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Sul "Tribunale" dell'Aia e su Slobodan Milosevic
- Subject: Sul "Tribunale" dell'Aia e su Slobodan Milosevic
- From: andrea <andreamartocchia at libero.it>
- Date: Thu, 14 Mar 2002 12:50:55 -0500
- Sender: andreamartocchia at libero.it
-------- Original Message -------- Subject: [JUGOINFO] Il cadi' ti accusa, il cadi' ti giudica Date: Thu, 14 Mar 2002 12:39:48 +0100 From: "jugocoord at libero.it" <jugocoord at libero.it> To: crj-mailinglist at yahoogroups.com,jugoinfo at domeus.it L'articolo che segue uscira' sul prossimo numero de IL BOLLETTINO di informazione antimperialista http://www.bollettino.it/ ===*=== IL CADI' TI ACCUSA, IL CADI' TI GIUDICA (*) di A. Martocchia <<Mettendo insieme tre bugie non si ottiene una verita', ma soltanto una bugia piu'grande. Tutte e tre queste accuse hanno davvero un sottile filo rosso, per usare il termine che qui ho sentito, che le unisce, e questo filo rosso e' il crimine che perdura contro la Jugoslavia e contro il mio popolo.>> (S. Milosevic all'Aia, 9/1/2002) "PAN-PENALISMO" Moltissimi commentatori hanno fatto notare l'uso insistente e crescente degli strumenti del "diritto internazionale" - travisati, evocati impropriamente, strumentalizzati - ad accompagnare tutte le aggressioni via via decise dall'imperialismo. Addirittura, con la ventilata istituzione del "Tribunale Penale Internazionale" (organo che dovrebbe essere permanente ed unanimemente riconosciuto ma la cui creazione viene di fatto osteggiata dagli Stati Uniti D'America) gli strumenti del "diritto internazionale" paiono trasformarsi in armi nella contesa che contrappone tra di loro le stesse diverse potenze imperialistiche - in particolare, lo scontro sempre piu' trasparente ed esplicito tra polo imperialista europeo e polo imperialista angloamericano-sionista. Questa specie di deriva giustizialistica globale e' stata inizialmente salutata con giubilo e soddisfazione da una certa sinistra ingenua, che per maggiore chiarezza definirei "sinistra dei buoni sentimenti", "sinistra per bene" o "sinistra idealista": quel ceto intellettuale-borghese completamente dimentico del materialismo storico e dialettico, armato soltanto di meravigliose idee e buone intenzioni, che imprigionato nella retorica mediatica ed occidentale dei "diritti umani" ha sposato negli anni Novanta le cause piu' ignobili ed infami, quali da tempo s'era persa persino la memoria: i micronazionalismi piu' retrivi (dalla Lituania al Tibet), la sistematica demolizione degli Stati fondati sulla sicurezza sociale, i terrorismi di derivazione fascista e nazista (dall'UCK alla Cecenia). Questa disarmante ingenuita' della "sinistra dei buoni sentimenti" in campo di regole giuridiche e formali, specialmente nel contesto internazionale e globale ma non solo (basti vedere le surreali manifestazioni-girotondo in favore della magistratura in Italia), e' stata definita da alcuni "pan-penalismo". Trovo il prefisso "pan" molto suggestivo, perche' da' la misura del livello paranoico di certe affermazioni di principio e fede incrollabile su questa "giustizia terrena", le cui dinamiche costitutive, pero', ed i cui attori nel frattempo non si sa piu' bene chi siano. Cosi' come non si sa piu' nemmeno quali debbano essere i valori fondativi di questo a-storico e velleitario sistema di "giustizia totale" al quale alcuni, anche appartenenti alla sinistra comunista, affermano si debba lavorare, per renderlo sempre piu' "efficace", insomma per spianare la strada ad una particolare specie di totalitarismo. IL "TRIBUNALE AD HOC" DELL'AIA Il caso del "Tribunale ad hoc per i crimini commessi sul territorio della ex Jugoslavia" (che nel seguito chiamero' per brevita' "Tribunale ad hoc", da non confondere quindi con la preesistente Corte Internazionale atta a dirimere le controversie tra gli Stati, che ha sempre sede all'Aia ma e' organismo ben piu' legittimato), rende palesi fino all'estremo e fino al paradosso tutte le contraddizioni, tutti i limiti e tutti gli inganni di queste operazioni di "giustizialismo internazionale", e chiarisce molto bene la collateralita' di queste istituzioni ai progetti dei paesi imperialisti. Il Tribunale ad hoc è stato fondato nel 1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (15 membri dominati dai grandi poteri e dal veto USA), su insistenza del Senatore Albright. Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a suo tempo ha puntualizzato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, avrebbe dovuto essere "attraverso un Trattato Internazionale stabilito ed approvato dagli Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di esercitare in pieno nell'ambito della loro sovranità" (Rapporto No X S/25704, sezione 18). Tuttavia, Washington ha imposto un'interpretazione arbitraria del Cap.VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente al Consiglio di Sicurezza di prendere "misure speciali" per restaurare la pace in sede internazionale. Dunque il "Tribunale ad hoc" e' una struttura di fatto illegittima e para-legale. Esso e' finanziato dai paesi della NATO, e soprattutto dagli USA, in maniera diretta oltreche' attraverso l'ONU, ma anche da paesi non proprio neutrali nella problematica jugoslava, come l'Arabia Saudita, nonché da enti e personaggi privati, come George Soros, che da anni lavorano alla destabilizzazione degli Stati che si oppongono all'imperialismo. Il sostegno della NATO al Tribunale ad hoc e' particolarmente indicativo delle vere finalita' di questa struttura para-giudiziaria. In una conferenza stampa tenuta il 17 maggio 1999, il portavoce della NATO Jamie Shea diceva testualmente: "Non e' Milosevic che ha concesso al procuratore Arbour il suo visto per andare in Kosovo, a condurre le sue indagini. Se alla sua corte si puo' consentire l'accesso, come noi vogliamo, e' grazie alla NATO, dunque la NATO e' amica del Tribunale, e' la NATO che detiene per conto del Tribunale i criminali di guerra sotto accusa... Sono i paesi della NATO che hanno procurato i fondi per istituire il Tribunale, noi siamo tra i piu' grandi finanziatori." Si noti che oltre ad attestare il sostegno finanziario e la "amicizia" della NATO, che proprio in quegli stessi giorni bombardava i convogli di profughi ed il petrolchimico di Pancevo, Jamie Shea rivendica alla NATO stessa il ruolo di "polizia giudiziaria". La quale, come s'e' visto in decine di occasioni, specialmente in Bosnia ma anche nel caso di Milosevic, opera attraverso colpi di mano e rapimenti, nel corso dei quali alcuni "sospetti" sono stati persino uccisi - mentre diversi serbi-bosniaci detenuti all'Aja sono deceduti per presunti infarti e suicidi. In un comunicato stampa diramato all'Aia il 19 aprile 1999 (JL/PIU/397-E) si legge ancora piu' esplicitamente: <<Per conto del Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia il Presidente del Tribunale, giudice Gabrielle Kirk McDonald, ha espresso il suo grande apprezzamento al governo degli Stati Uniti per la sua concessione di 500mila dollari USA destinati al Progetto Outreach del Tribunale. Harold Koh, Vice segretario di Stato USA per la democrazia, i diritti umani ed il lavoro, ha annunciato la donazione in una conferenza stampa presso il Tribunale venerdi 16 aprile 1999. Questa generosa contribuzione, che ammonta a piu' di un terzo del budget complessivo di Outreach, "consentira' al Tribunale" - come nota lo stesso Vice Segretario di Stato Harold Koh - "di portare il suo messaggio di giustizia imparziale non solamente ai governi ed ai rappresentanti legali dell'ex Jugoslavia, ma, soprattutto, alle famiglie delle vittime".>> Una dichiarazione tanto nobile da far venire le lacrime agli occhi, soprattutto se si pensa che questo signore mentre parlava rappresentava uno Stato - gli USA - che proprio in quei giorni stava causando dolori enormi e disgrazie a quelle stesse famiglie tramite i bombardamenti. Non a caso, il Tribunale dell'Aja ha sistematicamente dichiarato il non luogo a procedere per le documentate accuse di crimini di guerra mosse da varie parti alla NATO, nonché alle bande dell'UCK pan-albanese. La sproporzione tra le incriminazioni nei confronti di esponenti serbi rispetto a quelle di croati, albanesi kosovari e bosniaci musulmani, responsabili di vaste pulizie etniche, è resa evidente dai numeri. La "giustizia" del Tribunale dell'Aja e' dunque quella di una parte in causa contro l'altra, il contrario esatto del "super partes". Il "Tribunale ad hoc", analogamente al nostro famigerato Tribunale Speciale, lavora come uno strumento politico, totalmente sotto controllo dei vincitori, cioe' degli aggressori, devastatori e invasori della Jugoslavia. La presidentessa del Tribunale, Gabrielle Kirk McDonald, il 5 aprile 1999 veniva insignita di una onoreficenza dalla Corte Suprema degli USA. In quella occasione essa spiegava senza alcun imbarazzo: <<Abbiamo beneficiato del forte sostegno dei governi interessati e degli individui che si sono adoperati, come il Segretario Albright. [Si noti che i bombardamenti sulla Jugoslavia erano iniziati da pochi giorni] Come rappresentante permanente alle Nazioni Unite, essa ha lavorato incessantemente per creare il Tribunale. In effetti, noi spesso ci riferiamo a lei come alla "madre del Tribunale"...>> Dunque la "mamma" del Tribunale dell'Aia non e' Emma Bonino!... UNO SCANDALO DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO Noti giuristi e commentatori hanno spiegato come, nel suo funzionamento, il Tribunale dell'Aja violi tutti i principi del diritto internazionale. In sostanza, esso non rispetta la separazione dei poteri, ne' la parità fra accusa e difesa, ne' tantomeno la presunzione di innocenza finché non si giunge ad una condanna: la regola 92 stabilisce che le confessioni siano ritenute credibili, a meno che l'accusato possa provare il contrario, mentre in qualsiasi altra parte del mondo l'accusato è ritenuto innocente fino a quando non sia provata la sua colpevolezza. Esso formula i propri regolamenti e li modifica su ordine del Presidente o del Procuratore, assegnando ad essi carattere retroattivo: attraverso una procedura totalmente ridicola, il Presidente può apportare variazioni di sua propria iniziativa o ratificarle via fax ad altri giudici (regola 6)! Il regolamento stesso non contempla un giudice per le indagini preliminari che investighi sulle accuse. Il Tribunale ad hoc utilizza testimoni anonimi che si possono dunque sottrarre al confronto con la difesa; secreta le fonti testimoniali, che possono essere anche servizi segreti di paesi coinvolti nei fatti. Usa la segretezza anche sui procedimenti aperti (regola 53), sulle prove, che possono essere state raccolte illegalmente e non sono sottoposte a verifica. Di fatto, quindi, pone gli imputati nell'impossibilità di difendersi; ricusa o rifiuta a proprio arbitrio di ascoltare gli avvocati della difesa (regola 46), allo stesso modo dei tribunali dell'Inquisizione; può rifiutare agli avvocati di consultare documentazione probatoria (regola 66); può detenere sospetti per novanta giorni prima di formulare imputazioni, con l'evidente scopo di estorcere confessioni. A fine agosto-inizio settembre 2001, professori ed assistenti della Facolta' di Giurisprudenza di Belgrado hanno diramato un lungo e dettagliato documento in cui spiegano tecnicamente tutte le ragioni per cui il "Tribunale ad hoc" e' uno scandalo dal punto di vista giuridico. Ma la "parzialita'" del Tribunale ad hoc e' attestata anche da personaggi assai lontani dalle posizioni di Milosevic ed ostili alla Serbia ed alla Jugoslavia. Basti pensare che persino uno dei giudici dell'Aia, il brasiliano Rezek, membro della Corte Suprema del Brasile dal 1983 al 1990, ha espresso sincere perplessita' in interviste pubbliche (rivista "Globo", 20 agosto 2001). IL "CASO MILOSEVIC" L'imputazione contro l'allora Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia Slobodan Milosevic veniva resa pubblica dalla procuratrice Arbour su pressione di Madeleine Albright proprio durante la aggressione della NATO, nella primavera del 1999, nell'ambito della campagna mediatica di demonizzazione della Jugoslavia e dei suoi dirigenti. Un tassello, insomma, della piu' ampia operazione di disinformazione strategica e guerra psicologica. La "necessita'" di una indagine contro Milosevic veniva annunciata alla conferenza stampa congiunta tenuta dalla "madre del Tribunale ad hoc", Albright, e dall'ex-procuratore Louise Arbour (successivamente sostituita dalla Del Ponte) a Washington D.C. il 30 aprile del 1999 (si veda il documento ufficiale dell'ufficio del portavoce del Dipartimento di Stato USA: http://secretary.state.gov/www/statements/1999/990430a.html ) Per la effettiva cattura di Milosevic, pero', dovevano maturare le condizioni politiche in Jugoslavia. Questo cambiamento e' avvenuto solo nell'autunno del 2000, quando a Belgrado e' stato dato l'assalto al Parlamento senza attendere l'esito del secondo turno elettorale, e si e' instaurato un regime-fantoccio filooccidentale. La rocambolesca cattura di Milosevic e' avvenuta mesi dopo, il 31 marzo: in cambio al nuovo governo jugoslavo sono stati accordati 50 milioni di dollari gia' promessi dagli USA. I dirigenti belgradesi, per ottemperare ai ricatti militari ed economici degli USA, della Nato e del Tribunale dell'Aja, hanno commesso una serie di macroscopiche illegalità. Milosevic è stato detenuto per tre mesi senza che nessuno delle centinaia di testimoni ascoltati avesse fornito la minima prova a sostegno dell'imputazione di "abuso di potere" (diversa da quella di "crimini di guerra" usata all'Aia). Al termine delle due proroghe della detenzione preventiva, Milosevic avrebbe dovuto essere scarcerato. Viceversa, un ulteriore, grande scandalo e' stata la modalita' della sua "estradizione" da Belgrado in Olanda, tramite una operazione-lampo illegale ed anticostituzionale curata dai settori piu' filo-americani del governo di Zoran Djindjic. A sottolineare il vero e proprio affronto operato da questi agenti della NATO interni nel governo serbo ai danni del paese e della sua stessa dignita' e memoria storica, basti guardare al giorno in cui il sequestro e' avvenuto: 28 giugno, data altamente simbolica per la nazione serba (battaglia contro i turchi, discorso del 1989 di Milosevic a Kosovo Polje, in cui invocava la convivenza e la parità tra tutte le etnie). Il sequestro ed il trasporto all'Aia su velivoli della RAF inglese avveniva in base a un decreto del solo premier Djindjic e del ministro degli interni, con un governo dimezzato dal ritiro dei ministri montenegrini, un decreto che violava, insieme alle costituzioni jugoslava e serba, la posizione del parlamento federale, l'orientamento dei partner di maggioranza e dello stesso presidente jugoslavo Kostunica, e la opinione contraria della Corte Costituzionale, formalizzata il 6 novembre 2001 ed il cui testo e' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della RF di Jugoslavia N.70/01 il 28 dicembre 2001. Il giorno dopo il trasferimento di Milosevic, i governanti jugoslavi (gia' giunti al potere con l'aiuto militare e finanziario della Nato) ottenevano il loro ulteriore premio: 1.360 milioni di dollari stanziati dalla Conferenza dei "donatori". Aiuti concessi a condizione della totale privatizzazione dell'economia nazionale e di posizioni di privilegio assicurate alle multinazionali. Ma questo e' un altro discorso... LE PRIME UDIENZE Milosevic ha da subito tenuto un atteggiamento fermo ed inequivocabile: si dichiara prigioniero politico, non riconosce legittimita' al Tribunale ad hoc, e rifiuta di essere assistito da avvocati, compresi quelli designati "d'ufficio" dal "Tribunale" stesso (gli "amici curiae"). Milosevic ha spiegato dettagliatamente queste sue posizioni, ed in generale la sua opinione su questa istituzione para-legale e para-giuridica, in un documento spedito ai "giudici" il 30 agosto 2001. Il 10 ottobre, poi, 20 componenti della Facolta' di Giurisprudenza di Belgrado hanno sottoscritto una lettera di protesta proprio sul ruolo degli "avvocati d'ufficio" di Milosevic. Milosevic ribadisce continuamente di volersi difendere da solo, e chiede la sua scarcerazione anche allo scopo di preparare la sua autodifesa in condizioni eque. Le prime udienze (tra luglio e gennaio) sono state dedicate a problemi procedurali, ma Milosevic non ha mancato di dire la sua ogni volta che gli fosse concesso di parlare, e fintantoche' il microfono non gli e' stato spento in malo modo. Il 29 ottobre, ad esempio, dopo la lettura della "imputazione sulla Croazia" ha detto: <<Questa imputazione è il secondo atto del crimine commesso contro il mio popolo, perchè dichiara colpevole la vittima al fine di proteggere i veri colpevoli per il crimine contro la Jugoslavia. E' assurdo accusare la Serbia ed i serbi per la secessione armata della Croazia, che ha causato una guerra civile, conflitti e sofferenze per la popolazione civile.>> Il giorno dopo, commentando "l'imputazione sul Kosovo", egli ha fatto notare che essa <<riguarda solamente fatti avvenuti dal 24 marzo alla fine della prima settimana di giugno [1999], laddove (...) tutto il pianeta sa che è proprio dal 24 marzo fino alla prima settimana di giugno compresa che la Nato ha commesso la sua criminale aggressione contro la Jugoslavia. L'imputazione e ciò che abbiamo udito implicano che la Nato non ha commesso una aggressione contro la Jugoslavia, ma piuttosto che la Jugoslavia ha commesso un'aggressione contro se stessa, e perciò le conseguenze di 78 giorni e 78 notti di bombardamenti sulla Jugoslavia, durante i quali sono state scaricate 22.000 tonnellate di bombe causando un altissimo numero di vittime - questi non sarebbero gli effetti della aggressione della Nato, ma piuttosto gli effetti dell'aggressione che la Jugoslavia ha commesso contro se stessa. Questa non è semplice faziosità. Faziosità è una parola troppo tenera. Quello che abbiamo ascoltato oltrepassa persino ciò che dovevamo ascoltare da parte del nemico, cioè dal portavoce della Nato. Quindi è ovviamente un caso di ciò che potreste definire faziosità totale. (...) Se la corte non vuole prendere in considerazione questi fatti, allora è ovvio che questa non è una corte ma solamente una parte del meccanismo atto ad eseguire crimini contro il mio paese e la mia gente. Se quest'ultimo è il caso (...) e dunque se la corte è parte dell'ingranaggio, allora per piacere, date lettura ai verdetti che vi è stato detto di formulare e smettetela di annoiarmi.>> Dopo la lettura del ``capo d'imputazione'' sulla Bosnia-Erzegovina, Milosevic dichiarava invece: <<Questo testo miserabile che abbiamo qui ascoltato e' l'apice dell'assurdita'. Devono darmi credito per la pace in Bosnia, e non per la guerra. La responsabilita' per la guerra in Bosnia e' delle potenze che hanno distrutto la Jugoslavia e dei loro satrapi in Jugoslavia, e non della Serbia, ne' del suo popolo, ne' della sua politica. Questo e' un tentativo...>> Qui il microfono veniva spento. Ed ancora, in dicembre: <<Per me e' assolutamente chiaro il motivo per cui questo falso pubblico ministero insiste sulla unificazione [dei tre "capi d'accusa"]. La causa di questo e' l'11 settembre. Loro vogliono mettere in secondo piano le accuse contro di me sul Kosovo perche' queste inevitabilmente aprono la questione della collaborazione della amministrazione Clinton con i terroristi nel Kosovo, compresa la organizzazione di Bin Laden. (...) Quello che si puo' trovare sotto la superficie di questi ``capi d'imputazione'' non sono altro che i detriti ed il fango di dieci anni di guerra mediatica, condotta con l'obiettivo di demonizzare sia la Serbia, sia il popolo serbo e la sua dirigenza, ed anche me personalmente, e addirittura la mia famiglia. Perche' la guerra mediatica ha preceduto quella reale, ed ha avuto come obiettivo quello di convincere l'opinione pubblica occidentale che siamo delinquenti, anche se non abbiamo mai dato argomenti per avvalorare questo. Voi oggi avete letto qui che il 6 Aprile 1992 l'Unione Europea riconobbe la Bosnia-Erzegovina. Questo e' stato fatto sotto l'influenza dell'allora Ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher, perche' il 6 Aprile era il giorno in cui nel 1941 Hitler attacco' la Jugoslavia bombardando Belgrado. C'era un desiderio di simboleggiare, in questo modo, il capovolgimento degli esiti della Seconda Guerra Mondiale. >> Il 30 gennaio 2002: <<In realta' c'era un piano evidente contro quello Stato di allora che era, direi, un modello per il futuro federalismo europeo. Quello Stato era la Jugoslavia, dove piu' nazionalita' erano comprese in un sistema federativo che realizzava la possibilita' di vivere con pari diritti, con successo, con la possibilita' di prosperare, svilupparsi e, direi, di essere d'esempio al mondo intero di come si puo' vivere insieme. Per tutto il tempo abbiamo lottato per la Jugoslavia, per conservare la Jugoslavia. In fondo, tutti i fatti comprovano soltanto quello che sto dicendo. E soltanto la Repubblica Federale di Jugoslavia tuttora esistente ha conservato la sua struttura dal punto di vista delle nazionalita'. (...) Con cio' che sta avvenendo li' [in Kosovo] si sta in pratica riabilitando la politica del periodo nazista, di Hitler e Mussolini. Questo grande parlare di "Grande Serbia", di questa presunta idea che non e' mai esistita, non serve altro che a mascherare la creazione di una "Grande Albania" - quella stessa che crearono Hitler e Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale. Guardate soltanto quello schema, e guardate che cosa si sta facendo adesso, quello che vogliono sottrarre alla Serbia, al Montenegro ed alla Macedonia - e un domani forse anche alla Grecia del Nord, quando le relazioni greco-turche saranno messe alla prova di nuovo per ordine del comune padrone, ed anche quella sara' per loro una questione da risolvere.>> IL "PROCESSO" In effetti, dopo alcune incertezze legate alla intenzione della "procuratrice" Del Ponte di unificare i tre procedimenti - sul Kosovo, sulla Croazia e sulla Bosnia, i cui "capi d'imputazione" sono stati da lei stessa preparati - il processo e' stato effettivamente unificato ed e' iniziato lo scorso 12 febbraio. Da allora, nei limiti del tempo accordatogli, a Milosevic il microfono non viene piu' spento, e chi e' presente in aula, o chi possiede le trascrizioni integrali delle udienze - che noi cercheremo di tradurre integralmente in italiano, visto che i reportage dei nostri media sono, come sempre, distorti e carenti - assiste ad uno spettacolo veramente eccezionale, direi surreale. Milosevic sta agevolmente rovesciando tutte le accuse, mette in contraddizione i "testimoni", tanto che qualcuno di questi deve rinunciare, qualcuno si sente male... Milosevic mette la NATO sul banco degli imputati come responsabile non solo dei bombardamenti, ma proprio del tragico squartamento della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia, ripercorrendo gli atti diplomatici, politici, e militari a vari livelli compiuti dai paesi dell'Alleanza. I fatti citati da Milosevic sono fatti storici, ormai, benche' sostanzialmente ignorati o trascurati dai commentatori occidentali e filo-occidentali in tutti questi anni. Sono fatti incontrovertibili, e bisogna ringraziare Milosevic anche per la maniera dignitosa ed ineccepibile con cui, mentre ripercorre pagine e pagine di storia balcanica e mondiale, ne scrive una nuova. LE INIZIATIVE Nonostante il pesante clima di diffamazione e demonizzazione, ai danni di Milosevic e della Jugoslavia, istauratosi in tutto questo ultimo decennio anche all'interno della "sinistra" in Italia come all'estero, numerose personalita' hanno aderito al Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic, sorto dopo il suo arresto in Jugoslavia. Tra queste personalita' ricordiamo Harold Pinter, Peter Handke, Alexandar Zinoviev, Mikis Theodorakis, Ramsey Clark, ed una schiera di noti giuristi, avvocati ed esperti di diritto internazionale. Dal punto di vista politico il malumore aumenta: in Serbia, dove il processo e' seguito con entusiasmo da molti, e mette in grave imbarazzo politico il regime di Djindjic; e negli altri paesi, basti pensare alla Duma russa che chiede ormai esplicitamente che questa farsa finisca prima possibile. Nel mondo sono stati diffusi svariati appelli per la liberazione di Milosevic e/o per la abolizione dello stesso Tribunale ad hoc, in Italia ad esempio dal comitato Scienziate/i contro la guerra e dal Tribunale Ramsey Clark. Nel testo di quest'ultimo appello leggiamo: <<L'operazione-Milosevic non può non essere qualificata, indipendentemente dai vari giudizi che vengono espressi sull'operato politico dell'ex-presidente - e che sono in grande misura condizionati dalla più massiccia strategia di disinformazione e diffamazione mai attuata - come il proseguio dell'aggressione alla Jugoslavia e, oggi, al popolo serbo, alla sua sovranità ed indipendenza. L'incriminazione e la condanna di Milosevic intendono criminalizzare ulteriormente una nazione che lo aveva democraticamente eletto in tre occasioni. Si vorrebbero giustificare gli smembramenti territoriali, l'aggressione, le uccisioni, le distruzioni, l'uso di armi genocide come l'uranio-plutonio e l'inquinamento chimico pianificato. Si intende sottoporre il paese al controllo coloniale dell'imperialismo USA e Nato, appropriarsi delle sue risorse e, soprattutto, negargli il diritto al risarcimento degli immensi danni subiti e avviarlo, con l'intervento delle multinazionali USA ed europee, a un depauperamento materiale e culturale sul modello di quanto inflitto ad altri paesi dell'Europa orientale. E' il destino riservato a coloro che si oppongono a Nato, imperialismo USA, neoliberismo.>> Nell'appello si invitano inoltre tutti i cittadini a indirizzare cartoline e fax di protesta a: Mrs. Carla del Ponte, Prosecutor, International Criminal Tribunal for Yugoslavia (ICTY), DEN HAAG, Paesi Bassi, con la richiesta di liberare Milosevic e di abolire il tribunale. Messaggi di solidarieta' a Milosevic possono invece essere inviati all'indirizzo: Slobodan Milosevic Huis van Bewaring Pompstationsweg 46a 2597GX Den Haag The Netherlands (*) PROVERBIO JUGOSLAVO. IL CADI' ERA L'UFFICIALE DELL'IMPERO OTTOMANO Siti internet: Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic > http://www.icdsm.org Tribunale "ad hoc" dell'Aia > http://www.un.org/icty/ Bollettino JUGOINFO del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia > http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages -------------------------------------------------------- FOR FAIR USE ONLY --> La lista JUGOINFO e' curata da componenti del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ). I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le posizioni ufficiali o condivise da tutto il CNJ, ma vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di segnalazione e commento. --> Bilten JUGOINFO uredjuju clanovi Italijanske Koordinacije za Jugoslaviju (CNJ). 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