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Notizie Est #300 (1) - Kosovo
- Subject: Notizie Est #300 (1) - Kosovo
- From: "Est" <est at ecn.org>
- Date: Mon, 17 Jan 2000 11:56:55 +0100
- Posted-date: Mon, 17 Jan 2000 12:07:14 +0100
- Priority: normal
http://www.ecn.org/est/balcani ================================= NOTIZIE EST #300 (1) - KOSOVO 17 gennaio 2000 ================================= COSA BOLLE NEL CALDERONE DEL KOSOVO (1) (rassegna di notizie in breve, da fonti varie) E' cominciata a Pristina la spartizione delle poltrone dei dipartimenti del Consiglio di amministrazione temporaneo del Kosovo, la direzione del quale sara' formata da 4 rappresentanti ONU, 3 rappresentanti albanesi (Thaqi, Rugova, Qosja) e 1 rappresentante serbo (posto ancora vacante), mentre Kouchner avra' potere di veto. Nella spartizione dei posti, al Partito per il Progresso Democratico (PPDK) di Thaqi sono stati assegnati il dipartimento del commercio e dell'industria e quello del governo locale. Alla Lega Democratica del Kosovo (LDK) di Rugova sono andati il dipartimento delle finanze e quello della giustizia, mentre al Movimento Democratico Unito (LBD) di Qosja sono stati assegnati l'educazione e la ricostruzione. Il dipartimento per la democratizzazione e la societa' civile verra' assegnato a un intellettuale indipendente, ha annunciato l'UNMIK senza fornire ulteriori dettagli. Le rimanenti 12 poltrone, su 19 complessive, devono essere ancora assegnate: tre vengono in linea di principio riservate alla minoranza serba e una a quella musulmana. Ognuno dei dipartimenti sara' un corpo amministrativo che mettera' in atto le decisioni adottate dalla direzione del Consiglio. I responsabili di ogni dipartimento saranno affiancati da un rappresentante dell'UNMIK con pari poteri esecutivi. Il Consiglio amministrativo temporaneo del Kosovo dovrebbe cominciare le proprie attivita' il 31 gennaio. Lo stesso giorno si riunira' il Parlamento "parallelo" del Kosovo, eletto nel 1998 e che, secondo fonti albanesi, votera' il proprio scioglimento. Entro tale data dovranno sciogliersi anche il governo temporaneo di Thaqi e il comunque pressoche' inesistente governo Bukoshi. Nel corso di una visita a Tirana, Thaqi ha commentato questi sviluppi affermando: "Ora il mio governo fa parte dell'ONU" ("Albanian Daily News", 13 e 15 gennaio 2000; "Danas", 10 e 13 gennaio 2000) Il Corpo di Protezione del Kosovo (CPK), la cui creazione e' stata decisa nel settembre scorso, comincera' a essere operativo dal 1 febbraio, ha dichiarato il suo vicecomandante Ramush Haradinaj. Egli ha dichiarato che complessivamente sono state presentate 14.000 domande di accettazione nel Corpo. L'accordo sullo scioglimento dell'UCK prevede che il CPK potra' avere solo 5.000 uomini, di cui 3.000 effettivi e 2.000 di riserva, mentre non piu' di 200 suoi membri potranno portare contemporaneamente pistole (non sono consentite altre armi). Il loro compito sara' quello di provvedere a interventi di protezione civile o analoghi. Il Comandante in Capo del CPK e' il tenente colonnello britannico Groves, mentre il comandante operativo e' Agim Ceku, albanese, ex generale di brigata dell'esercito croato. La decisione di creare il CPK aveva portato a settembre all'uscita in segno di protesta della delegazione serba dal Consiglio temporaneo del Kosovo guidato da Kouchner. Negli ultimi mesi sono stati arrestati alcuni membri del CPK che tenevano armi presso le loro abitazioni o che avevano esibito di fronte a cittadini tesserini del ministero degli interni del governo temporaneo di Thaqi. La settimana scorsa la KFOR ha effettuato perquisizioni in numerosi edifici che ospitano membri del CPK. Haradinaj ha dichiarato che tali perquisizioni "non costituiscono una campagna della KFOR contro il CPK", ma che semplicemente "esiste confusione in merito allo status non solo di alcuni edifici, ma anche dei candidati al CPK". Egli ha inoltre detto che e' "comprensibile che alcuni di coloro che si sono candidati a essere ammessi nel CPK" non abbiano capito la sua missione e abbiano deciso di non restare con le mani in mano di fronte a quello che accade in Kosovo, visto che "i fattori presenti non hanno la capacita' di risolvere molte delicate questioni relative alla sicurezza in Kosovo". Il vicecomandante ha detto che la collaborazione con la KFOR e' comunque molto buona e corretta. Haradinaj e' stato nominato vicecomandante del CPK intorno a Natale. In precedenza era stato comandante dell'UCK per la zona di Djakovica, si era opposto alla firma degli accordi di Rambouillet e, successivamente, anche allo scioglimento dell'UCK, ma aveva apertamente appoggiato il governo Thaci durante i bombardamenti. In passato e' stato per breve tempo ufficiale della JNA (l'esercito popolare jugoslavo), poi ha soggiornato in Svizzera e in Francia ed e' tornato in Kosovo nei primi anni '90. Le autorita' di Belgrado lo avevano accusato della strage di Pec del dicembre 1998, senza tuttavia fornire alcun indizio. E' attualmente uno degli uomini piu' popolari in Kosovo e un lancio dell'agenzia UPI riferiva a dicembre che a quanto pare egli intenderebbe dare vita a una nuova formazione politica di centro "che potrebbe includere leader albanesi del Kosovo come Veton Surroi e altri esponenti di partiti politici minori". Sempre secondo la UPI, Haradinaj sarebbe ora critico dell'operato del governo temporaneo di Thaqi e si sarebbe scontrato con quest'ultimo riguardo alla decisione dell'ONU di assumere 600 ex poliziotti albanesi del Kosovo che avevano lavorato nella polizia locale fino al 1991 (si veda piu' sotto). Thaqi e' contrario a questa decisione, poiche' secondo lui i poliziotti che hanno lavorato in quel periodo erano collaborazionisti del governo jugoslavo e molti di essi hanno poi aderito alle FARK di Bukoshi e Rugova, Haradinaj sarebbe invece favorevole alla decisione dell'ONU ("Danas", 13 e 14 gennaio 2000; UPI, 23 dicembre 1999). Il quotidiano bulgaro "Monitor" ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo nel quale si sostiene che il recente accordo tra le opposizioni di Belgrado e' il primo esito dell'incontro tra serbi del Kosovo e di Belgrado, da una parte, e funzionari USA, dall'altra, svoltosi a Sofia nel dicembre scorso (di tale incontro aveva riferito nei dettagli lo stesso "Monitor", oltre ad alcune altre fonti, in un articolo tradotto in "Notizie Est" #293, 22 dicembre 1999). Dopo avere notato che, nonostante le smentite iniziali dell'ambasciata USA a Sofia, la presenza a tale incontro dell'alto funzionario John Menzes (tra gli architetti degli accordi di Dayton) e' stata ora ufficialmente confermata, il quotidiano avanza un'altra ipotesi. Sotto il titolo "Menzes e Server cercano un'alternativa a Thaqi?" (Server e' un esponente del Peace Institute, organizzazione creata dal Congresso USA, e ha anch'egli partecipato agli incontri di Sofia) il quotidiano bulgaro scrive: "A Sofia John Menzes e Daniel Server hanno parlato anche con leader politici degli albanesi del Kosovo. I due americani hanno 'tastato il terreno' per vedere se e' possibile individuare leader che rappresentino un'alternativa al capo dell'UCK Hashim Thaqi, hanno riferito ieri a 'Monitor' fonti dei servizi segreti bulgari. Secondo le nostre fonti, Menzes e Server si sono recati nella capitale bulgara una settimana prima che arrivasse la delegazione serba guidata da Artemije e Trajkovic. Gli inviati USA hanno parlato con gli albanesi del Kosovo che il 6 e 7 dicembre sono stati in Bulgaria su invito del Movimento per i Diritti e le liberta' [il partito della minoranza turca, guidato da Ahmed Dogan - N.d.T.]. In quell'occasione si sono recati in visita da Dogan il vicecapo del Partito Liberale degli albanesi del Kosovo, Hashim Rexheb, il suo compagno di partito Skender Gashi, il vicepresidente del Partito Socialdemocratico dei kosovari, Agim Smaki, i vicepresidente del Partito Cristiano-Democratico del Kosovo, Kurtesh Devaja. Segretario della delegazione e' stato il kosovaro residente in Bulgaria, Raxhit Djinipotoki. Gli USA non a caso cercano un'alternativa a Thaci. Per imporre la propria influenza dove vogliono, applicano il principio del 'dividi et impera'. Per lo stesso motivo Menzes e Server hanno non solo cercato nuovi volti tra i kosovari in visita in Bulgaria, ma probabilmente hanno pianificato una nuova organizzazione, alternativa all'UCK, hanno spiegato a 'Monitor' esperti dei servizi segreti bulgari" ("Monitor", 12 gennaio 2000). Si tratta di affermazioni da prendere naturalmente con la massima cautela, visti i ripetuti riferimenti ad anonime "fonti dei servizi segreti", e che tuttavia riportiamo visto che il primo articolo sull'argomento pubblicato da "Monitor" si e' rivelato fondato e che ci sembra comunque interessante rilevare le voci che circolano a Sofia, citta' diventata ormai, da quando Richard Miles vi e' diventato ambasciatore USA, il centro della politica estera statunitense nei confronti della Jugoslavia. La polizia dell'ONU ha arrestato il 3 gennaio il fratello di Hashim Thaqi, Gani Thaqi, dopo avere effettuato una perquisizione nella casa di quest'ultimo e, a quanto pare, avervi trovato circa 500.000 dollari in contanti. "Non e' vietato tenere denaro in contanti nella propria abitazione", ha detto il portavoce della polizia ONU, Mickael Pehl, "ma non e' normale averne cosi' tanto in valute diverse". Secondo Pehl la perquisizione e' stata originata dal fatto che durante le festivita' di capodanno, dalla casa di Gani Thaqi sono stati visti partire alcuni colpi d'arma da fuoco alla mezzanotte. Gani Thaqi e' stato liberato dopo due giorni. Il 4 gennaio e' stata fermata per alcune ore, sempre a Pristina e sempre dalla polizia ONU, una delle guardie del corpo di Thaqi, trovata in possesso di un'arma, per la quale tuttavia e' risultata avere il regolare permesso. La stessa sera, uomini della polizia dell'ONU hanno cercato di entrare nella casa di Hashim Thaqi, mentre quest'ultimo afferma che vi e' stata anche una perquisizione nella sede del suo partito, fatto non confermato da altre fonti. L'8 gennaio, Bernard Kouchner e Klaus Reinhardt hanno espresso le proprie scuse a Thaqi e hanno affermato che nessuna inchiesta su di lui e' in corso, ma hanno implicitamente confermato gli eventi riferendo le proprie scuse alle "incomprensioni provocate dai noti eventi in cui sono stati coinvolti l'ONU e la KFOR" e, dopo avere affermato che essi non sono correlati tra di loro, hanno annunciato un'indagine interna. Secondo Thaqi, i raid sono parte di una campagna piu' ampia contro di lui e contro il suo partito politico, secondo il quale la polizia dell'ONU potrebbe essere stata guidata dai suoi membri locali in corso di addestramento, spinti da motivi politici. "La cosa peggiore e' che l'UNMIK non ha il controllo sui suoi stessi ufficiali di polizia", ha detto Thaqi. "Sono sicuro che dietro queste azioni non ci sono l'UNMIK e la KFOR, ma solo persone che sfuggono al loro controllo". Egli ha inoltre detto che la somma ritrovata presso suo fratello era svariate decine di volte inferiore a quella riportata dal portavoce della polizia ONU. In un servizio della Reuters su questa serie di eventi, il giornalista Andrew Gray scrive che non e' possibile al momento interpretare esattamente questi fatti e che rimangono aperte tre ipotesi: la deliberata esagerazione da parte di Thaqi per motivi politici interni, la presenza di forze a lui ostili nella polizia dell'ONU o, piu' semplicemente, la disorganizzazione e la conseguente confusione delle azioni della polizia dell'ONU (AFP, 6 gennaio 2000; BBC, 8 gennaio 2000; Reuters, 14 gennaio 2000) Negli stessi giorni Thaqi si e' recato a Tirana, dove ha incontrato tutti i piu' importanti esponenti politici, come scrive l'agenzia UPI. Il leader kosovaro ha avuto colloqui con il presidente Meidani, il premier Ilir Meta, il leader del Partito Socialista Fatos Nano e il leader del Partito Democratico Sali Berisha. La UPI ritiene particolarmente significativo l'incontro tra Thaqi e Berisha, il primo tra i due, poiche' il secondo non ha mai appoggiato l'UCK durante il conflitto. Ora, anche Berisha ha aderito alla linea comune dei leader albanesi sulla necessita' di "unificare i fattori politici albanesi per svolgere un ruolo piu' attivo riguardo ai problemi balcanici". I leader intendono costruire un forum congiunto dei partiti politici albanesi di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Promotore dell'iniziativa e' Fatos Nano, secondo cui "i diversi partner albanesi verranno portati intorno a un tavolo comune che dara' vita a iniziative congiunte per parlare con un'unica voce nel Patto di Stabilita'". Fonti del Partito Socialista affermano che presto si terra' un incontro tra Nano, Thaqi e Xhaferri, leader del maggiore partito degli albanesi della Macedonia. La UPI scrive inoltre che "non si prevede che Rugova si unira' all'iniziativa di cooperazione tra i partiti albanesi. Rugova ritiene questa cooperazione una specie di alleanza contro di lui e contro il suo partito, in vista delle elezioni locali e parlamentari in Kosovo quest'anno. Rugova non visita Tirana dal 1997, cioe' da quando il partito di Nano e' arrivato al potere. E' stato sempre considerato un sostenitore di Berisha e ha preso parte alle campagne elettorali di quest'ultimo nel 1994 e nel 1996. Nano e Xhaferri hanno dichiarato, in occasione di un loro incontro a Skopje nel dicembre scorso, che si impegneranno a sostenere il partito di Thaqi in occasione delle elezioni locali e generali in Kosovo" (UPI, 12 gennaio 2000). Torna ogni tanto a galla il nome di Bukoshi, l'ex capo del governo kosovaro in esilio che, dopo essere tornato per breve tempo in Kosovo, si e' ora ristabilito in Germania. Recentemente Bukoshi ha rilasciato alcune dichiarazioni con le quali si accusava nuovamente il governo socialista di Tirana di essere il responsabile dell'uccisione nell'autunno del 1998 di Ahmet Krasniqi, capo delle FARK, il gruppo armato organizzato da Bukoshi, Rugova e Berisha, per cercare di infiltrare l'UCK e prenderne il controllo. Bukoshi ha inoltre affermato che in Kosovo operano segretamente numerosi uomini del governo di Tirana. Su Bukoshi ha pubblicato un breve lancio anche l'agenzia di Belgrado Beta, che riportiamo per intero: "L'autoproclamato premier del governo in esilio degli albanesi del Kosovo, Bujar Bukoshi, ha offerto all'UNMIK dieci milioni di marchi tedeschi, con la condizione che tali mezzi vengano utilizzati per l'educazione in lingua albanese, ma l'UNMIK ha rifiutato, scrive il quotidiano di Pristina, 'Koha Ditore'. Richiamandosi a fonti vicine al governo di Bukoshi, il giornale scrive che il governo parallelo di Bukoshi, nel corso dei nove anni della sua esistenza, ha accumulato 250 milioni di marchi e che i suoi mezzi sono registrati in paesi occidentali come fondi umanitari. 'Koha Ditore' afferma che per il sistema educativo, il governo in esilio degli albanesi del Kosovo ha stanziato nell'ultimo decennio 89 milioni di marchi, per le necessita' della 'difesa' del Kosovo 60 milioni e per la creazione di un programma via satellite della televisione statale dell'Albania 10 milioni. Il giornale afferma che Bukoshi intende utilizzare i fondi rimastigli per creare una fondazione umanitaria del Kosovo, ma aggiunge che non e' ancora nota di quale lavoro umanitario si occupera' tale fondazione. Si afferma inoltre che l'UNMIK la settimana scorsa ha chiesto a tutte le attuali istituzioni del Kosovo di 'riversare' i mezzi di cui dispongono in un budget comune del Kosovo" (notizia della Beta, cosi' come ripubblicata da "Danas", 10 gennaio 2000). In un servizio di fine dicembre, l'agenzia AIM affronta il tema delle forze di polizia in Kosovo. Secondo l'agenzia (e numerose altre fonti), i poliziotti dell'ONU che attualmente operano in Kosovo sono 1.800, mentre la stessa ONU aveva stimato in un primo tempo in 3.000 il numero necessario, stima successivamente aumentata a 6.000. Nel frattempo, la scuola di polizia di Vucitrn ha cominciato le sue attivita' e finora hanno finito il corso 173 cadetti, che hanno cominciato l'addestramento operativo insieme ai poliziotti internazionali. Due di tali cadetti, una albanese e un serbo, sono gia' stati oggetto di aggressioni, mentre molti altri sono stati oggetto di minacce, gli albanesi da parte della criminalita' albanese locale, i serbi soprattutto da gruppi di connazionali nella zona di Mitrovica. In un tale contesto, l'UNMIK ha dichiarato che a partire dai primi di gennaio verranno fatti ritornare al loro posto di lavoro circa 650 ex poliziotti del Kosovo che avevano lavorato nella polizia locale fino al 1991. Prima di tornare in attivita', tali poliziotti dovranno frequentare un corso di diritti umani della durata di due settimane, organizzato dall'OSCE al di fuori della scuola di polizia. Secondo la AIM questa decisione avrebbe portato a un conflitto di competenze relativamente all'organizzazione delle forze di polizia e l'agenzia cita le parole di un funzionario OSCE secondo il quale tali forze sarebbero totalmente di competenza della sua struttura. La AIM scrive che "gli organi di stampa del Kosovo, tuttavia, 'rivelano' che l'idea di fare tornare in attivita' gli ex poliziotti contro il crimine nel Kosovo e' stata proposta da Bujar Bukoshi, ex premier del governo in esilio. Egli ha affermato che non vi sono motivi per cui tali poliziotti non debbano svolgere il loro lavoro e che essi non saranno la polizia di Bukoshi, ma lavoreranno sotto il controllo dell'UNMIK. Thaqi ritiene invece che essi non possano svolgere il loro compito perche' hanno lavorato ai tempi per il regime serbo" (AIM Pristina, 29 dicembre 1999). Anche se la situazione della sicurezza e' andata "migliorando", nel senso che il numero delle uccisioni, delle aggressioni e degli incendi di case e' andato decisamente diminuendo, continuano a verificarsi atti criminali gravi, in parte a carattere di criminalita' comune, in parte invece di chiaro segno etnico. Nelle ultime settimane si e' verificata un'altra uccisione collettiva le cui modalita' indicano chiaramente che la NATO non solo non e' in grado di garantire la sicurezza, ma sembra non interessarsene piu' di tanto. L'11 gennaio, a Prizren (dove vige il coprifuoco) e' stata uccisa nella sua casa l'intera famiglia Skender, composta dal padre, dalla madre, da loro figlia di vent'anni e dalla nonna di quest'ultima, di piu' di 70 anni. I quattro erano di nazionalita' bosniaca (slavi musulmani). La strage e' stata premeditata, perche' gli uccisori, finora ignoti, avevano precedentemente tagliato i cavi del telefono. Il giorno successivo due altri membri della stessa famiglia sono stati uccisi a Jablanica, un villaggio nei dintorni di Prizren. Secondo il Centro per la pace e la tolleranza (controllato dalle forze politiche serbe del Kosovo) la famiglia aveva chiesto protezione alla KFOR poiche' aveva ricevuto minacce di morte, senza tuttavia ottenerla. Il villaggio e' attualmente chiuso agli esterni e solo gli operatori KFOR e ONU possono accedervi (UPI, 12 gennaio 2000; "Danas", 13 e 15-16 gennaio 2000) __________________________________________________________ "Notizie Est" e' una mailing list di notizie sui Balcani e l'Europa Orientale, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata su web all'indirizzo: http://www.ecn.org/est/balcani Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a: est at ecn.org
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