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wto: alcune considerazioni
- Subject: wto: alcune considerazioni
- From: PIER LUIGI GIACOMONI <lan0105 at iperbole.bologna.it>
- Date: Wed, 22 Dec 1999 07:39:30 +100
WTO: ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL VERTICE DI SEATTLE La giusta attenzione che i media internazionali hanno dedicato al vertice dell'Organizzazione mondiale del commercio che si _ svolto a Seattle agli inizi di dicembre racchiude in se molto del significato che questo evento ha ,o meglio, avrebbe dovuto rappresentare sia per chi lo ha organizzato sia per quelli che lo hanno ostacolato e contestato. L'obiettivo dichiarato era infatti quello di aprire il cosiddetto Millenium Round, il negoziato globale per stabilire le regole del Commercio mondiale. La parola commercio _ in questo caso giustamente scritta con la maiuscola perch_ , almeno nelle intenzioni delle grandi multinazionali che da sempre hanno visto nell'Omc un loro strumento, il commercio non _ solo uno strumento ma un fine che si lega a doppio filo al dio che del commercio _ il padrone e cio_ il profitto. Ed _ proprio contro questo nuova idolatria che, come tutte le altre nei secoli, _ foriera di disuguaglianze, esclusioni e ingiustizie , che le organizzazioni dei cittadini si sono mobilitate ed hanno rivendicato il fortissimo valore della democrazia, della trasparenza e della partecipazione alle decisioni ed ai processi che riguardano, attraverso il commercio ma non solo, la quotidiana vita materiale di ogni donna e di ogni uomo sulla faccia del pianeta. I media di tutto il mondo hanno quindi documentato questo vasto e contraddittorio movimento composto da sindacati, associazioni non governative del Nord e del Sud del mondo, associazioni ambientaliste, per i diritti civili, stringersi in una alleanza inedita ma fortissima proprio sul principio di partecipazione e di non esclusione. Certo non si _ trattato solo di questo, non solo "la piazza" ha fatto fallire Seattle. Una grande parte _ da attribuire ai profondi contrasti tra i potenti blocchi economici che si contendono il dominio dell'economia mondiale, impegnati nel tentativo di piegare un negoziato sulle regole del commercio ai rapporti di forza che oggi si manifestano in tutta la loro impressionante potenza attraverso il fossato sempre pi· ampio tra i pochi che possiedono il molto ed i tanti esclusi dalla distribuzione delle risorse, e proprio questi ultimi. In sintesi tra i paesi ricchi, Europa, Stati uniti e Giappone, e Paesi in via di sviluppo, quelli che si vedono costretti a sfruttare il lavoro minorile per competere sul mercato globale. A Seattle anche la lontananza tra Nord e Sud del mondo ha bloccato i negoziati globali. Esclusi dalle stanze che contavano, sia per le ristrettezze nella composizione delle delegazioni che dalle modalit_ poco trasparenti nelle quali il negoziato si svolgeva, il blocco del Sud, molto appoggiato dalle Ong, ha detto no! Per quanto eterogeneo quindi, questo _ un secondo fronte di contraddizioni che si _ aperto in seno all'Omc perch_ chiede, come la societ_ civile nelle strade, trasparenza e partecipazione. Infine i contrasti tra il vari settori del mondo ricco, confrontato anch'esso con gli alti tassi di disoccupazione e conseguenti processi di esclusione sociale. Di fronte a questi problemi, sottolineati dalla imponente manifestazione organizzata dai sindacali internazionali e da quelli americani, sia gli USA che l'Unione Europea, non hanno potuto o saputo trovare una linea comune che salvasse competitivit_ e posti di lavoro, rispetto degli impegni persi con il Sud del mondo, si pensi solo alla Convenzione di Lom_ per l'UE, e l'abbattimento di ogni tariffa doganale. Cosa succede ora? I negoziati riprenderanno, probabilmente in forma meno plateale ma per questo pi· pericolosa, dato che non ci saranno i media ad aiutare la trasparenza. Il nulla di fatto di Seattle potrebbe addirittura riportare l'agenda ai desiderata di quanti volevano un negoziato di basso profilo impostato solo sull'abbattimento delle tariffe doganali agricole come tappa di un progressivo quanto discreto processo di liberalizzazione senza regole o, meglio, regolato dalla legge del pi· forte. Anche se i riflettori si sono spenti su Seattle bisogna quindi che quanti hanno chiesto in quella sede trasparenza e partecipazione si impegnino per consolidarne le forme ed i luoghi, sia a livello nazionale che internazionale, affinch_ lo "spirito di Seattle" per un mondo più giusto, possa continuare. (di Raffaele K. Salinari, Presidente Cocis) ------------------------------------------------------------------------------ P. S.: Siccome il computer ha bisogno di riparazioni, per qualche giorno, forse finoal 6 gennaio 2000 non vi scocceremo. A tutti auguri di buone feste... A PRESTO PIER LUIGI GIACOMONI TEL.: 051/633-17-39 CELL. 0335/621-54-12 Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova ------120220199907034012NTI--
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