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Arkan, criminale multietnico
- Subject: Arkan, criminale multietnico
- From: Davide Bertok <bert.hawk at infinito.it>
- Date: Tue, 25 Jan 2000 20:55:08 +0100
- Priority: normal
Ve lo posto così come l'ho trovato su it.politica.rifondazione. Sulla veridicità di questo messaggio mi sorge solo un dubbio:il 29 novembre 1990 la repubblica di Krajna non esisteva, come non esisteva la Croazia come stato indipendente, ma solo la Jugoslavia. L'errore sta nella data o nella notizia?? Davide ---------------------------------------------------------------------------- ---- BALCANI DA ZAGABRIA NUOVI DETTAGLI SULLA SUA STORIA Arkan, criminale multietnico Catturato nel '91 in Croazia, fu liberato per volere di Tudjman - GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA M entre in varie capitali si attende con interesse che Belgrado faccia luce sull'assassinio dell'ex comandante delle Tigri serbe, tristemente famose in Croazia e Bosnia, e leader del Partito dell'unità serba, Zeljko Raznjatovic-Arkan, a Zagabria vengono alla luce particolari finora sconosciuti sulla presenza di quell'uomo in Croazia prima e durante la guerra civile. Il regime di Tudjman, per ragioni di opportunità politica, aveva tenuto sotto la cenere le informazioni che ora cominciano a circolare. Il 29 novembre 1990, nel 45mo compleanno della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, due pattuglie della polizia croata fermarono una Mitsubishi targata Belgrado mentre transitava per Sisak, città croata abitata all'epoca per più di un terzo da serbi. Sull'auto si trovavano quattro individui che tornavano da Knin, dove si era tenuta una riunione del "Consiglio di guerra" dell'allora "Repubblica serba di Krajina". In quel periodo le forze di polizia croate tenevano sotto stretto controllo ogni movimento per e dalla regione ribelle e soprattutto i veicoli targati Serbia. I quattro viaggiatori sull'auto fermata dalla polizia erano armati fino ai denti, ma nessuno sparò. Uno di essi, dotato di mitra, fu il primo a consegnare l'arma. Si chiamava Zeljko Raznjatovic, alias Comandante Arkan. L'uomo che il 15 gennaio 2000, mentre in Croazia ricorreva il IX anniversario del riconoscimento internazionale della sua secessione dalla Jugoslavia, è stato falciato da una raffica di mitra nell'atrio dell'albergo "Intercontinental" di Belgrado. Le tre pallottole che lo hanno ucciso sono partite da un mitra della stessa marca di quello che Arkan imbracciava dieci anni fa a Sisak. Arkan era nato a Brezice, in Slovenia, nei pressi del confine con la Croazia. In Croazia trascorse la sua prima gioventù, frequentò la scuola media per albergatori e divenne capo di gruppi di giovinastri divenuti padroni della centralissima via Ilica nel cuore di Zagabria. All'inizio della guerra dichiarò che avrebbe "aperto un fronte anche nella via Ilica, se necessario", reclutando i suoi "numerosi uomini" lasciati laggiù. Stando ad alcune fonti internazionali, le Tigri sarebbero responsabili, fra l'altro, del massacro di 250 malati e feriti presi nell'ospedale di Vukovar nel novembre 1991. Si attribuiscono alle Tigri anche massacri di civili avvenuti a Bjelina e a Zvornik in Bosnia. Il mandato di cattura spiccato contro Zeljko Raznjatovic dal Tribunale dell'Aja non era il primo, perché Arkan era già ricercato dall'Interpol per aver rapinato numerose banche prima della guerra in Jugoslavia in diversi paesi occidentali. Nel '91, in seguito alla cattura avvenuta a Sisak, della sorte di Arkan poteva decidere la magistratura croata. E decise assecondando certi calcoli politici del "Supremo", rimettendolo in libertà dopo una frettolosa sentenza di assoluzione emanata prima ancora che la pubblica accusa potesse inoltrare ricorso. Arkan mise allora piede a Belgrado dove organizzò e guidò i "Delija", bande giovanili che sarebbero diventate reparti delle Tigri con libertà di compiere qualsiasi crimine. Al tempo stesso, già nel 1992, legandosi a gruppi mafiosi, Arkan divenne uno degli uomini più temuti e più ricchi della Serbia. Non si esclude, in ambienti croati, che l'ordine di farlo fuori sia venuto dai boss della criminalità organizzata suoi concorrenti. ----------------------------------------------------------------------------
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