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SPECIALE MACAO
- Subject: SPECIALE MACAO
- From: PIER LUIGI GIACOMONI <lan0105 at iperbole.bologna.it>
- Date: Fri, 17 Dec 1999 21:19:13 +100
DOMENICA 19 DICEMBRE 1999 MACAO TORNA ALLA CINA Tramonta definitivamente l'era del colonialismo europeo in Asia. Alla mezzanotte di domenica 19 dicembre, dopo 442 anni di amministrazione porto- ghese, Macao verrà restituita alla Cina Protagonisti del "passaggio delle consegne" saranno il presidente cinese, Jiang Zemin, e quello portoghese, Jorge Sampaio, nel corso di una solenne cerimonia con 2.500 invitati. A pochi giorni dal Duemila, e due anni dopo la restituzione della vicina Hong Kong, la Cina compie dunque un nuovo passo verso la completa riunificazione: all'appello manca ormai soltanto la "ribelle" Taiwan. LA CINA E MACAO UN PAESE, DUE SISTEMI Il ritorno di Macao alla Cina si compie in un clima più sereno rispetto ai tra- vagliati rapporti tra Pechino e Londra per la restituzione di Hong Kong. La transizione è stata persino ritarda- ta dal governo cinese: Lisbona era già pronta a "passare la mano" nel 1974, dopo la "Rivoluzione dei garofani" e la conseguente rinuncia alle ex colonie. L'accordo del 1987 prevede che Macao, come già Hong Kong, diventi una Regione amministrativa speciale. Avrà per 50 anni ampia autonomia, e conserverà un ordinamento economico, politico e giu- diziario separato, in base al principio "Un Paese, due sistemi". I TIMORI DEI MACANESI PER IL RITORNO ALLA CINA La riunificazione porterà ovviamente alcuni cambiamenti a Macao. L'ultimo governatore portoghese, Vasco Rocha Vieira, sarà sostituito dal banchiere Edmund Ho, eletto "capo dell' esecutivo" da una apposita commissione nominata da Pechino. E il 20 dicembre, l'esercito cinese farà il suo ingresso trionfale nella ex colonia. A non gradire "l'abbraccio" di Pechino sono in realtà pochi dei 430mila abi- tanti, per il 95% cinesi. Si tratta di 10mila portoghesi e 20mila "macanesi" (discendenti da famiglie miste), che temono la scomparsa di identità, cul- tura e tradizioni locali. PECHINO NON DEMOLIRA' LA LAS VEGAS D'ORIENTE Tra le "tradizioni" più vive (e reddi- tizie) di Macao c'è il gioco d'azzardo, legalizzato nel 1860. Ma è improbabile che il ritorno alla Cina interrompa le attività dei 10 casinò esistenti, che da soli forniscono il 60% delle entrate della "Las Vegas dell'Oriente". A rischiare qualcosa è la mafia locale: le "triadi" (clan) hanno combattuto negli ultimi anni una guerra, con deci- ne di morti, per il controllo di usura e prostituzione, connesse con il gioco. Un segnale del probabile, futuro "giro di vite" è la recente condanna di un temuto boss, Wan Kuok-koi ("Dente rot- to") a 15 anni di carcere duro. IL MONOPOLIO DEL GIOCO SI AVVICINA ALLA SCADENZA Se le triadi mafiose dovranno rallen- tare le loro attività illecite, con il sollievo degli abitanti di Macao, la riunificazione crea qualche preoccupa- zione anche a Stanley Ho, il magnate che dal 1962 ha il monopolio del gioco d'azzardo. Il nuovo capo dell'esecutivo Edmund Ho (i due non sono parenti) ha promesso di riformare l'industria del gioco. La "licenza" monopolistica del proprieta- rio dei casinò scade nel 2001, ed è probabile che non venga rinnovata. Scontata l'opposizione di Stanley Ho alla liberalizzazione: porterebbe, afferma, a nuovi scontri tra le triadi. DOPO MACAO, PECHINO GUARDA A TAIWAN Hong Kong, giugno 1997. Macao, dicembre 1999. Prosegue a grandi passi la riuni- ficazione della Cina, a cui manca ormai una sola, ma difficile, tappa: Taiwan. Pechino vuole dimostrare come il prin- cipio "un Paese, due sistemi", attuato nelle due ex colonie, consenta la riu- nificazione anche dell'isola "ribelle", attribuendole una notevole autonomia. Tuttavia Taiwan ha finora respinto la proposta. Nell'isola, separata dalla Cina dal 1949 (vi si rifugiò l'esercito nazionalista di Chiang Kai-shek, scon- fitto dai comunisti), è infatti sempre più forte il sentimento indipendenti- sta. Il rischio è un conflitto militare MACAO NELLA "RETE" GLI INDIRIZZI INTERNET L'indirizzo del sito ufficiale delle autorità di Macao è il seguente: http://www.macau.gov.mo/ Il sito, in portoghese, inglese e ci- nese, dedica alcune pagine alla ceri- monia di riunificazione con la Cina. Notizie aggiornate su Macao sono otte- nibili, in portoghese e in inglese, sul sito locale dell'agenzia di stampa portoghese Lusa. L'indirizzo è http://lusamacau.com/ Diversi quotidiani locali hanno una edizione on line in portoghese. Tra questi il "Futuro de Macau": http:// unitel.net/futuromacau e il "Jornal Tribuna de Macau": http://jtm.com.mo QUEL CHE RESTA DEGLI IMPERI Con la restituzione di Macao, il Porto- gallo torna ai confini precedenti alla scoperta dell'America. La "caduta" del- l'ultimo bastione degli imperi colonia- li sul continente asiatico non segna però la scomparsa dei "possedimenti d'oltremare" dei Paesi occidentali. Naturalmente è cambiato, rispetto al passato, il rapporto tra la madrepatria e gli abitanti delle colonie, che in genere hanno ottenuto autonomia, citta- dinanza e pieni diritti politici. Diversi territori hanno poi approfitta- to del proprio "status" e, grazie ad autonomi sistemi fiscali, hanno trovato la scorciatoia verso la ricchezza. DAI "PARADISI" SFRUTTATI AI "PARADISI FISCALI" Industrie private e pubbliche, banche e società finanziarie: questi i principa- li "clienti" delle colonie e dei posse- dimenti d'oltremare trasformatisi negli ultimi decenni in "paradisi fiscali". Bermuda, Anguilla, Cayman, Gibilterra tra le dipendenze britanniche, ma anche le Antille olandesi e Aruba, fanno or- mai concorrenza ai paradisi più tradi- zionali, come Panama, Hong Kong o le Bahamas, grazie a una tassazione inesi- stente o minima su imprese e capitali. Inevitabile l'arrivo di denaro "spor- co", che ha reso alcune isole "off sho- re" crocevia di attività illecite, dal riciclaggio al traffico di droga. LE COLONIE NEL DUEMILA FRANCIA E REGNO UNITO La maggior parte delle colonie che varcheranno la soglia del Duemila appartiene a Francia e Regno Unito. Dieci i Dipartimenti e Territori d'Ol- tremare controllati da Parigi, dalla Guyana alla Polinesia francesi, dalla Martinica a Réunion. La popolazione complessiva sfiora i 2 milioni di per- sone, che godono di vari gradi di auto- nomia e rappresentanza politica. Gibilterra, Falkland, Sant'Elena, Bermuda, Cayman, Pitcairn, sono solo alcuni degli ancora numerosi Territori dipendenti da Londra sparsi nel mondo e abitati da quasi 200mila persone, che non sempre hanno piena cittadinanza. I TERRITORI ESTERNI DI USA SPAGNA, OLANDA E DANIMARCA Due i possedimenti restanti del vasto impero coloniale spagnolo: sono le cit- tà di Ceuta e di Melilla, sulla costa mediterranea del Marocco (130mila abi- tanti in tutto). Anche i Paesi Bassi conservano, del passato coloniale, solo il controllo di 2 Territori (Antille olandesi e Aruba), abitati da 190mila persone. Più vasti, ma meno popolati, i Territo- ri esterni della Danimarca: Groenlandia e isole Faer Oer (100mila abitanti), con ampia autonomia. Tra le dipendenze Usa: lo Stato associato di Puerto Rico (3,6 mln di abitanti), le isole Vergini americane,le Marianne,Guam e Samoa Usa. LE COLONIE CONTESE: ISOLE FALKLAND E GIBILTERRA Non solo le ex colonie, ma anche alcuni possedimenti rimasti tali scontano an- cora le tensioni e i conflitti provoca- ti dal crollo degli imperi. E' il caso di Gibilterra e delle isole Falkland. Per le Falkland si arrivò al confronto militare tra il Regno Unito e l'Argen- tina, che nel 1982 aveva occupato le isole con un colpo di mano. La guerra provoc• la caduta del regime militare di Buenos Aires, ma non risolse defini- tivamente la questione. Gibilterra Š invece tuttora la causa di forti tensioni tra due Paesi, Spagna e Regno Unito, entrambi membri dell' Unione europea e della Nato. VALERIO RUGGIERO FONTE: TELEVIDEO VEN. 17/12/99 PIER LUIGI GIACOMONI TEL.: 051/633-17-39 CELL. 0335/621-54-12 Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova ------120170199920053006NTI--
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