20/05 Perugia: assemblea nazionale Comitati contro la Guerra



Coordinamento romagnolo contro la guerra e la NATO
Comitato contro la guerra e la NATO - Ravenna


IMPORTANTE
Nel precedente appello, che era stato inviato ad alcuni forse un po'
precipitosamente, era stato indicato come luogo dell'assemblea del 20
maggio la città di Firenze. In realtà, a causa di  problemi organizzativi
insorti di recente, abbiamo deciso, in accordo con all'Assijug, il Comitato
di Ravenna ed il Tribunale Clark, di organizzare l'assemblea a Perugia.
Ci scusiamo fin d'ora con tutti gli amici per questo piccolo contrattempo.
Cercheremo di farci perdonare organizzando al meglio l'accoglienza e la
permanenza dei partecipanti all'assemblea che dunque si terrà a:

PERUGIA IL 20 MAGGIO 2000
c/o la "Sala della Biblioteca" di Palazzo della Penna
Via Podiani, 2 Perugia
orario di inizio 10,30


Attendiamo una vostra risposta in tempi rapidi. Quest'ultima potrà essere
indirizzata indifferentemente
all'Assijug di Perugia (assijug at tiscalinet.it)
al Comitato contro la guerra e contro la NATO di Ravenna (red-ghost at libero.it)
al Tribunale Clark (s.deangelis at agora.stm)
o al Coordinamento romagnolo contro la guerra e la NATO
(carolina at interoffice.it)

Pensiamo di fare cosa utile fornendovi già ora alcuni recapiti telefonici a
cui rivolgervi per un rapidissimo contatto con l'Assijug di Perugia:

0349-5567064 (Chiara) 0349-8642732 (Marcello) 075-5058124 (Maria Grazia)
Ciao, a presto.

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APPELLO PER UN INCONTRO NAZIONALE

Pur fra mille difficoltà, da più di un anno dalla nascita del Coordinamento
Romagnolo contro la Guerra e la Nato, nonostante l'evidente calo di
tensione, abbiamo prodotto e continuiamo a produrre sul territorio decine
di iniziative di informazione, di solidarietà e di lotta contro la guerra e
la Nato, sulle cause della disgregazione della Federazione Jugoslavia e a
sostegno della resistenza del popolo jugoslavo alla aggressione
imperialista. Fortunatamente ci siamo resi conto che anche altre realtà
continuano con determinazione a muoversi sulla guerra nei Balcani e sulla
solidarietà al popolo jugoslavo (non ci riferiamo evidentemente alle
patetiche iniziative di alcune correnti della "sinistra" sindacale della
CGIL noto sindacato pacifista sostenitore delle bombe umanitarie
considerate "contingenti necessità"), che oggi solidarizzano "con i
lavoratori jugoslavi". Partendo dal presupposto che tutta la vicenda
Jugoslavia-Serbia è assai più complessa del modo schematico e superficiale
con cui spesso la sinistra antagonista e rivoluzionaria l'ha trattata
sarebbe interessante aprire un dibattito al fine di tracciare un percorso
di lavoro negli anni a venire considerando che la guerra nei Balcani sta
continuando e continuerà ancora... Da parte nostra, non condividiamo quelle
posizioni di equidistanza (NATO-JUGOSLAVIA), anche se partono con coerenza
e sincerità da una critica radicale tout-court contro ogni forma stato,
che, di fatto, impediscono una comprensione reale dei conflitti di classe
non solo nella ex Jugoslavia ma in tutto l'Est Europa. Il riferimento ad un
generico "internazionalismo proletario", contro ogni forma di nazionalismo
se da un lato conserva tutto il suo fascino e romanticismo rivoluzionario
non coglie la natura e lo stato dei rapporti sociali e del grado di
sviluppo dei processi storicamente determinati nelle varie aree di
conflitto nel Mondo. Prevale una visione eurocentrica dell'antimperialismo,
di come vorremmo fossero i movimenti di liberazione ma che spesso non
sono...(neanche in Chiapas, Colombia, Kudistan, ecc.). Nel caso della
Jugoslavia vi è da ricordare che la parte maggioritaria del popolo è
schierata contro la politica NATO nei Balcani e non tutta, invece, è
schierata con Milosevic o con la destra nazionalista, o nutre sentimenti
sciovinisti, o ha perso la memoria storica sulla occupazione nazista (altra
colpa imperdonabile). Il problema non è la caduta di Milosevic che è ciò
che vuole la Nato o la sua equiparazione alla Nato, ma fermare: l'avanzata
della Nato nei Balcani, i processi di penetrazione del capitale e la
distruzione definitiva di quello che rimane della federazione jugoslava che
è ancora, nonostante tutto, un paese multietnico; mascherare il grottesco
umanitarismo sempre "politicamente corretto" della sinistra imperialista
europea; costruire le relazioni con quelle organizzazioni o realtà della
società civile jugoslava (sociali, politiche, sindacali), che sono
interessate a ricostruire un percorso di classe nei Balcani.

DISCUTERE NON GUASTA.

Sarebbe interessante aprire un dibattito su queste tematiche mettendo a
confronto realtà e situazioni diverse di compagni /e. Pensiamo anche a
forme di operatività e coordinamento nell'immediato partendo dalle poche
forze che ci sono per abbattere il muro di silenzio sulla continuazione
della guerra da parte della Nato, sugli effetti disastrosi della
contaminazione ambientale, ecc.... A tale proposito vorremmo lanciare
alcune proposte a tutti quei compagni\e che in forma associata, singola,
organizzata stanno lavorando su questi temi o sono intenzionati a farlo:
aggressione alla Jugoslavia, basi Nato, solidarietà con il popolo jugoslavo
(Embargo, profughi, ecc....); l'organizzazione di un incontro nazionale per
conoscerci e scambiarci esperienze, informazioni, proposte; una campagna
nazionale contro l'embargo alla Jugoslavia ed un maggiore coordinamento per
eventuali futuri progetti di solidarietà, scambi culturali, invio di aiuti,
culminante con l'organizzazione di una carovana nazionale di aiuti al fine
di rompere il muro di silenzio attorno all'embargo criminale. A tale
proposito proporremmo la stesura di un manifesto nazionale, la preparazione
di assemblee territoriali e la giornata di mobilitazione in varie città con
presidi nelle piazze, di fronte alle prefetture o alle sedi DS; lanciare
una campagna nazionale in forma di petizione popolare (come momento
aggregatorio di controinformazione) per il ritiro delle truppe italiane dal
Kosovo, per rilanciare la battaglia contro la Nato e l'ideologia
militarista che va prendendo piede fra i giovani. Contiamo sull'interesse
(anche critico) di molti compagn \e per quello che proponiamo.

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Tenendo conto delle differenze che si sono espresse durante le
corrispondenze preliminari
questo è l'ordine del giorno che sottoponiamo al dibattito:

- censimento di tutte le Associazioni di amicizia e solidarietà con la
Jugoslavia, Comitati ed altri soggetti che concretamente operano nei
rispettivi territori

- verifica della possibilità di unificare le suddette realtà sotto una
comune sigla che potrebbe essere quella di Associazione Italia-Jugoslavia.
Le varie realtà locali, oggi esistenti, potrebbero così divenire sezioni
territoriali, regionali o provinciali a seconda della loro consistenza.

- creazione di un Coordinamento nazionale dell'Associazione, all'interno
del quale possano convivere le varie realtà impegnate nella difesa della
Jugoslavia. Necessariamente questo organismo nazionale sarebbe formato dai
rappresentanti delle varie Associazioni e Comitati oggi esistenti. Se
riusciamo a concretizzare questa proposta di strutturazione potremmo allora
pensare alla creazione di una struttura tecnica di supporto: e mail, fax,
telefoni, sede nazionale ecc.
Così strutturati saremmo in grado di lanciare con più efficacia
delle campagne nazionali che, come propongono gli amici di Ravenna,
potrebbero essere:

- una vasta mobilitazione nazionale contro l'embargo che potremmo
concludere con una azione efficace ed eloquente capace di "bucare" il muro
di omertà e di silenzio dei  media.

- indire campagna nazionale contro la NATO, contro le basi militari, contro
l'aggressione alla Jugoslavia e contro gli embarghi per un pacifismo
coerente e non di facciata, una giornata nazionale di lotta contro la NATO.

- continuare la nostra opera, coordinandola a livello nazionale, di
raccolta di aiuti e sottoscrizioni per il popolo jugoslavo, in particolare
per le fasce più deboli e più colpite di esso mediante, ad esempio:
adozioni a distanza, invio di medicinali ed altro, aiuti economici,
gemellaggi.

Per quel che ci riguarda siamo comunque disponibili ad esaminare e
dibattere anche altre proposte oltre a quelle esposte nell'appello per un
incontro nazionale.

Un saluto a tutti.