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(Fwd) fandonie sul Kosovo
- Subject: (Fwd) fandonie sul Kosovo
- From: "Davide Bertok" <bert.hawk at tiscalinet.it>
- Date: Sat, 20 May 2000 14:43:55 +0200
- Priority: normal
From: "Walter Zoccarato" <walter.zoccarato at siplus.it> To: "articolo11" <articolo11 at listbot.com> Subject: I: fandonie sul Kosovo Date sent: Thu, 18 May 2000 14:36:03 +0200 Organization: SIplus articolo11 Vi inoltro questo articolo che ritengo di interesse comune. Walter -----Messaggio Originale----- Da: Lorenzo invio: giovedì 18 maggio 2000 4.54 Oggetto: fandonie sul Kosovo Sull'ultimo numero della seriosa rivista scientifica "Le Scienze", è apparso questo articolo sulla recente guerra della Nato. Non contiene rivelazioni per noi sconvolgenti, bensì conferme neutrali degli odiosi bombardamenti "sulla verità" effettuati dai massmedia occidentali: italiani in prima linea. Con le sue terribili corrispondenze dal fronte, il compagno Grimaldi sembrava allora un estremista (criticato anche da molti compagni). Invece, sempre di più si rivela essere stato fedele cronista, pur se appassionato. Arileggervi! Lorenzo Mazzucato 16.05.2000 Bombe intelligenti? Le verità scomode di una guerra vissuta sulla propaganda mediatica La prima a cadere in guerra è la verità, detto sacrosanto che non è mai stato smentito dai tempi delle guerre sumeriche a oggi. Anche nel caso della guerra del Kosovo sembra che di bugie se ne siano dette tante, una delle più clamorose è stata smentita proprio in questi giorni. Davvero la guerra in Kosovo è stata la prima guerra ipertecnologica, fatta di soli efficacissimi bombardamenti «chirugici» a colpi di bombe a guida laser, così precise da provocare un numero relativamente scarso di vittime collaterali? A sentire le cifre ufficiali si direbbe di si, dopo 78 giorni di pesanti bombardamenti il comando Nato affermò di aver distrutto circa la metà dei mezzi corazzati e di artiglieria delle forze serbe in Kosovo, cioè circa 120 carri armati, 220 mezzi per il trasporto truppe e ben 450 cannoni. Ma già al momento del ritiro dei serbi dalla provincia, la lunga sfilata di truppe e mezzi in buone condizioni aveva fatto sospettare che le cifre fornite dai militari occidentali non fossero state molto accurate. Dopo la guerra le forze armate Usa hanno inviato una missione sul posto per confermare la distruzione dei mezzi serbi. Dopo settimane di investigazioni il gruppo è ritornato a Washington con cifre così deprimenti e imbarazzanti che il suo rapporto non è mai stato divulgato. Ora la rivista «Newsweek» ne è entrata in possesso e l'ha pubblicato: ebbene dei 744 obiettivi militari mobili distrutti proclamati dalle forze aeree Nato, la commissione ha trovato le prove di solo 58 centri, tra cui 14 carri armati, 18 mezzi trasporto truppe e 20 cannoni. E il resto? Il resto, ha scoperto la commissione erano camion, trattori, automobili ed autobus civili e, sopratutto, un'infinità di finti tank, batterie antiaeree, autoblindo e cannoni costruiti con tronchi d'albero, vecchie ruote e compensato dalle truppe serbe. I piloti degli aerei occidentali, che volavano a 5000 metri di altezza e ad alta velocità per evitare il rischio di essere abbattuti, avevano una scarsissima possibilità di riconoscere correttamente e colpire mezzi mobili, per cui sembra che tirassero a casaccio su tutto quello che si muoveva sul terreno o sui finti bersagli preparati dai serbi. Più efficace è stato il bombardamento di strutture fisse, ma anche qui i serbi ne hanno costruite moltissime false, come un finto ponte stradale fatto di teli di plastica che è stato più volte distrutto dagli aerei Nato. Miliardi di dollari sprecati in bombe da 60 milioni l'una, per distruggere false strutture del valore di poche lire o, peggio ancora, fare vittime innocenti fra i passeggeri di mezzi civili. Ma se è così perché allora i serbi hanno abbandonato il Kosovo? A questo punto l'opinione più diffusa è che non sia stata la distruzione delle loro forze armate in Kosovo, ma quello delle installazioni civili in Serbia, a obbligare Milosevic al ritiro prima che il crescente malcontento fra la popolazione provocato dalla mancanza di elettricità, acqua e trasporti, mettesse in pericolo la sua sopravvivenza politica. Alessandro Saragosa ------- End of forwarded message -------
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