzo Collotti, Il razzismo negato in Enzo Collotti, Fascismo e > antifascismo. Rimozioni, revisioni, negazioni, Laterza 2000; sui > rapporti fra razzismo antisemita e razzismo coloniale in Italia vedi > Centro Furio Jesi, La menzogna della razza. Documenti e immagini del > razzismo e dell'antisemitismo fascista, Grafis1994 e Alberto Burgio, > Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d'Italia 1870-1945, Il > Mulino, 1999. > > 7. Vedi Filippo Focardi, "Bravo italiano" e "cattivo tedesco": > riflessioni sulla genesi di due immagini incrociate, in "Storia e > memoria", n° 1, Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e > dell'Età contemporanea, 1996 (contenente diversi altri contributi sul > tema, in particolare quelli di Brunello Mantelli e Gerhard Schreiber); > il tema è ulteriormente sviluppato da Focardi nel suo saggio L'ombra > del passato, in "Germania: cultura del ricordo e passato nazista", > Istituto per la storia della resistenza e dell'età contemporanea di > Modena, 2000. > > 8. Valga ad esempio la puntuale osservazione polemica di un'autorevole > storico della legislazione fascista antiebraica come Michele Sarfatti > che ha rilevato come il testo della legge che ha istituito tale > ricorrenza non nomini neppure il fascismo, oppure la decisione da > parte della RAI di celebrare quest'anno tale ricorrenza con un film su > Giorgio Perlasca. > > > -------------------------------------------------------- > FOR FAIR USE ONLY > --> La lista JUGOINFO e' curata da componenti del > Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ). > I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente > le posizioni ufficiali o condivise da tutto il CNJ, ma > vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al > solo scopo di segnalazione e commento. > --> Bilten JUGOINFO uredjuju clanovi > Italijanske Koordinacije za Jugoslaviju (CNJ). > Prilozi koje vam saljemo ne odrazavaju uvek nas zvanicni stav, > niti nase jedinstveno misljenje, vec svojim sadrzajem > predstavljaju korisnu informaciju i potstrek na razmisljanje. > ---> Archivio/Arhiv: > > http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages > > http://www.domeus.it/circles/jugoinfo > ---> Per iscriversi [o per cancellarsi] / Upisivanje [brisanje]: > <crj-mailinglist-[un]subscribe at yahoogroups.com> > ---> Per inviare materiali e commenti / Postu i priloge slati: > <jugocoord at libero.it> > ---> C.N.J.: DOCUMENTO COSTITUTIVO / KONSTITUTIVNI DOKUMENT: > > http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/doccnj.htm > > L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! 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