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pakistan: il punto di vista di rushdie



Pakistan
il braccio
violento
del potere
di SALMAN RUSHDIE
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IL NUOVO uomo forte del Pakistan, il generale Pervez Musharraf, ha
promesso di ripulire lo Stato dalla corruzione prima di riportare la
democrazia. Gli osservatori attenti alle vicende del Pakistan
ricorderanno che quando la precedente caricatura di un dittatore, il
generale Zia Ul-Haq, dai baffi cerati e con gli occhi da procione, era
all'apice del potere, parlava anch'egli di ripulire il paese e di indire
poi le elezioni. In realtà, promise e poi annullò le elezioni così
spesso che le sue promesse diventarono una barzelletta di cattivo
gusto.
In quel brutto periodo, il suo titolo era quello di Cmla, che stava
ufficialmente per "Chief Martial Law Administrator" (Capo Amministratore
della Legge Marziale), anche se la gente cominciò a insinuare che fosse
l'acronimo di "Cancel My Last Announcement": "Annulla la mia ultima
dichiarazione". Forse per paura di una reazione simile, Musharraf ha
preferito non annunciare le elezioni. Il che non è un gran
miglioramento.
Ignoriamo per un momento il fatto che il rifiuto di Musharraf di dare
una scadenza precisa al ristabilimento della democrazia è, di per sè, un
atto corrotto, il suo secondo misfatto, dato che il primo è il colpo di
stato da lui organizzato.
DIAMO, invece, un'occhiata alla condizione delle stalle che ha deciso di
ripulire. Il governo di Nawaz Sharif era economicamente incompetente,
sgradevolmente autocratico, profondamente impopolare e ampiamente
sospettato di varie forme di corruzione nonchè di brogli elettorali. Le
sue azioni meritano indagini molto accurate. Come può quindi Musharraf,
che ha già accusato Nawaz Sharif di aver tentato di assassinarlo, e ha
definito questo presunto tentativo "sedizioso", persuaderci che le
inchieste del suo regime saranno distaccate e credibili?
Una generazione fa, Zia fece giustiziare il primo ministro Z.A. Bhutto,
dopo un processo-spettacolo giudiziariamente assurdo. L'eco di quel caso
si può già avvertire nelle dichiarazioni di Musharraf su Nawaz, e si fa
sempre più forte. Anche Benazir Bhutto, il suo People's Party (Partito
del Popolo) e suo marito Asif Zardari devono rispondere a molte domande.
Anch'essi sono accusati di corruzione in grande scala, e Zardari anche
di essere implicato nell'assassinio del fratello stesso di Benazir.
Quando Nawaz Sharif era primo ministro, Benazir poteva, e lo fece
spesso, liquidare tali accuse come parte della vendetta politica di
Sharif contro di lei. Non ci sorprende troppo che si sia affrettata a
dare il benvenuto al colpo di stato di Musharraf. Come farà Musharraf a
convincerci che sarà fatta giustizia anche nel caso Bhutto-Zardari?
Guardiamo oltre i partiti politici e troveremo le vere radici dello
sfacelo sociale del Pakistan. I campi di papaveri della frontiera
nord-occidentale producono oppio da sempre. Oggi, producono anche grandi
quantità di eroina. Per essere esportata, l'eroina deve viaggiare per
migliaia di chilometri verso sud, fino al porto di Karachi, superando
controlli militari e ispezioni del dazio. In altre parole - e questa è
l'opinione di tutti i commentatori esperti del Pakistan che conosco -
l'industria pakistana della droga semplicemente non può funzionare senza
la cooperazione attiva della burocrazia e dei militari. Se Musharraf
vuole che crediamo alla sua piattaforma anti-corruzione, deve prima
dimostrare che i militari sono diventati onesti. Come si propone di
farlo esattamente? E che cosa intende fare riguardo a Karachi, che in
questo momento è un posto terribilmente selvaggio e senza legge, in balì
a non solo di violente politiche settarie ma anche dei boss della droga
e di mafie criminali? I cittadini di Karachi parlano ogni giorno della
collaborazione tra le forze della polizia e il crimine organizzato. Qual
è il piano di redenzione di Musharraf per la città più importante del
suo paese?
Sotto la superficie in suppurazione, vi sono mali più profondi che un
regime militare è ancor meno capace di affrontare. Il Pakistan è un
paese in cui alle istituzioni democratiche - no, diciamo agli istinti
democratici - non è mai stato permesso di mettere radice. Invece, le è
lite del paese - militare, politica, industriale, aristocratica, feudale
- fanno a turno per saccheggiare la ricchezza del paese, mentre i
mullah, sempre più estremisti, chiedono l'imposizione di interpretazioni
draconiane della legge della sharia.
Il governo di Nawaz Sharif, quanto più si indeboliva, più diventava
fanaticamente islamista. La decisione subito espressa di Musharraf di
non permettere ai fondamentalisti di prendere possesso del paese deve
essere accolta con favore. Ma può il leader militare di un golpe sperare
di creare uno stato democratico secolare nel quale i colpi di stato
militari diventano non solo inutili, ma anche impensabili? Può un è
litista - e un uomo che crede di avere il diritto di prendere il
controllo di un'intera nazione-stato lo è di certo - essere creduto
quando dichiara di voler lottare contro le èlite?
Musharraf ha anche fatto accenni distensivi nei confronti dell'India e
ha ritirato le truppe dalla frontiera. Tuttavia, è anche l'uomo
responsabile di aver progettato la catastrofica avventura militare di
quest'anno nel Kashmir e, in un recente passato, ha fatto numerosi
commenti aggressivi sull'India. Perchè dovremmo credere nella sua nuova
linea più morbida quando ha mostrato in tutti i modi di avere sempre un
dito nervoso sul grilletto - un dito che ora è posato sul pulsante
nucleare del Pakistan?
In questo momento, il colpo di stato di Musharraf è molto popolare in
Pakistan. Come lo erano anche i test nucleari pakistani. Alcune
testimonianze raccontano che dopo questi test i pakistani si recavano
sul luogo delle esplosioni per raccogliere barattoli di terra
radioattiva come souvenir patriottici. Questi barattoli, messi con
orgoglio nelle case pakistane, potrebbero risultare meno importanti di
quanto ora non sembri. Si potrebbe fare la stessa ipotesi sul regime di
Pervez Musharraf.
(Traduzione di Luis Enrique Moriones Brugo)
FONTE: LA REPUBBLICA GIO. 04/11/99

 



PIER LUIGI GIACOMONI
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