VOTAVELTRONI!




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<<Milioni di uomini, nell'Europa dell'Est dominata dal comunismo, hanno
perduto la libertà individuale e collettiva che avevano riconquistato,
tra immensi sacrifici, liberandosi dall'oppressione nazista. Ecco
perché non ci sono, non possono esservi, frasette ambigue, doroteismi
verbali, ambiguità di comodo tra noi. Per questo ribadiamo che nel
Novecento, nella sua concreta realizzazione storica, il comunismo è
stato incompatibile con la libertà>>

<<Del liberalismo democratico abbiamo fatto nostra, in modo
irreversibile, la cultura dei diritti umani, il valore universale della
democrazia, la centralità del tema della libertà, la considerazione
dell'individuo, il valore dell'inclusione, l'accettazione senza riserve
dell'economia di mercato, la valutazione positiva della competizione>>

<<Dall'aprile del '96, le imprese italiane hanno risparmiato oltre 50
mila miliardi di lire per minori oneri di indebitamento. E i profitti
delle più grandi società sono aumentati di oltre 30 mila
miliardi.Contrariamente a quanto sostiene la propaganda della destra,
il centrosinistra ha realizzato una politica di progressiva riduzione
del carico fiscale sulle imprese: in base ai dati Mediobanca,
l'aliquota fiscale media effettiva sul reddito d'impresa è scesa,
nell'ultimo triennio, di ben 14 punti. Il risanamento finanziario ha
così creato tutte le condizioni favorevoli per spostare risorse dalla
rendita agli investimenti, non solo nel bilancio pubblico - dove la
spesa per interessi è scesa di ben 50 mila miliardi all'anno - ma anche
in quelli di tutte le aziende italiane>>

<<Per noi la flessibilità è un’ opportunità con cui fare i conti, per
farne aumento di occupazione e non di sfruttamento. L'incremento dei
posti di lavoro è un primo risultato significativo. E continuo a
pensare che per un giovane, per la sua condizione di vita materiale, un
lavoro flessibile sia comunque un'opportunità preferibile alla
disoccupazione. Ma so che questo non basta. Perché la flessibilità non
deve essere solo del lavoro, ma anche delle organizzazioni, delle
imprese, dei tempi. E su queste dimensioni della flessibilità il
sistema Italia è ancora indietro>>

<<La sinistra italiana che sosteneva il principio della non ingerenza e
della sovranità nazionale sta facendo un grande salto di maturità.… non
siamo l’Italietta, non siamo il paese che ha paura delle decisioni che
prende. Noi siamo in un’alleanza internazionale, la rispettiamo
pienamente e non faremo nulla, assolutamente nulla che possa rompere
questa solidarietà e questa alleanza. … Il dramma è questo: se anche i
bombardamenti cessassero, non cesserebbe la guerra, il massacro, la
pulizia etnica.. E questo paradosso mette fuori causa il pacifismo
tradizionale. Non è che se non ci sono le bombe italiane il problema
si risolve. Ci saranno le bombe tedesche, o francesi, o britanniche, e
la cosa non cambia molto sul piano generale e dei principi>>

<<Vogliamo sia data coerenza e universalità all’emergente diritto-
dovere di ingerenza umanitaria; vogliamo che ordine internazionale e
democrazia non siano più piani separati e a volte distanti; vogliamo
sia data certezza e uniformità al principio per cui nessun governo ha
il diritto di nascondersi dietro la sovranità nazionale>>

<<Dinanzi alla catastrofe umanitaria che da mesi si andava consumando
in Kosovo il 26 marzo scorso abbiamo espresso in quest'aula il nostro
sofferto ma convinto consenso ad un'iniziativa internazionale di
pressione militare sulla Serbia volta a restituire alle popolazioni
kosovare il diritto alla vita, alla sicurezza, all'autonomia. Il
precipitare della situazione umanitaria nei Balcani con
l'intensificarsi delle feroci e brutali operazioni di pulizia etnica ci
ha posto quasi due mesi fa nella drammatica condizione di dover
accettare il ricorso alla forza come elemento necessario di un'azione
efficace di difesa dei più deboli. Si è trattato di una decisione
dolorosa e sofferta che, tuttavia, abbiamo assunto con serena coscienza
e che abbiamo difeso, con fermezza e pacatezza. L'ingerenza umanitaria
era e resta per noi l'unica ragione e l'unica finalità che possa
giustificare un limitato e controllato uso della forza da parte delle
nazioni alleate nel delicato e complesso scacchiere balcanico>>.



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